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“Follow me” e l’arte sonora di Susan Phlipsz

Sculture sonore nel centro storico di Genova per la mostra “Follow Me”. È questo il titolo della prima retrospettiva italiana di Susan Phlipsz, artista scozzese tra le più significative della sua generazione.

MILANO – Usare l’arte per indagare i misteri del suono, sfruttare le potenzialità architettoniche e paesaggistiche per far dialogare natura e scultura. Susan Philipsz fa questo: crea opere sonore, senza l’introduzione di nuovi elementi materiali se non il suono. Si potrà assistere a questa particolarissima espressione artistica a Genova fino al 10 ottobre. “Follow me. Susan Philipsz” è il titolo della prima personale italiana dell’artista scozzese che raccoglie nel centro storico di Genova una selezione di sei lavori (realizzati tra il 1999 e il 2011) e una nuova produzione, dedicata alla epica vicenda della Elettra, la nave laboratorio di Guglielmo Marconi.

LE POTENZIALITÀ SCULTOREE DEL SUONO – Artista tra le più significative della sua generazione, negli ultimi due decenni Philipsz (Glasgow,1965) ha esplorato con le sue installazioni sonore (registrazioni della sua voce che riproduce “a cappella” componimenti altrui) le valenze psicologiche e le potenzialità scultoree del suono. Le implicazioni psicologiche sono parte fondamentale della ricerca della Philipsz, che gioca abilmente con la memoria collettiva, reinterpretando brani riconoscibili della storia musicale. Cerca di provocare emotivamente l’ascoltatore attraverso l’utilizzo di continui riferimenti e allusioni ai contesti originali delle canzoni o dei loro testi.

LA PERCEZIONE DELL’ARTE – Per Genova, l’artista realizza un percorso coinvolgente all’interno della cornice architettonica dei palazzi dei Rolli – già Patrimonio dell’Umanità dell’ UNESCO – e di sedi istituzionali genovesi, dove si trova a esplorare la relazione tra arte e architettura concentrandosi sulle continue trasformazioni della percezione pubblica dell’opera d’arte, sulla relazione tra atto performativo e oggetto scultoreo e sulla componente emotiva del suono. Le sue installazioni si trovano così a fare da accompagnamento ai visitatori in una passeggiata che va dal cortile centrale di Palazzo Ducale per i vicoli del centro storico fino ai Palazzi di via Garibaldi per finire nel parco di Villa Croce.

SCULTRICE DI SUONI – “Mi considero più una scultrice di suoni che una performance artist. Ma i miei lavori hanno un che di teatrale”, dichiara Susan Philipsz «Per molti anni il mio lavoro si è ispirato all’assunto di Marconi, che per primo sostenne che un suono, una volta generato, non muoia mai, si affievolisca per continuare a esistere come onde sonore, che si riverberano per l’universo». Continua Philipsz: «I suoi esperimenti sull’Elettra sono stati per me fonte d’ispirazione, in particolare come le onde sonore vengano propagate e diffuse dalle onde dell’oceano».

SUSAN PHILIPSZ – Vincitrice nel 2010 del prestigioso Turner Prize con SURROUND ME: A Song Cycle for the City of London, il progetto pubblico organizzato da Artangel a Londra (2010-2011), Philipsz si è distinta nel panorama internazionale per la precisione con la quale ha concepito ogni singola opera, unica nel suo genere e preceduta da un’accurata analisi della storia del luogo, della sua memoria e delle sue tradizioni tradotte in architetture immateriali, che avvolgono lo “spettatore” in un ambiente introspettivo. Una narrativa universale, elaborata attraverso la riproduzione di melodie che alludono al tema della perdita, del ritorno e della speranza si salda così al genius loci, costruendo uno story-telling individuale.

UN TESTO SULLA MOSTRA – L’esposizione è accompagnata da una pubblicazione, edita da Humboldtbooks, interamente dedicata al progetto, che raccoglie la documentazione della mostra, disegni dei palazzi e mappe della città, accanto ai testi delle curatrici Ilaria Bonacossa e Paola Nicolin, riunisce saggi critici di Luca Cerizza e Chus Martinez, corredati da un ricco apparato iconografico e dalle schede delle opere in mostra.

10 settembre 2015

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