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”La ragazza del treno”, quando la storia di un pendolare diventa caso editoriale

L’editor di Piemme Giulia De Biase ci racconta aneddoti e particolarità del thriller psicologico femminile della scrittrice esordiente Paula Hawkins

MILANO – “Non fidarti di ciò che vedi dal finestrino di un treno. Le vite degli altri non sono mai come sembrano”. Parliamo del caso letterario “La ragazza del treno”, opera della scrittrice esordiente Paula Hawkins. Il libro appena uscito si è posizionato al secondo posto in classifica in UK, dopo appena tre giorni in libreria, e al primo assoluto in America a una settimana dalla sua uscita. Un successo clamoroso, tanto che ai 24 editori che avevano acquistato i diritti del romanzo prima dell’uscita (tra cui Piemme per l’Italia) se ne sono aggiunti molti altri, per un totale strabiliante di 41. Dalle librerie al cinema: la Dreamworks sta cominciando a lavorare al film tratto dal romanzo. Ad appena cinque mesi dall’uscita, La ragazza del treno ha ormai raggiunto i due milioni di copie solo in America, e la sua corsa non accenna a rallentare. L’editor della versione italiana, Giulia De Biase, ci racconta i segreti di questo caso letterario.

Come nasce la storia de “La ragazza del treno”?
Rispondo con le parole di Paula Hawkins, che ha dichiarato in diverse interviste di aver tratto ispirazione dai suoi stessi viaggi in treno da pendolare sulla District Line. Non a caso il libro è dedicato a tutti i pendolari di Londra.
  
Quali sono i segreti del successo di questo libro d’esordio, divenuto in breve tempo caso editoriale?
Il libro è uscito a gennaio 2015 in Inghilterra e Stati Uniti, e da allora non ha smesso di occupare i primi posti nelle classifiche, battendo il record di romanzo d’esordio più venduto nel primo mese dalla pubblicazione, e la sua corsa non si arresta, visto che è ancora in classifica in tutti i paesi dove è già uscito (in totale sono 45 – altra cifra straordinaria).
Ma al di là dei meriti oggettivi de La ragazza del treno – una scrittura fulminante, un plot che ha tenuto sveglio di notte perfino Stephen King, temi molto attuali e trattati con intelligenza – una sola ragione non c’è.
Sicuramente, il romanzo rientra perfettamente nel filone del thriller psicologico al femminile, di enorme successo in questo momento nel mondo anglosassone (vedi Gone Girl di Gillian Flynn: storie dai toni dark di amori sbagliati, con forte elemento di suspense), e questo ha aiutato i suoi editori a lanciarlo con molta convinzione;  il fatto che parla a tutti, ma in particolare alle donne, a qualunque donna sia mai stata innamorata dell’uomo sbagliato (come ha riferito Paula Hawkins al Daily Mail: “Sono affascinata dalle cose terribili che le persone sono in grado di farsi a vicenda, e ai modi in cui una relazione può andare miseramente in rovina”), il che gli dà sicuramente uno spessore maggiore di molti altri thriller; infine, il suo strepitoso elevator’s pitch ( “ragazza su un treno vede qualcosa che non avrebbe dovuto vedere” – lo si racconta in meno di un piano di ascensore, appunto!), ha sicuramente ha aiutato il passaparola e in generale la comunicazione.
Ma come dicevo, le ragioni di successi così straordinari restano sempre per così dire imperscrutabili… che è un po’ la caratteristica dei grandi best-seller, capaci di cogliere il gusto e la passione dei lettori anche al di là delle intenzioni dei loro autori ed editori. Ed è anche la cosa un po’ bizzarra del nostro mestiere: per fenomeni di questo genere (purtroppo per noi) una ricetta non c’è!

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E’ stato difficile acquisire i diritti per l’Italia di questo libro?
Non più che per molti altri libri.

Ci sono alcune differenze nella versione italiana del libro rispetto a quella originale? Quali?
No, assolutamente. Nel libro non c’era nulla di intraducibile – anche questo, probabilmente, un merito dell’autrice. Una piccola cosa che forse può risultare buffa al lettore italiano è che in Inghilterra esista il gin tonic…IN LATTINA!
 
Il viaggio in treno ha ispirato diversi romanzi (soprattutto thriller), e al tempo stesso la lettura è la compagnia di viaggio di milioni di pendolari nel mondo. Come lo spiega il forte legame che unisce da sempre letteratura e pendolarismo?
E’ il luogo d’incontro perfetto tra chi scrive e chi legge, sebbene a distanza. Un viaggio in treno è sempre una parentesi di calma, di stacco dalla realtà (telefoni e tablet a parte…) e quindi rappresenta l’occasione perfetta per dedicarsi un po’ di tempo. Conosco tantissimi autori che scrivono solo, o soprattutto in treno, così come molte persone che solo in treno riescono finalmente a trovare il tempo di finire un libro.

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