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Scrivere una lettera, un’arte da riscoprire

Nel suo libro 'L'arte delle lettere' Shaun Usher ci ricorda il 'brivido' della corrispondenza, l'arte tutta da riscoprire di scrivere una lettera secondo la tradizione. E perché non cominciare proprio dagli auguri di Natale?

MILANO – Le svolta tecnologico-digitale degli ultimi vent’anni ha sicuramente rivoluzionato le nostre vite, cambiando radicalmente le nostre abitudini quotidiane e apportando significativi miglioramenti. Soprattutto per quanto riguarda le comunicazioni – che siano lavorative o personali -, l’avvento dei cellulari prima e, soprattutto, degli smartphone oggi, ha permesso un’accelerazione vertiginosa al ritmo dei nostri scambi, tra chat, video-conference e quant’altro, mai così immediati nella storia dell’umanità. Eppure qualcosa si perde forse irrimediabilmente, sacrificato all’altare dell’efficienza e della velocità. Stiamo parlando del “brivido” della corrispondenza, del modo tradizionale di scrivere una lettera, come ci ricorda Shaun Usher nel suo libro L’arte delle lettere (Feltrinelli).
L’ANTICO CULTO DELLE “LETTERE” – Perché una volta, prima dell’avvento delle chat e della telefonia mobile, scrivere una lettera richiedeva una premura e un’attenzione oggi quasi inimmaginabili. Erano tempi diversi, e diverse erano soprattutto le tempistiche. Una volta si aspettava con trepidazione l’arrivo del postino, si osservava con bramosia e curiosità nella fessura della nostra cassetta. Oggi vi si guarda quasi con fastidio, consapevoli che spesso sono solo le brutte notizie a giungere per vie così obsolete (bollette, raccomandate, multe…) L’impegno stesso di redarre una missiva era qualcosa di imparagonabile alla velocità attuale: erano necessarie pazienza e attenzione, bisognava concentrarsi non solo sul contenuto, ma badare con altrettanta meticolosità all’impaginazione, all’ordine e alla pulizia del foglio bianco, a mano a mano che le so riempiva con il personalissimo apporto della propria grafia, già in grado di per sé di comunicare tratti personali e stati d’animo del momento. Le comunicazioni di oggi sono assolutamente rapidi ed efficienti, la loro comodità ci facilita vita (ma lo fa davvero?), ma sono molto più asettiche e impersonali, se rapportate alle ben più faticose comunicazioni del passato. Le festività natalizie, con il tradizionale scambio di dono e di auguri, sembra proprio il periodo adatto per riscoprire un’arte che rischia di essere dimenticata.

L’ARTE DELLE LETTERE – È proprio a queste sensazioni che il libro di Shaun Usher ci riporta. Il volume illustrato contiene 125 lettere scritte a mano, o battute a macchina, da un ampio ventaglio di personalità. I nomi più o meno celebri che si susseguono mettono a nudo i propri sentimenti, esprimono i loro tormenti e le loro passioni, si appellano e scrivono per far sì che le cose possano andare meglio per sé e per tutti. Oppure si scambiano semplicemente ricette, come la regina Elisabetta II fece con il presidente Eisenhower in merito agli scones. Ci sono momenti di entusiasmo – l’autore Philip K. Dick rimane stregato dalla visione di un estratto del film ‘Blade Runner’, tratto da un suo romanzo -, altri di profonda drammaticità – il sentito commiato della suicida Virgina Woolf all’amato marito Leonard -, gradite e insperate sorprese – la giovane fan Laurence e la lettera d’incoraggiamento ricevuta dall’idolo Iggy Pop -, altri momenti ancora capaci di segnare la storia dell’uomo e del mondo – l’appello di Gandhi a Hitler per mettere fine a un sanguinoso conflitto. Ogni lettera è corredata di riproduzioni fotografiche degli originali, che ci permettono di rivivere l’emozione della lettura di una missiva scritta a mano (o a macchina), realtà dal sapore – irrinunciabile – di altri tempi.

 

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