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5 curiosità su “Il mago di Oz” che forse non tutti sanno

“Il mago di Oz” è una delle storie più note al mondo: lo sapevate che le avventure della piccola Dorothy hanno avuto un numero di seguiti stupefacente?

MILANO – “Il meraviglioso mago di Oz” è universalmente riconosciuto come uno dei libri per l’infanzia (e non solo) di maggior successo di tutti i tempi. Le avventure della piccola Dorothy, trasportata nella magica terra di Oz da un tornado, sono note a grandi e piccini. Ideato da Frank L. Baum e illustrate da W.W. Denslow, “Il meraviglioso mago di Oz” è entrato a far parte dell’immaginario comune, grazie anche allo straordinario successo dell’adattamento cinematografico realizzato da Victor Fleming nel 1939, interpretato da Judy Garland.

 

TRIPUDIO DI SEQUEL – Quello che non tutti sanno è che “Il meraviglioso mago di Oz” ebbe un numero incredibile di seguiti: Frank L. Baum ha infatti scritto altri 13 episodi. A Baum  successe, dopo la morte dell’ideatore della serie, Ruth Plumpley Thompson realizzò altri ventuno nuovi capitoli. Nel 1939 John R. Nail, illustratore della maggior parte dei sequel, proseguì l’opera di Thompson con 3 ulteriori storie. E questi sono soltanto i primi: molti altri sequel si sommarono a quelli già esistenti, alcuni scritti perfino da quel Roger S. Baum che, come suggerisce il cognome, altri non è che il pronipote dell’ideatore originale della piccola Dorothy. I primi quaranta seguiti (primi 40!) sono generalmente indicati come “I famosi quaranta”.

 

LIBRO O FILM? – In realtà la versione presente nell’immaginario del grande pubblico è più la trasposizione cinematografica del 1939, piuttosto che l’originale racconto di Frank L. Baum. Basta esaminare alcuni tratti salienti della storia per rendersene conto: difatti, le celebri scarpette di Dorothy nel romanzo sono argento. La produzione decise di farle diventare rosse affinché spiccassero maggiormente sullo schermo (“Il mago di Oz” fu il secondo film di sempre realizzato in Technicolor, e con questo nuovo procedimento alcuni colori risaltavano più di altri). Inoltre il mago di Oz nel film si presenta sempre in forma di grande testa fluttuante, mentre nel romanzo si manifesta ai vari protagonisti mutando sempre le proprie sembianze. Allo stesso modo, è un’invenzione cinematografica anche il colore verde che caratterizza la Cattiva Strega dell’Ovest. Infine, è molto più noto il finale del film, in cui Dorothy si sveglia alla fine di un’avventura che in realtà è stata solo un sogno. Nel romanzo di Frank L. Baum invece tutto accade per davvero.

 

 

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