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Pietrangelo Buttafuoco, ”La Sicilia è il luogo dell’universale, anche se oggi vive il suo momento più basso”

Ad ogni perdita corrisponde una splendida verità: la trasformazione dell’assenza in presenza, materia spirituale che trasforma il nostro dolore in energia positiva. E’ questo uno dei pensieri del giornalista e scrittore siciliano Pietrangelo Buttafuoco...

Il giornalista e autore del libro ‘Il dolore pazzo dell’amore’ ci spiega il suo particolare rapporto con la Sicilia e ci anticipa i suoi prossimi impegni editoriali, con due pubblicazioni in uscita in estate ed il prossimo autunno

MILANO – Ad ogni perdita corrisponde una splendida verità: la trasformazione dell’assenza in presenza, materia spirituale che trasforma il nostro dolore in energia positiva. E’ questo uno dei pensieri del giornalista e scrittore siciliano Pietrangelo Buttafuoco, autore del libro “Il dolore pazzo dell’amore”, definito un inno alla sua terra, la Sicilia appunto, definita da lui stesso “luogo dell’universale dove, da qualunque parte del mondo, ci si sentiva a casa”, nonostante oggi soffra più che mai l’incuria e la sciatteria di una classe politica inadeguata. L’autore ci spiega il suo rapporto con la Sicilia e ci anticipa i suoi prossimi impegni editoriali.

 

Come è nata la sua passione per il giornalismo?

Non saprei dare una risposta. Mi sono ritrovato tra la passione per la politica e quella per la scrittura, e miscelando le due cose è venuta fuori la strada del giornalismo. Ho sempre immaginato che fosse legata la necessità di vivere al fatto di saper dare una “didascalia” ai fatti del giorno ed alla costruzione di ciò che si stava realizzando passo dopo passo.

In che modo i libri e la lettura hanno influito nel corso della sua formazione?

I libri hanno svolto un ruolo fondamentale per la mia formazione, accompagnati da un percorso di studio come quello del liceo classico e degli studi di filosofia teoretica. Quest’ultima è stata una disciplina grazie alla quale sono riuscito a riconciliarmi anche con gli ambiti apparentemente più lontani, che sono quelli creativi o della “poiesis” in senso stretto. Non ultimo, il fatto di poter affiancare a Friedrich Hölderlin un gigante del pensiero come Martin Heiddeger.

Il suo libro “Il dolore pazzo dell’amore” è un inno alla Sicilia. Cosa ha di speciale questa terra, alla quale molti autori ed intellettuali che ci sono nati e cresciuti, nonostante scelgano di spostarsi dalla propria terra d’origine, rimangono molto legati?   

La Sicilia è il luogo dell’universale. Non è mai riuscita ad essere neppure adesso, che sta vivendo la sua crisi più profonda, a scrollarsi da tale considerazione. Non è mai stato un mondo chiuso, anzi, tutto il mondo si è dato appuntamento in Sicilia nei momenti epocali: se pensiamo all’ultimo conflitto mondiale o, andando ancora più indietro, allo splendore dell’anno Mille, il cosiddetto “periodo arabo”. La Sicilia è stato il luogo dell’universale dove, da qualunque parte del mondo, ci si sentiva a casa.

“All’amore bisogna credere sempre, anche quando ci fa pazzi di dolore”. Come è possibile trasformare il dolore dovuto ad un affetto mancato in energia positiva?

E’ nella necessità delle cose. Il fatto stesso che qualcuno sia mancato, com’è nella sequela della vita, dove c’è sempre l’alternarsi delle generazione, a quel dato di fatto reale dell’assenza corrisponde una splendida verità: quell’assenza diventa presenza, si fa materia spirituale, radice metafisica attraverso la quale ogni giorno, andando avanti nel tempo, resterà sempre quest’essenza purissima che si rivela nel percorso del tempo.

Sta lavorando su una nuova opera?

In estate esco con “Buttanissima Sicilia”, un pamphlet che è la summa del mio lavoro giornalistico dedicato alla Sicilia, mentre in autunno uscirà il mio nuovo libro, non un libro di storia ma una storia d’amore di cui ancora non abbiamo deciso il titolo.

20 giugno 2014

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