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Angelo De Dominicis, ”Nel mio libro analizzo in chiave ironica la provincia meridionale e riporto i tre personaggi protagonisti del ‘900”

Procuratore di professione, scrittore come hobby e passione. Dopo aver pubblicato 30 libri scientifici e scritto un libro di poesie, il Procuratore regionale della Corte dei Conti per il Lazio Angelo Raffaele De Dominicis ha pubblicato il libro ''Mai meno di due, mai piรน di tre'', un'opera suddivisa in varie parti in cui narra diversi racconti che hanno come sfondo la provincia del sud e con una parte centrale in cui il Procuratore descrive tre personaggi molto diversi per esperienza culturale e umana, ma accomunati da tre elementi...

Il Procuratore regionale della Corte dei Conti per il Lazio presenta il suo libro “Mai meno di due…mai più di tre!", all’interno del quale accosta paradossalmente tre personaggi molti diversi tra loro: Giulio Andreotti, Paolo Conte e Tinto Brass

 

MILANO – Procuratore di professione, scrittore come hobby e passione. Dopo aver pubblicato 30 libri scientifici e scritto un libro di poesie, il Procuratore regionale della Corte dei Conti per il Lazio Angelo Raffaele De Dominicis ha pubblicato il libro “Mai meno di due…mai più di tre!”, un’opera suddivisa in varie parti in cui narra diversi racconti che hanno come sfondo la provincia del sud e con una parte centrale in cui il Procuratore descrive tre personaggi molto diversi per esperienza culturale e umana, ma accomunati da tre elementi.

IL LIBRO FENOMENO – Il Procuratore spiega dettagliatamente le particolarità del suo libro, suddiviso in tre parti il cui obiettivo è quello di suscitare l’interesse ed il sorriso da parte di chi legge. “Quest’opera è un collage di varie cose. La parte più originale è la testimonianza, attraverso piccoli racconti scritti in chiave ironica, di un’esperienza umana maturata nei paesi della provincia meridionale. Piccoli episodi, che da una parte provocano il sorriso e dall’altra fanno riflettere. Poi c’è un gruppo di brevi articoli scritti per vari giornali, sempre in chiave sociologica e di costume. Infine il corpo del libro, un piccolo saggio, che dal titolo stesso propone un accostamento paradossale: Giulio Andreotti, Paolo Conte e Tinto Brass.”

IL PRETE E L’AMANTE – L’opera prende il nome dal secondo racconto inserito nel libro, intitolato appunto “Mai meno di due, mai più di tre”. De Dominicis ne illustra la particolare trama. “In questo racconto si narra di un piccolo processo che si svolge davanti al giudice conciliatore del comune e che vede protagonisti un prete e una sua ex amante. Questo scontro avviene tra il riso e gli schiamazzi di un’intera popolazione e si conclude con il prete che perde la causa. Il prete alla fine si rivolge all’ex amante ricordandogli che aveva anche un altro amante, il falegname, e lei risponde facendogli notare che una bella donna ha come minimo due amanti. Oltre al paradosso del processo, lancio uno sguardo su tutti i personaggi che assistono all’udienza.”

PERSONAGGI DIVERSI CON MOLTE COSE IN COMUNE – De Dominicis illustra la scelta dei tre personaggi protagonisti del corpo del libro, Giulio Andreotti, Paolo Conte e Tinto Brass, così diversi tra loro. “Sono tre persone che dal mio punto di vista, ognuno nel proprio campo, hanno dominato il ‘900: Giulio Andreotti per la politica, Paolo Conte per la musica e il jazz, Tinto Brass per la parte più caratteristica della cinematografia.” Ma cosa lega questi tre personaggi? “Accosto questi tre figure, perché sono accomunati provocatoriamente da tre elementi: l’ottimismo, quello che ci vuole per svolgere un’attività ad alto livello; l’ironia, si servono di questo strumento come mezzo di comunicazione; l’essere tutti e tre paesaggisti, nel senso che utilizzano l’ambiente circostante e la loro esperienza per comunicare i propri sentimenti e i propri pensieri.”

IL CONFRONTO – L’autore fa l’esempio del senatore a vita Andreotti per spiegare meglio il concetto di paesaggismo. “Nel processo di Palermo, Andreotti entra in scena contro il suo accusatore, Caselli, salutandolo e riposizionandolo nella sua posizione di inquisitore. Andreotti non sfugge al confronto e, nel momento in cui si avvicina al suo accusatore, lo saluta e crea una situazione apparentemente paradossale, ma che in realtà non lo è, perché Andreotti non ne ha paura e, paesaggisticamente, si confronta con Caselli.”

RACCONTI UNIVERSALI – Il Procuratore De Dominicis sottolinea come il suo libro sia godibile, anche da chi non ha un’esperienza nella provincia meridionale. “E’ vero che i racconti nascono e si sviluppano in un contesto provinciale, ma è un contesto antico, con profili di semeiotica civile molto alta, non c’è il brutto agli occhi, ma il bello, anche se miserabile, di un passato non molto lontano da noi. Questo è il quadro dentro il quale si muovono personaggi universali, conosciuti da tutti.”

 

PROCURATORE DI PROFESSIONE, SCRITTORE PER PASSIONE – Abbiamo chiesto infine a De Dominicis come riuscisse a conciliare la sua attività di procuratore con quella di scrittore. “Fare il procuratore è la mia professione, che mi permette di vivere. Sono stato uno studioso all’università, ho scritto 30 pubblicazioni scientifiche. Il mio mestiere è quello di fare il magistrato; ho ricoperto i vari settori della giurisdizione, e adesso sono approdato ad una posizione altissima, quella di procuratore del Lazio, che significa procuratore d’Italia, un grande impegno. L’attività di scrittore rappresenta per me una fuga nel mio cuore, un hobby che coltivo da molti anni. Ho scritto un libro di poesie, un altro verrà pubblicato prossimamente. Non sono un erudito, sono un uomo che vive di studio ma anche di intuizioni. Ho in mente l’idea di scrivere un romanzo importante.”

 

20 luglio 2012

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