Il libro dal titolo: di Luigi Pirandello, sono una raccolta che raccoglie scritti tra il 1908 e il 1915, sono un esempio straordinario di come l’autore siciliano esplori la complessità delle emozioni umane attraverso situazioni quotidiane e, talvolta, straordinarie. Tra le varie tematiche trattate, quelle legate al Natale offrono spunti particolarmente interessanti per comprendere la tensione tra religiosità, tradizione e la realtà che si cela dietro la facciata di festività.
La Messa di quest’anno e le altre novelle natalizie di Pirandello presentano una riflessione a più voci sulla festa del Natale, che non si limita al luccichio della celebrazione, ma mette in luce la sofferenza, l’ironia e la disillusione. Vediamo insieme come queste diverse visioni del Natale si intrecciano nelle novelle di Pirandello.
Le Novelle per un anno di Luigi Pirandello, raccolta che raccoglie scritti tra il 1908 e il 1915, sono un esempio straordinario di come l’autore siciliano esplori la complessità delle emozioni umane attraverso situazioni quotidiane e, talvolta, straordinarie. Tra le varie tematiche trattate, quelle legate al Natale offrono spunti particolarmente interessanti per comprendere la tensione tra religiosità, tradizione e la realtà che si cela dietro la facciata di festività.
La Messa di quest’anno e le altre novelle natalizie di Pirandello presentano una riflessione a più voci sulla festa del Natale, che non si limita al luccichio della celebrazione, ma mette in luce la sofferenza, l’ironia e la disillusione. Vediamo insieme come queste diverse visioni del Natale si intrecciano nelle novelle di Pirandello.
di Luigi Pirandello
Sinossi del libro
Nelle Novelle per un anno, Pirandello propone cinque diversi sguardi sul giorno di Natale. La tensione tra il rigore pauperistico di un parroco e la devozione popolare delle pie donne del paese. Una festa che termina in pianto. La figura di un Gesù furtivo e pallido che erra per vie deserte nella notte in cui si celebra la sua nascita. Un presepe di guerra nel quale pecore, pastori e Magi vengono sostituiti da soldatini di stagno con i fucili spianati contro la grotta di Betlemme. E un pranzo della festa attraversato con ironia da astuzie e malintesi.
Il rigore pauperistico del parroco e la devozione popolare
In La Messa di quest’anno, il Natale viene osservato attraverso lo sguardo di un parroco, il cui zelo per la carità si scontra con la realtà di una comunità che vive di tradizione religiosa. Il parroco, di forte spirito pauperistico, vede nella festa una opportunità per esprimere la propria vocazione al sacrificio, imponendo alla sua parrocchia di seguire una rigida austerità.
Il contrasto tra la sua visione spirituale e la devozione popolare, fatta di una religiosità più esteriore e rituale, emerge chiaramente. Le pie donne del paese, infatti, vivono il Natale con una devozione che sembra meno severa e più legata ai sentimenti comuni. Pirandello, in questo modo, ci invita a riflettere sulla frattura tra un Natale vissuto come momento di sacrificio e uno visto come un’occasione di ritrovo e celebrazione.
La festa che termina in pianto
Il Natale, in molte delle novelle di Pirandello, non è solo un momento di gioia, ma anche di riflessione e di sofferenza. In alcune storie, la festa si conclude con un pianto amaro, come simbolo della disillusione che spesso accompagna le feste. La promessa di felicità, di unione familiare, di serenità è destinata a scontrarsi con le difficoltà della vita quotidiana. Pirandello, con la sua scrittura penetrante, riesce a cogliere questa dualità che caratterizza il Natale: da un lato il desiderio di pace e gioia, dall’altro la consapevolezza che queste emozioni sono effimere e spesso infrante dalla realtà. In questo contrasto, il Natale diventa un momento in cui si evidenziano le contraddizioni dell’esistenza umana.
Un Gesù furtivo e pallido
Un altro elemento centrale nelle novelle natalizie di Pirandello è la figura di Gesù, che appare in modo del tutto inusuale rispetto alla tradizione cristiana. In alcune storie, come La Messa di quest’anno, il personaggio di Gesù è descritto come un’ombra furtiva e pallida, che vaga per le vie deserte durante la notte di Natale. Questo Gesù non è il simbolo di speranza e salvezza, ma una figura quasi surreale, distante dalla solennità delle liturgie religiose e immersa nella solitudine e nell’incertezza.
La sua presenza sembra più una riflessione sulla condizione umana che sulla divinità, una condizione di sofferenza e di vuoto che Pirandello sa cogliere con il suo tipico pessimismo. In questa versione del Natale, Gesù non è il bambino che porta la luce, ma una figura che rispecchia l’inquietudine e il dolore di un’umanità che fatica a trovare la sua redenzione.
Il presepe di guerra
Uno dei passaggi più sconvolgenti tra le novelle natalizie di Pirandello è quello che presenta un presepe di guerra. In questo presepe, tipico della sua scrittura dirompente, i tradizionali pastori, pecore e Magi sono sostituiti da soldatini di stagno armati, con i fucili puntati contro la grotta di Betlemme. La guerra, simbolo di violenza e distruzione, sostituisce l’armonia e la pace tradizionalmente associate al Natale.
Questo presepe surreale diventa una potente metafora del conflitto interiore e sociale, che scuote le sicurezze e le speranze della festa. Pirandello trasforma il Natale in un luogo di contraddizione, in cui la guerra invade anche lo spazio sacro e simbolico della natività, e dove la purezza e l’innocenza del Natale vengono corrotte dall’orrore e dalla brutalità del conflitto.
L’ironia del pranzo di Natale
Infine, Pirandello non manca di trattare il Natale con la sua tipica ironia, che emerge in modo pungente nelle situazioni quotidiane. Il pranzo di Natale diventa il teatro di astuzie, malintesi e risentimenti nascosti. In questo scenario, il Natale non è solo un momento di celebrazione, ma anche un’occasione per far emergere le tensioni familiari, le rivalità e le ipocrisie. Pirandello sa trattare queste situazioni con il suo sguardo lucido e spietato, dove l’apparenza della festa e dell’unione familiare nasconde spesso una realtà ben più complessa e conflittuale. L’ironia in queste novelle è un modo per svelare la finzione che spesso accompagna le relazioni umane, anche in un giorno solenne come il Natale.
Il rigore pauperistico del parroco e la devozione popolare
In La Messa di quest’anno, il Natale viene osservato attraverso lo sguardo di un parroco, il cui zelo per la carità si scontra con la realtà di una comunità che vive di tradizione religiosa. Il parroco, di forte spirito pauperistico, vede nella festa una opportunità per esprimere la propria vocazione al sacrificio, imponendo alla sua parrocchia di seguire una rigida austerità.
Il contrasto tra la sua visione spirituale e la devozione popolare, fatta di una religiosità più esteriore e rituale, emerge chiaramente. Le pie donne del paese, infatti, vivono il Natale con una devozione che sembra meno severa e più legata ai sentimenti comuni. Pirandello, in questo modo, ci invita a riflettere sulla frattura tra un Natale vissuto come momento di sacrificio e uno visto come un’occasione di ritrovo e celebrazione.
La festa che termina in pianto
Il Natale, in molte delle novelle di Pirandello, non è solo un momento di gioia, ma anche di riflessione e di sofferenza. In alcune storie, la festa si conclude con un pianto amaro, come simbolo della disillusione che spesso accompagna le feste. La promessa di felicità, di unione familiare, di serenità è destinata a scontrarsi con le difficoltà della vita quotidiana. Pirandello, con la sua scrittura penetrante, riesce a cogliere questa dualità che caratterizza il Natale: da un lato il desiderio di pace e gioia, dall’altro la consapevolezza che queste emozioni sono effimere e spesso infrante dalla realtà. In questo contrasto, il Natale diventa un momento in cui si evidenziano le contraddizioni dell’esistenza umana.
Un Gesù furtivo e pallido
Un altro elemento centrale nelle novelle natalizie di Pirandello è la figura di Gesù, che appare in modo del tutto inusuale rispetto alla tradizione cristiana. In alcune storie, come La Messa di quest’anno, il personaggio di Gesù è descritto come un’ombra furtiva e pallida, che vaga per le vie deserte durante la notte di Natale.
Questo Gesù non è il simbolo di speranza e salvezza, ma una figura quasi surreale, distante dalla solennità delle liturgie religiose e immersa nella solitudine e nell’incertezza. La sua presenza sembra più una riflessione sulla condizione umana che sulla divinità, una condizione di sofferenza e di vuoto che Pirandello sa cogliere con il suo tipico pessimismo. In questa versione del Natale, Gesù non è il bambino che porta la luce, ma una figura che rispecchia l’inquietudine e il dolore di un’umanità che fatica a trovare la sua redenzione.
Il presepe di guerra
Uno dei passaggi più sconvolgenti tra le novelle natalizie di Pirandello è quello che presenta un presepe di guerra. In questo presepe, tipico della sua scrittura dirompente, i tradizionali pastori, pecore e Magi sono sostituiti da soldatini di stagno armati, con i fucili puntati contro la grotta di Betlemme. La guerra, simbolo di violenza e distruzione, sostituisce l’armonia e la pace tradizionalmente associate al Natale.
Questo presepe surreale diventa una potente metafora del conflitto interiore e sociale, che scuote le sicurezze e le speranze della festa. Pirandello trasforma il Natale in un luogo di contraddizione, in cui la guerra invade anche lo spazio sacro e simbolico della natività, e dove la purezza e l’innocenza del Natale vengono corrotte dall’orrore e dalla brutalità del conflitto.
L’ironia del pranzo di Natale
Infine, Pirandello non manca di trattare il Natale con la sua tipica ironia, che emerge in modo pungente nelle situazioni quotidiane. Il pranzo di Natale diventa il teatro di astuzie, malintesi e risentimenti nascosti. In questo scenario, il Natale non è solo un momento di celebrazione, ma anche un’occasione per far emergere le tensioni familiari, le rivalità e le ipocrisie.
Pirandello sa trattare queste situazioni con il suo sguardo lucido e spietato, dove l’apparenza della festa e dell’unione familiare nasconde spesso una realtà ben più complessa e conflittuale. L’ironia in queste novelle è un modo per svelare la finzione che spesso accompagna le relazioni umane, anche in un giorno solenne come il Natale.