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Alessio Aringoli, ”Per la media editoria il confronto diretto con il lettore è fondamentale”

Avere un dialogo costante con i propri lettori, non passando esclusivamente dall’intermediazione dei megastore online e delle grandi catene, e riportare la gente in libreria, con i librai che devono tornare a fare il loro mestiere. Sono queste le priorità della media editoria per combattere la crisi del settore secondo Alessio Aringoli...

 Il presidente di Editori Internazionali Riuniti parla della sua casa editrice ed analizza le problematicità del settore

 

MILANO – Avere un dialogo costante con i propri lettori, non passando esclusivamente dall’intermediazione dei megastore online e delle grandi catene, e riportare la gente in libreria, con i librai che devono tornare a fare il loro mestiere.  Sono queste le priorità della media editoria per combattere la crisi del settore secondo Alessio Aringoli, presidente di Editori Internazionali Riuniti, la casa editrice nata nel 1953 dalla fusione di due case editrici vicine al Partito comunista italiano(le Edizioni Rinascita animate da Valentino Gerratana e le Edizioni di Cultura Sociale dirette da Roberto Bonchio) e ripartita ad agosto del 2010, interamente diretta e gestita da giovani.

Qual è la linea editoriale della sua casa editrice?
Puntiamo essenzialmente nel cercare di realizzare prodotti che coniughino la qualità e la capacità di raggiungere un pubblico relativamente ampio, cercando di portare avanti le tradizioni dell’editoria di Sinistra italiana, rinnovandole.

All’interno del panorama editoriale italiano, come si colloca la sua realtà?
Ci collochiamo nello spettro della cosiddetta media editoria, fatta da casa editrici indipendenti rispetto ai grandi colossi editoriali, e che proprio per questo sono capaci di portare avanti progetti di un certo respiro. Riusciamo a fare tutto ciò nonostante tutte le attuali difficoltà del settore editoriale.

 

Quali sono le vostre collane di punta?
Ci strutturiamo sostanzialmente in 4 diverse aree: una linea di saggistica legata all’attualità; una linea di classici di narrativa, inediti o dimenticata, la collana delle “asce”; una linea di classici che prendiamo dal vecchio catalogo, ovvero gli “indimenticabili”; una linea di letteratura per ragazzi, costituita essenzialmente da una nuova edizione, fortemente rinnovata nelle illustrazioni e nella definizione tipografica, dell’enciclopedia della favola di Gianni Rodari. Queste 4 sono le linee fondamentali. C’è anche un po’ di saggistica teorica attuale, ma rappresenta una linea minore.

 

Il mondo dell’editoria è in continuo mutamento, tra digitale e crisi del settore. Quali sono le vostre strategie in tal senso?
Noi pensiamo che sia molto importante, di fronte alla crisi non solo dell’editoria ma più in generale del Paese, avere la capacità di innescare il più possibile dei meccanismi di confronto diretto con il lettore. Crediamo che la media editoria abbia bisogno di avere un dialogo costante con i propri lettori, e non passare esclusivamente dall’intermediazione dei megastore online e delle grandi catene. Nonostante le nostre origini lontane, siamo nati solo da qualche anno, e di conseguenza non abbiamo un “tempo di vita” dei libri sufficienze per investire nel digitale con le pubblicazioni di ebook. Tuttavia, per il 2014 abbiamo in programma di pubblicare gran parte del catalogo uscito nel 2011 in formato digitale.

 

Il mercato è in crisi. Cosa, secondo lei, occorrerebbe fare?
Alla luce della crisi attuale, credo che occorra che le librerie tornino a fare il loro mestiere.  Se oggi ci confrontiamo con il problema della trasformazione della filiera, dobbiamo renderci conto che i lettori ci sono, e vanno alla ricerca della qualità più di quanto si creda. La politica, seguita soprattutto dalle grandi catene librarie, di ridurre sempre più il catalogo in esposizione a vantaggio di pochi titoli a rotazione, credo vada a discapito non solo dell’editoria del settore, ma anche delle stesse catene librarie, le quali subiscono a loro volta la concorrenza dei mega store online. Ritengo quindi che sarebbe molto importante oggi che si aprisse una riflessione tra catene librarie ed editori per capire come sfruttare meglio i reali spazi a disposizione, al fine di riportare le persone in libreria per comprare libri.

 

Cosa rappresenta, a livello di incassi, il periodo natalizio per una casa editrice?
Essendo un periodo di regali, Natale di certo rappresenta nel corso dell’anno un momento importante. Alla luce della crisi economica attuale, si prevede per quest’ anno una decompressione del mercato. I dati che escono sui giornali sono falsati e non fotografano il reale trend del settore, perché non considerano le punte alte e basse; se leviamo la trilogia delle “50 sfumature” e altri titoli di successo, siamo tra il 30-40% di riduzione del fatturato del settore. Una contrazione fortissima, dovuta alla difficoltà da parte delle librerie di portare gente al loro interno, e della crisi economica attuale, per cui il ragionamento che “un libro è un regalo da fare a basso costo” non vale più molto. Nonostante tutti questi segnali , ci auguriamo  che questo Natale vada bene per quanto riguarda le vendite.

 

16 dicembre 2012

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