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Scrittori maledetti: 7 curiosità scabrose che forse non tutti sanno

Scopri 7 cose scabrose sugli scrittori maledetti che non conosci. Approfondisci il loro mondo oscuro e affascinante.

C’è una linea sottile, e spesso pericolosa, che separa la genialità dalla dannazione. In “Scrittori maledetti” Santiago Posteguillo ci accompagna in un viaggio affascinante e cupo tra le vite dei grandi autori perseguitati dalla censura, dall’ossessione, dall’autodistruzione. Questo piccolo libro brucia come la fiamma in copertina: pagina dopo pagina ci ricorda che la letteratura non nasce mai dal quieto vivere, ma dall’urgenza, dal rischio, dal desiderio di lasciare una traccia, anche quando il mondo ti volta le spalle.

Maledetti sì, ma anche geniali: lo sapevi che…

Oscar Wilde disse: “O si è un’opera d’arte o la si indossa.”

Cervantes pubblicò Don Chisciotte a proprie spese, vendendo i mobili.

Rimbaud, dopo aver rivoluzionato la poesia, smise di scrivere a 19 anni.

Sor Juana imparò a leggere a 3 anni… da autodidatta.

Verlaine pubblicò la sua prima poesia su una rivista cattolica.

Sade è l’autore da cui deriva il termine “sadismo”.

Scrittori maledetti: scandali, ossessioni e vite dannate

Il merito di Scrittori maledetti è restituire umanità e complessità a figure che spesso vengono stereotipate. Posteguillo non indulge nel culto della sofferenza, ma mostra come le condizioni più ostili abbiano generato capolavori. Queste biografie ,agili e appassionanti, sono perfette per chi vuole scoprire il lato nascosto della letteratura: quello dove si combatte, si ama, si muore, si sogna con la penna in mano.

Hai voglia di esplorare il lato oscuro e brillante della letteratura? Scrittori maledetti (Piemme) è la guida perfetta: breve, colto, appassionante, scritto con ritmo da romanzo e precisione da storico. Una lettura che scotta. Come la vita. Come la letteratura vera.

Verlaine: tra bottiglie, poesia e colpi di pistola

Paul Verlaine, icona del simbolismo francese, non è solo il poeta delle “corrispondenze segrete” tra suoni e profumi. È anche l’uomo che sparò all’amante Arthur Rimbaud, finendo in prigione e riscrivendo così il proprio mito romantico e autodistruttivo. La sua poesia nasceva spesso nei caffè parigini, tra assenzio e malinconie. La leggenda di Verlaine vive nell’intreccio tra poesia pura e abisso personale.

Sade, lo scrittore impronunciabile

Marquis de Sade trascorse più tempo in carcere che in libertà. Per lui la scrittura era atto estremo, provocazione, sfida al perbenismo. I suoi libri, ancora oggi oggetto di censura, furono scritti in condizioni estreme, spesso su rotoli di carta nascosti nelle celle. Fu proprio la sua penna, e non le sue azioni, a decretarne l’etichetta di “maledetto” per eccellenza.

Emily Dickinson, l’eremita della poesia

Chi pensa che la maledizione sia solo scandalo esteriore, dovrebbe rileggere Emily Dickinson. Non mise mai piede fuori dalla sua città, indossava sempre abiti bianchi, viveva rinchiusa nella sua stanza, da cui uscivano però versi immortali. L’ossessione per la morte e per l’invisibilità la rese una delle voci più potenti della poesia americana, scoperta solo postuma.

Ovidio: la censura comincia dall’imperatore

Il poeta dell’Arte di amare fu esiliato da Augusto a Tomi, sul Mar Nero, per “un carme e un errore”. Ancora oggi non sappiamo con certezza cosa lo condannò: un poema considerato immorale? Una tresca di corte? La verità è che anche nel I secolo d.C., la scrittura poteva costare la vita sociale, se non peggio. Il suo Tristia, scritto in esilio, è una delle più intense raccolte di poesia del rimpianto mai concepite.

Oscar Wilde e la condanna dell’amore

Con Il ritratto di Dorian Gray sfidò le convenzioni. Con De profundis, scritta dal carcere, ci mostrò le sue ferite. Wilde fu condannato per “grave indecenza” a causa della sua relazione con Lord Alfred Douglas. In un’epoca che perseguitava l’amore tra uomini, Wilde scelse di non rinnegarsi. Ma il prezzo fu altissimo: distrutto, povero, dimenticato da molti, morì in esilio. Oggi è simbolo di libertà e orgoglio letterario. Pertanto è uno scrittore maledetto.

Miguel de Cervantes, il più perseguitato di tutti

Lo scrittore di Don Chisciotte fu incarcerato più volte, combatté a Lepanto, perse l’uso di una mano, fu rapito dai pirati e venduto come schiavo ad Algeri. Nessuna delle sue avventure reali è meno incredibile di quelle vissute dal suo cavaliere errante. Ma la cosa più curiosa? Il suo genio fu ignorato per anni. Solo post mortem divenne ciò che oggi è: il fondatore del romanzo moderno.

Sor Juana Inés de la Cruz, la scrittrice che sfidò la Chiesa

Nel Messico del XVII secolo, Sor Juana osò qualcosa di impensabile: essere donna, suora e intellettuale. Scrisse di scienza, amore, femminismo ante litteram. Ma fu costretta all’abiura, al silenzio forzato, al rogo simbolico dei suoi libri. Santiago Posteguillo la riporta al centro della scena come eroina letteraria e martire del sapere.

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