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Che cos’è l’amicizia? Una geniale frase di Seneca (62 d.C.) ci svela chi è il vero amico

Scopri i segreti dell'amicizia grazie alla frase di Lucio Anneo Seneca tratta dal libro "Epistulae morales ad Lucilium" ("Lettere morali a Lucilio").

Che cos’è l’amicizia? Una frase di Lucio Anneo Seneca sembra fare chiarezza sulle qualità di questo importante rapporto umano che contiene una miriade di sentimenti e che è parte integrante della storia dell’intera umanità.

“amicizia, quella vera, che né la speranza, né il timore, né l’interesse possono distruggere, quella che in punto di morte non ci abbandona, quella per la quale gli uomini sono capaci di morire. Potrei ricordare molti, a cui non mancò un amico, ma l’amicizia: ciò non può accadere, allorché la concorde aspirazione al bene ed alla virtù spinge due animi ad unirsi. E perché non potrebbe accadere? perché essi sanno di avere ogni cosa in comune e soprattutto le avversità.”

Questa frase è tratta dalla sesta lettera del libro I di Epistulae morales ad Lucilium (Lettere morali a Lucilio) una raccolta di 124 lettere suddivise in 20 libri, scritte da Lucio Anneo Seneca negli ultimi mesi di vita. L’opera venne messa a punto negli anni del disimpegno politico del filosofo, tra il 62 e il 65 d.C., ed è giunta ai posteri parzialmente incompleta.

Rifletti a lungo se devi stringere amicizia con una persona. Ma quando avrai deciso, spalanca le porte del cuore: parla con lei con la stessa coraggiosa schiettezza con cui parli con te stesso…rendi partecipe l’amico di tutte le tue preoccupazioni, di tutti i tuoi pensieri. Se mostrerai di ritenerlo degno di fiducia, lo renderai tale

Il destinatario delle missive è Lucilio Iuniore, governatore della Sicilia oltreché poeta e scrittore. È tuttora incerto se si tratti di lettere effettivamente spedite oppure di una mera finzione letteraria. È comunque assai probabile che sia un epistolario reale, dato che in varie lettere Seneca sollecita una risposta da parte dell’amico.

L’amicizia una relazione vera e indistruttibile

Nel primo libro di Lettere morali a Lucilio dedica alcune epistole alla definizione di amicizia e chi può essere ritenuto un vero amico. Nella frase di Seneca, su citata, emerge con evidenza come l’amicizia sia un legame profondo, indistruttibile, che va oltre le questioni materiali e vive in ogni situazione di vita.

L’amicizia autentica non è guidata da nessun interesse personale, se non l’appartenere all’amico perché virtuoso, saggio e simbolo di bontà. È una relazione che vive di un profondo senso di unità e partecipazione, in quanto gli amici si sostengono reciprocamente, anche di fronte a qualsiasi avversità. Nell’amicizia si è disposti al sacrifico dell’uno per l’atro.

L’amicizia vera descritta nella frase di Seneca, non è una forma di relazione superficiale, ma una connessione profonda che riesce a sopravvivere perfino alla morte. Una visione in linea con lo stoicismo, soprattutto del tardo impero romano, che prendeva il nome di “nuova Stoà.”

Un amico non può essere definito tale se non trasmette fiducia

Il concetto di amicizia in realtà è affrontato in altre lettere dello stesso libro primo delle Epistulae morales ad Lucilium. Nella terza lettera inzia il confronto con l’amico Lucilio su questo importante tema.

Seneca infatti fa notare a Lucilio, che in una lettera che questi gli aveva inviato per mano di un “amico”, gli raccomandava di non trasferire a questo personaggio nessuna informazione. Di fatto avendo affermato ciò la persona che si è fatta portatrice della missiva non può essere in nessun modo definito un amico. Non è questa la definizione giusta da utilizzare, perché non può essere amico una persona della quale non si ha fiducia.

“Se, però, ritieni tuo amico uno nel quale non riponi la stessa fiducia che in te stesso, sei completamente fuor di strada ed ignori in che cosa consista la vera amicizia. Consigliati pure in ogni cosa con l’amico, ma rifletti attentamente su di lui: una volta che si è stretta amicizia bisogna che ci sia piena fiducia; prima di stringere amicizia occorre giudicare…”

“Rifletti a lungo se devi stringere amicizia con una persona. Ma quando avrai deciso, spalanca le porte del cuore: parla con lei con la stessa coraggiosa schiettezza con cui parli con te stesso.”

È chiaro il senso delle parole di Seneca. Non si può in nessun modo considerare amico colui del quale non si ha totale fiducia e vi si riconosce un’appartenenza totale. Quindi prima di chiamare una relazione amicizia è bene saper “giudicare” con chi si ha che fare e se questa persona ha le giuste virtù per diventare parte integrante della vita.

La persona saggia ha sempre bisogno di veri amici

Nella nona lettera del libro primo Lucio Anneo Seneca offre un altro contenuto riguardo all’amicizia. Chi è davvero saggio e virtuoso può stare senza un amico, “ne sopporta con animo sereno la perdita” o la mancanza.

“Il saggio anche se è pago di sé stesso, tuttavia vuole avere un amico, almeno per praticare l’amicizia, affinché una virtù tanto importante non sia trascurata. Egli non mira già allo scopo, enunziato da Epicuro, cioè ad avere uno che lo assista ammalato, lo soccorra chiuso in carcere o ridotto in miseria, bensì ad avere uno che egli ammalato possa assistere, prigioniero liberare.”

La vera amicizia non è convenienza

Non è la convenienza che costruisce l’amicizia in nessun modo. Il risultato sarebbe dannoso per entrambi i “presunti amici”. E qui Seneca sottolinea ciò che dice con una domanda.

“«A che scopo», mi dirai tu, «ti procuri un amico?». Affinché possa avere una persona per la quale io muoia, una persona che io accompagni in esilio, che, in pericolo di morte, io salvi offrendo e sacrificando la mia stessa vita”

“L’amore di per sé, non curandosi di alcuna altra cosa, eccita negli animi il desiderio della bellezza assieme alla speranza di un reciproco affetto…«E come si accosta a lei?». Con lo stesso animo col quale andrebbe verso una cosa bellissima, non attirato dall’interesse né spaventato dall’incostanza della fortuna.”

L’amicizia fa parte di un impulso primordiale

L’amicizia è qualcosa che nasce dall’istinto dell’uomo a non stare da solo. Gli umani hanno cercato sempre di unirsi in società, proprio per fuggire dall’amara solitudine. L’amicizia non fa che rendere questo istinto compiuto nel senso più alto.

“Vivere” la propria esistenza con amici veri finisce inevitabilmente per arricchire, per offrire maggiore virtù e saggezza. L’amicizia completa dice Seneca nelle sue lettere e rende migliori.

“l’amicizia è innata in noi come quella di tante altre cose. Come la solitudine ci riesce odiosa e desideriamo di vivere in società, come gli uomini per natura si uniscono tra di loro, così anche nel sentimento dell’amicizia opera uno stimolo tale che noi vi tendiamo con tutta l’anima.”

Bisognerebbe fare tesoro di queste indicazioni che ci offre Seneca. Colpisce che oggi si è perso il senso dell’amicizia, convinti che si possano costruire relazioni semplicemente perché si interagisce per aumentare il numero degli amici. Oggi, gli amici si misurano in numeri e non in qualità umana, personalità, virtù e saggezza.

Stiamo per certi versi rinunciando a qualcosa di davvero importante ovvero poter apprezzare e vivere la vera amicizia.

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