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“L’asservimento delle donne” di John Stuart Mill, un manifesto di uguaglianza e libertà

John Stuart Mill con il suo libro invita a riflettere sulla necessità di costruire una società più giusta e inclusiva, dove l’uguaglianza di genere sia finalmente una realtà consolidata.

Negli ultimi anni il libro La libertà. L’utilitarismo. L’asservimento delle donne di John Stuart Mill ha acquisito nuova rilevanza, non solo come documento storico, ma anche come testo capace di parlare al presente. Pubblicato nel 1869, l’opera rappresenta uno dei primi e più lucidi manifesti a favore dell’uguaglianza di genere, nonché una critica radicale ai sistemi di potere patriarcale che, secondo Mill, ostacolano il progresso morale, sociale ed economico della società. Scritta con il contributo intellettuale di Harriet Taylor, moglie e ispiratrice di Mill, questa opera non è solo un prodotto del pensiero liberale e utilitarista, ma una pietra miliare del pensiero femminista moderno.

Mill utilizza una rigorosa argomentazione razionale per denunciare la subordinazione delle donne, descrivendola come una forma di ingiustizia non diversa dalla schiavitù. Attraverso il prisma dell’utilitarismo, che pone la felicità generale come obiettivo ultimo, Mill evidenzia come l’emancipazione femminile non sia solo un dovere morale, ma anche una condizione imprescindibile per il benessere collettivo. In un’epoca in cui il suffragio universale e i diritti civili erano ancora lontani dall’essere realtà, il filosofo si scaglia contro le norme sociali che impedivano alle donne di sviluppare pienamente il loro potenziale.

L’attualità del testo è sorprendente: in un mondo ancora segnato da disuguaglianze di genere e discriminazioni sistemiche, L’asservimento delle donne continua a rappresentare una guida per chi lotta per l’equità. L’opera pone domande fondamentali sulla giustizia, la libertà individuale e il rapporto tra progresso sociale e riconoscimento dei diritti umani, offrendo spunti che trovano eco nelle battaglie contemporanee per l’uguaglianza. Questo testo, quindi, non è solo una testimonianza storica, ma un invito a riflettere sulla necessità di costruire una società più giusta e inclusiva, dove l’uguaglianza di genere sia finalmente una realtà consolidata.

La libertà. L’utilitarismo. L’asservimento delle donne di John Stuart Mill

Sinossi del libro

Negli ultimi anni l’opera di Mill è stata oggetto di un rinnovato interesse. Lo si deve al suo impegno in difesa dei diritti civili e al tentativo di conciliare il criterio della felicità generale, principio guida dell’utilitarismo classico, con il rispetto dell’autonomia individuale che sta a fondamento della teoria liberale.

I tre scritti etici che qui si propongono – La libertà (1854), L’utilitarismo (1861) e L’asservimento delle donne (1869) – mostrano i principi cardine della sua filosofia. Principi che ritroviamo nell’impegno per la libertà di espressione e l’autonomia nelle scelte personali, contro qualsiasi coercizione da parte dell’opinione pubblica e dello Stato, nella campagna per il riconoscimento del diritto di voto alle donne e nella battaglia per l’annullamento di ogni forma di discriminazione tra i sessi.

Un’opera rivoluzionaria nel contesto del XIX secolo

Pubblicato nel 1869, L’asservimento delle donne di John Stuart Mill rappresenta uno dei primi e più significativi manifesti per l’uguaglianza di genere. L’opera, scritta con la collaborazione della moglie Harriet Taylor, sfida le convenzioni patriarcali della società vittoriana e denuncia con fermezza la subordinazione delle donne, equiparandola a una forma di schiavitù. Mill sostiene che la disuguaglianza non sia un dato naturale, ma una costruzione sociale radicata nell’abitudine e nella tradizione, e che il progresso morale e intellettuale dell’umanità dipenda dall’emancipazione femminile.

Mill articola il suo pensiero con un approccio razionale, basato sull’utilitarismo classico, e argomenta che il pieno riconoscimento dei diritti delle donne non solo sia giusto, ma anche vantaggioso per il bene collettivo. La parità tra i sessi, secondo Mill, è un prerequisito per una società libera e prospera.

Diritti civili e autonomia personale: una questione universale

Mill lega strettamente la questione femminile al tema dei diritti civili e dell’autonomia individuale, principi cardine della teoria liberale. Egli rifiuta qualsiasi forma di coercizione, sia essa imposta dallo Stato o dall’opinione pubblica, e difende con forza la libertà di scelta. Nel suo ragionamento, il mancato accesso delle donne all’istruzione, alla carriera e al voto rappresenta non solo un’ingiustizia individuale, ma un ostacolo al pieno sviluppo della società.

Questa visione trova eco nelle contemporanee battaglie per i diritti umani, in cui la discriminazione di genere è riconosciuta come una violazione della dignità e dell’autonomia personale. Le campagne per la parità salariale, contro la violenza di genere e per il riconoscimento delle donne in ruoli di leadership rappresentano una continuità con l’impegno di Mill.

Un parallelo con il presente: le sfide dell’uguaglianza

Negli ultimi anni, L’asservimento delle donne ha conosciuto un rinnovato interesse, grazie alla sua attualità in un’epoca in cui il dibattito sui diritti delle donne è più vivo che mai. La disparità di genere, nonostante i progressi compiuti, rimane una questione globale. Da un lato, i movimenti femministi contemporanei, come #MeToo, hanno messo in luce le persistenze di un sistema patriarcale, dall’altro le legislazioni di molti Paesi continuano a riflettere norme discriminatorie.

La critica di Mill all’assunto che la subordinazione delle donne sia “naturale” è particolarmente rilevante oggi, quando stereotipi di genere continuano a influenzare le aspettative sociali e professionali. Inoltre, la sua fiducia nel potenziale emancipatorio dell’istruzione risuona nel dibattito odierno sull’importanza di garantire pari opportunità educative a tutti, indipendentemente dal genere.

L’attualità del pensiero di Mill

La filosofia di Mill non si limita a rivendicare l’uguaglianza come un diritto fondamentale, ma insiste sull’idea che la libertà di ogni individuo sia il fondamento per una società giusta e prospera. Questo concetto è alla base delle moderne teorie sui diritti umani e sulle politiche di inclusione.

Il suo approccio utilitarista offre una prospettiva utile per affrontare le questioni contemporanee: se l’uguaglianza di genere contribuisce al benessere collettivo, allora la discriminazione è non solo immorale ma anche inefficiente. Le argomentazioni di Mill sono oggi un richiamo potente per legislatori, attivisti e cittadini a proseguire nella lotta per una società in cui l’uguaglianza non sia più un’aspirazione, ma una realtà.

L’attualità de L’asservimento delle donne risiede nella sua capacità di affrontare questioni universali che travalicano i confini temporali e culturali. Il libro di Mill non è solo una denuncia delle ingiustizie del suo tempo, ma anche un invito a riconoscere che la strada verso l’uguaglianza è ancora lunga. Oggi, come allora, le sue parole ci esortano a mettere al centro del progresso sociale la libertà e l’autonomia di ogni individuo.

L’autore

John Stuart Mill, filosofo ed economista inglese, John Stuart Mill è stato una figura chiave del pensiero liberale e utilitarista del XIX secolo. Nato a Londra e cresciuto sotto l’influenza del padre James Mill, Mill si distaccò progressivamente dall’educazione rigida ricevuta, elaborando un pensiero autonomo che abbracciava empirismo e rifiuto delle metafisiche.

Difensore della libertà individuale, Mill si oppose all’ingerenza pubblica nella sfera privata, sottolineando l’importanza della varietà di opinioni e della libertà di espressione contro il conformismo. Abbracciò il principio utilitarista della “massima felicità per il maggior numero”, ma ne arricchì il significato distinguendo tra piaceri di qualità diversa e includendo la piena realizzazione, anche spirituale, degli individui.

In politica, fu un fervente sostenitore dell’uguaglianza, promuovendo il suffragio universale, la parità di genere e l’abolizione della schiavitù. La sua visione economica, espressa nei Principles of Political Economy (1848), conciliava il liberismo con criteri di equità sociale. Mill approfondì la teoria del valore basata sul costo di produzione e i vantaggi comparati nel commercio internazionale, oltre a studiare le crisi economiche come fenomeni di speculazione legati al credito.

Tra le sue opere principali si annoverano A System of Logic (1843), On Liberty (1859), Utilitarianism (1863) e The Subjection of Women (1869), che rappresentano pietre miliari nel dibattito su libertà, etica, economia e diritti civili.

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