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L’ora senza ombre, un’antologia di contrasti e consapevolezza

Vi suggeriamo l'antologia "L'ora senza ombre": un immersivo viaggio introspettivo tra fotografie e narrazioni alla scoperta del proprio Sé.

L’ora senza ombre è una raccolta che va oltre la semplice antologia, unendo la narrazione del sé e la fotografia in un dialogo profondo tra parola e immagine. Curata da In allarmata radura e pubblicata da Pidgin Edizioni, quest’opera rappresenta una riflessione corale sulla condizione umana, mettendo insieme sedici autori e altrettanti fotografi, tutti chiamati a esplorare le tensioni e le contraddizioni del tempo e dell’identità.

L’opera beneficia del sostegno del Ministero della Cultura e di SIAE nell’ambito del programma “Per Chi Crea”

L’ora senza ombre 

Sinossi dell’antologia

“L’ora senza ombre” è un’antologia composta da sedici saggi narrativi, ciascuno accompagnato da una fotografia in bianco e nero. Gli autori coinvolti, tra cui alcuni dei più interessanti nomi della narrativa contemporanea italiana come Ester Armanino (vincitrice Premio Kihlgren Opera Prima, Premio Viadana Giovani, Premio Zocca e Premio per la Cultura Mediterranea), Veronica Galletta (vincitrice Premio Campiello Opera Prima, finalista al Premio Strega), Francesca Mattei (finalista Premio Pop e Premio John Fante), Simone SauzaFrancesco SpiedoAlessandro BusiFabiana CastellinoDeborah D’AddettaLivia Del GaudioAurora Dell’OroLeonardo DucrosAntonio EspositoGabriele EspositoMario Emanuele FevolaMaria Teresa RovittoAlexandrina Scoferta, si confrontano con tematiche universali quali l’identità, la memoria, la violenza, la morte e la consapevolezza di sé.

Ciascun racconto è un frammento intimo che esplora la narrazione personale in un costante gioco di luci e ombre, di verità e menzogne, dove l’io diventa il punto di partenza per una riflessione più ampia sulla condizione umana. L’introspezione, lontana dall’essere un mero esercizio egocentrico, diventa qui uno strumento per svelare fragilità e forze nascoste, per aprire ferite che rivelano nuove consapevolezze.

Le fotografie, curate da Tito Ghiglione e realizzate da artisti come Nicola Villa, Claudia Jares e Barbara Cannizzaro, non sono semplici illustrazioni, ma vere e proprie opere autonome che dialogano con i testi, creando un ponte visivo tra il bianco e il nero, tra la luce e l’oscurità, temi centrali dell’antologia. Le immagini, caratterizzate da un forte contrasto cromatico, riecheggiano le tensioni presenti nelle narrazioni, amplificandone il significato e offrendo al lettore una nuova prospettiva.

La struttura dell’opera riflette il percorso simbolico del mezzogiorno, il momento in cui il sole è allo zenit e le ombre scompaiono, creando un’assenza inquietante ma anche illuminante. Questa tensione tra luce e ombra, tra chiarezza e mistero, è ciò che lega i racconti e le immagini, creando una narrazione corale che spinge il lettore a confrontarsi con le proprie ombre, con la propria vulnerabilità e, infine, con la propria umanità.

Il Simbolismo del mezzogiorno: tra luce e oscurità

Il titolo L’ora senza ombre richiama un concetto affascinante e antico. Per i greci, il mezzogiorno era l’ora più temibile, un momento in cui la luce più intensa nascondeva pericoli oscuri. Era l’ora in cui le ombre scomparivano e i demoni venivano liberati dalla loro prigione d’ombra. Questa immagine potente serve da base per l’intera antologia, che utilizza il simbolismo della luce e dell’ombra per esplorare i confini dell’identità, dell’anima e della consapevolezza.

Il mezzogiorno, con la sua luce accecante, rappresenta un momento di transizione e vulnerabilità. L’ora senza ombre sfrutta questo paradosso per suggerire che solo affrontando la contraddizione tra luce e oscurità, tra ciò che è visibile e ciò che è nascosto, si può raggiungere una forma di consapevolezza, per quanto fragile e in costante movimento. Come evidenziano Livia Del Gaudio e Fabiana Castellino nella prefazione, il bianco accecante non è mai privo di profondità; al suo interno si cela l’oscurità, e solo restando in questa tensione si può cogliere la complessità dell’esistenza.

La narrazione del Sé: frammentazione rivelatrice

Il cuore pulsante dell’antologia è la narrazione del sé, affrontata da ogni autore con un approccio personale e unico. I sedici saggi narrativi offrono una varietà di prospettive sulla condizione umana, spaziando dal racconto delle radici alla riflessione sulla morte, dalla rappresentazione della violenza all’esplorazione dell’identità urbana.

Autori come Ester Armanino, Veronica Galletta e Gabriele Esposito si confrontano con le diverse forme della memoria e dell’introspezione, utilizzando la scrittura come uno strumento per indagare l’io e il suo posto nel mondo. I loro racconti mettono in scena un io che si frammenta e si ricompone, rivelando verità nascoste sotto la superficie delle cose. La narrazione del sé, in questo contesto, diventa un esercizio di vulnerabilità e onestà, un processo in cui l’io non è mai statico, ma in continua evoluzione.

Secondo la prefazione, queste narrazioni non sono semplici riflessioni personali, ma si trasformano in “coltelli” capaci di aprire ferite profonde all’interno del corpo del testo. Il sé diventa un punto di partenza, un ombelico da cui si dipanano fili che esplodono verso l’esterno, coinvolgendo il lettore in un vortice di emozioni e pensieri contrastanti. Questo approccio alla scrittura come atto di scoperta e svelamento è centrale in L’ora senza ombre, che invita il lettore a confrontarsi con le proprie contraddizioni e a trovare una qualche forma di verità nel caos.

Il Ruolo della fotografia: un contrappunto visivo alla narrazione

Uno degli aspetti più innovativi di L’ora senza ombre è l’uso della fotografia come strumento di dialogo con la narrazione. Le sedici fotografie in bianco e nero, curate da Tito Ghiglione, non sono semplici illustrazioni, ma opere autonome che risuonano con i testi, creando un intreccio profondo tra parola e immagine.

Fotografi come Nicola Villa, Claudia Jares e Barbara Cannizzaro hanno contribuito con immagini che esplorano gli stessi temi affrontati dagli autori, come la frammentazione dell’io, la tensione tra luce e ombra, e la ricerca di una verità nascosta​.

Le fotografie dialogano con i racconti attraverso un gradiente cromatico che va dal bianco al nero, riflettendo i temi centrali dell’antologia. La scelta del bianco e nero non è casuale: questo contrasto visivo amplifica il contrasto narrativo, creando una sinergia tra la dimensione visiva e quella testuale che rende l’opera ancora più potente.

Le immagini offrono una prospettiva diversa, un contrappunto visivo che arricchisce la narrazione e invita il lettore a vedere oltre le parole.

Utopie ed eterotopie: lo spazio dell’identità

L’antologia esplora anche concetti filosofici profondi, come l’idea di eterotopia sviluppata da Michel Foucault. L’eterotopia è uno spazio “altro”, un luogo che esiste ma che è separato dal contesto ordinario. In L’ora senza ombre, lo specchio diventa una metafora di questa separazione. Esso riflette l’immagine dell’io, ma al tempo stesso crea una distanza tra il sé e la sua rappresentazione, offrendo uno spazio di riflessione e rivelazione.

Questa idea di uno spazio liminale, in cui l’io è costantemente messo in discussione, è centrale nell’antologia. Ogni racconto, ogni immagine, rappresenta un momento in cui l’io si trova a confronto con una realtà che non è mai del tutto stabile, ma sempre in bilico tra ciò che è e ciò che appare. L’eterotopia diventa così una metafora della condizione umana, un luogo in cui l’identità viene costruita e decostruita​.

 

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