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“Di notte” (2010) di Mariangela Gualtieri, la straordinaria poesia da leggere quando finisce il giorno

"Di notte" è la preziosa poesia in cui Mariangela Gualtieri celebra la sacralità degli ultimi momenti della giornata.

Esiste un momento più poetico della sera, quando metà del mondo rallenta, si ferma e chiude gli occhi rifugiandosi sotto il firmamento stellato? “Di notte” di Mariangela Gualtieri racconta la magia della sera dal punto di vista di chi rimane sveglio a contemplare i preziosi istanti che si dipanano nel cuore della notte, traendo ispirazione, magari, per riflettere, sognare e scrivere.

“Di notte” di Mariangela Gualtieri

Di notte
le mille faccende riposte
il chiacchierio delle cose
ottuso chiuso a chiave nello scrigno nero
e il tempo davanti pare esteso
e le stelle mandano lo sfolgorio
fin dentro le mie pupille chiuse.

Che notte di neve meravigliosa
dentro, nelle falde del cuore acceso
a tutto motore, che partitura
di silenzio e di luce.

Domani ancora caricheremo il fardello
faremo la fatica delle sporte
dolorose e del peso. Domani
tenteremo di destreggiarci
fra le spine del giorno.
Staremo nel precipizio delle faccende.
E poi di nuovo la notte col suo premio
di sospensione distesa.

La notte
che talmente avvicina l’oltretomba
e tutto il di là della vita
con le creature addormentate nel bosco
e la sua corda tesa di buio.

La notte su metà del pianeta
con mani addormentata sui cuscini
e occhi che si chiudono dentro tutte le case.

E ora da qui, dal nocciolo più interno
della notte, rifletto e accetto
l’alta compitazione, l’investitura
in scrittura terrestre, della sacrosanta vita
attutita, come imbottita e sepolta
nei corpi del genere umano.

Il significato di questa poesia

Dove leggere “Di notte” 

Dentro Bestia di gioia, raccolta che pulsa di carne e di anima, Mariangela Gualtieri orchestra un inno alla vita nella sua forma più cruda e al contempo più miracolosa.

Il titolo stesso della silloge, così ossimorico e viscerale, anticipa l’equilibrio instabile che la poetessa ama esplorare: quello tra il dolore e la luce, tra la fatica del vivere e la gratitudine di esserci.

“Di notte” si inserisce in questo tessuto poetico come una pausa respirata, una parentesi luminosa nella sequenza intensa dei giorni. Qui, la “bestia” si placa e si fa docile, si rifugia nella quiete notturna dove la gioia, per una volta, non deve lottare per esistere, ma semplicemente si posa, lieve. La notte diventa dunque luogo di sospensione, ma anche di verità: è il tempo che smette di correre, che si allunga, e che concede all’essere umano il dono di ritrovarsi in se stesso.

Lo stile della poesia

Lo stile di Mariangela Gualtieri in questa poesia è come un canto che nasce dal respiro profondo del mondo. I suoi versi sembrano fluttuare in un tempo dilatato, fatto di immagini sospese e di accostamenti inaspettati.

La poetessa adopera un linguaggio evocativo e sensoriale, che non spiega ma suggerisce, non racconta ma dischiude. È l’uso dell’ossimoro, della sinestesia, della metafora a rendere il testo un piccolo miracolo lessicale.

Le parole si incastrano come per necessità, eppure con una leggerezza che sa di danza. La “partitura di silenzio e di luce” è emblematica di questo stile: un suono che non fa rumore, ma risuona nelle profondità dell’anima. I versi non obbediscono alla metrica, ma alla musica interiore di chi scrive.

Così il lettore è invitato a rallentare, a indugiare, a perdersi dentro immagini come “la corda tesa di buio”, che non si comprendono con la ragione, ma si abitano con il sentimento.

Un tempo sacro 

Di notte è una meditazione intima e universale sul valore del buio come tempo sacro. La notte, per Gualtieri, non è solo assenza di luce: è un grembo materno che ci accoglie, ci sospende e ci rigenera. È nel silenzio e nella stasi che la poetessa trova lo spazio per riflettere e per accettare “l’investitura in scrittura terrestre”.

Di giorno si è presi nella “fatica delle sporte”, nel “precipizio delle faccende”: un’immagine di dolore quotidiano che ciascuno conosce. Ma la notte, con le sue creature addormentate e le sue case silenziose, concede un premio: quello della riconnessione profonda, dell’intimità ritrovata con se stessi.

Scrivere, per Mariangela Gualtieri, diventa allora un atto sacro, una missione che nasce proprio da quel “nocciolo più interno della notte”. Ed è da lì, dal cuore buio ma vivo della pausa notturna, che può fiorire una parola vera, capace di raccontare la vita “attutita, come imbottita e sepolta nei corpi del genere umano”.

È una poesia che consola e riconcilia, che ricorda a chi legge che la notte non è il contrario del giorno, ma il suo contrappunto necessario, la sua carezza segreta.

Mariangela Gualtieri

Mariangela Gualtieri (Cesena, 1951) è una poetessa e scrittrice italiana.

Laureata in architettura allo IUAV di Venezia, ha scoperto la vocazione poetica dopo il 1983, dopo aver fondato, insieme al regista e amico Cesare Ronconi, l’innovativa compagnia Teatro Valdoca.

L’opera di Mariangela Gualtieri spesso accentua l’inadeguatezza della parola alla comunicazione umana (“per il linguaggio che può simulare la sapienza”) ed il bisogno di ricerca di semplicità nel codice linguistico per poter narrare la bellezza del mondo.

Le sue poesie sono intrise di bellezza, di delicata armonia, di gratitudine nei confronti del mondo e delle lettere.

L’autrice di “Di notte” è una delle voci più interessanti della poesia italiana contemporanea.
Fra i suoi componimenti più celebri c’è senza ombra di dubbio “Bello mondo“, che è stato recitato da Jovanotti sul palco dell’Ariston a Sanremo 2022 e ha emozionato i milioni di spettatori del Festival.
Gratitudine, amore, tenerezza nei confronti del sé, del mondo che ci circonda e della cultura, delle lettere che ci hanno plasmato: questa è la cifra della poetica di Mariangela Gualtieri, fatta di armonie, pause, parole semplici che associate ad altre creano commoventi accostamenti.
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