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Francesca Del Rosso, ”Nel mio libro racconto com’è possibile sconfiggere il cancro”

La giornalista e scrittrice ci presenta “Wondy”, il romanzo in cui racconta come ha lottato e vinto contro il cancro

MILANO – Scrivere per lei è stato un viaggio a doppio senso: dava energia ai suoi lettori e al tempo stesso ne riceveva. È anche così, grazie innanzi tutto a un blog tenuto su Vanity Fair, che Francesca Del Rosso è riuscita a conservare il suo sorriso e la sua ironia durante le sue “chemioavventure”. Ed è anche da qui che ha tratto la forza per essere “Wondy”, una wonder woman capace di vincere la sfida più dura della sua vita. Proprio a “Wondy” è intitolato il romanzo in cui lei racconta, sempre con leggerezza, il percorso l’esperienza della malattia, dal momento in cui le vengono diagnosticati due “sassolini” al seno alla guarigione. Dopo nove giorni dall’uscita il libro era già alla terza edizione e domani l’autrice sarà ospite a “Le invasioni barbariche” su La7.

Perché ha deciso di raccontare l’esperienza della malattia prima in un blog e poi in un libro?
È nato tutto un po’ per caso. Ero alle prese con la recidiva, ero appena stata operata e avevo voglia di condividere la mia esperienza e affrontare in modo diverso la seconda sessione di chemioterapia. Essendo una giornalista che ama “scribacchiare” non ho voluto rinunciare a scrivere. Ho proposto il blog sulle mie chemioavventure a Vanity Fair ed è stato subito accolto con entusiasmo. Quando ho capito quanto fosse importante condividere certi momenti, ho deciso che potevo fare un salto di qualità e ho proposto un romanzo.

Sia nel blog sia nel libro racconta la sua esperienza con grande ironia, sempre con il sorriso. Crede che tenere un blog e condividere la sua esperienza con altre persone l’abbia aiutata a tener duro nei mesi della chemioterapia?
Assolutamente sì. È stato un viaggio a doppio senso. Davo energia ai lettori e ne ricevevo ancora di più per andare avanti. La condivisione di pensieri, segreti, sogni e libri da leggere è stata un’arma vincente quanto l’autoironia.

Cosa ha aggiunto la scrittura del libro al blog?
Il libro è un romanzo in tutto e per tutto. Dentro a quelle trecento pagine c’è parte della mia vita ma non solo. Il tipo di scrittura è più narrativo, ho fatto un grande sforzo stilistico e lo stile è meno asciutto e immediato, ma non ho rinunciato all’ironia e alla leggerezza. Ho lavorato sodo per dare al memoir una struttura solida e incollare il lettore alla sedia. Spero di esserci riuscita.

Qual è il messaggio che spera di passare ai suoi lettori?
Il messaggio intrinseco è molto semplice: bisogna essere ottimisti e coltivare gli affetti. È fondamentale credere in noi stessi – perché tutti noi abbiamo super poteri nascosti! – e non abbattersi di fronte ai momenti bui, imparando che è giusto chiedere aiuto.

In particolare, a chi lotta contro il cancro, cosa vorrebbe dire con il suo libro?
Quello che dico a tutti. Dobbiamo cercare di vivere una vita piena per non avere rimpianti, goderci tutto quello che abbiamo senza pensare di avere tempo. In particolare il tumore al seno è molto frequente e colpisce una donna su otto, ma si può guarire e prevenire.

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