Che cos’è la bellezza? Khalil Gibran ci offre una definizione articolata e profonda su che cosa significhi il concetto di “Bello”. Lo fa attraverso metafore utili alla comprensione, attraverso una poesia in prosa che dona parole in grado di far arrivare a tutti il significato vero del termine.
Sulla bellezza è una poesia tratta dalla raccolta di poesie in prosa Il Profeta (The Prophet) di Khalil Gibran, pubblicata a New York, dall’editore Knopf per la prima volta nel 1923. Il Profeta fino ad oggi è stata tradotta in oltre 100 lingue e non è mai andata fuori catalogo.
Gibran nella sua definizione cerca di guidare oltre le convenzioni, la bellezza è qualcosa che travalica le mere proiezioni dei desideri umani, la vera bellezza risiede nella capacità individuale di meraviglia e di connessione l’Assoluto. Rispetto alle altre poesie presenti nel libro del poeta libanese, questo poema è più filosofico e si concentra sull’essenza della bellezza, piuttosto che su specifiche esperienze umane. Condivide il tema centrale della spiritualità, ma lo affronta attraverso una lente più astratta e contemplativa.
Leggiamo la poesia di Khalil Gibran per esplorare il vero significato della bellezza.
Sulla Bellezza di Khalil Gibran
E un poeta domandò: Parlaci della Bellezza.Ed egli rispose:
Dove cercherete la bellezza, e dove pensate di trovarla, se non sarà lei stessa vostra via e vostra guida?
Come potrete parlarne, se non sarà lei stessa la tessitrice del vostro discorso?L’afflitto e l’offeso dicono: «La bellezza è benevola e gentile.
Cammina tra noi come una giovane madre, quasi schiva del proprio splendore».
E l’appassionato dice: «No, la bellezza è qualcosa di possente e pauroso;
Come tempesta, fa tremare la terra sotto di noi e il cielo sopra di noi».Lo stanco e l’accasciato dicono: «La bellezza è un tenue bisbiglio. Parla nel nostro spirito.
La sua voce si adegua al nostro silenzio come una debole luce che trema per timore dell’ombra».
Ma l’irrequieto afferma: «Abbiamo udito il suo grido tra i monti,
E col suo urlo un rumore di zoccoli, e un battere di ali, e un ruggire di leoni».A notte i guardiani della città dicono: «La bellezza sorgerà a oriente con l’aurora».
E nel meriggio gli operai e i viaggiatori dicono:
«L’abbiamo vista affacciarsi sulla terra dalle finestre del tramonto».D’inverno, chi è isolato dalla neve dice: «Arriverà a primavera, saltellando sulle colline».
E nel calore dell’estate, i mietitori dicono: «L’abbiamo vista danzare con le foglie d’autunno, e aveva tra i capelli uno spruzzo di neve».
Tutto questo avete detto della bellezza,
Ma in realtà, non parlavate di lei, ma di bisogni insoddisfatti;
La bellezza non è un bisogno, ma un’estasi.Non è una bocca assetata né una mano vuota protesa,
È piuttosto un cuore infiammato e un’anima incantata.
Non è l’immagine che vorreste vedere, e non è il canto che vorreste udire,
È piuttosto un’immagine da vedere a occhi chiusi e un canto da udire con le orecchie tappate.
Non è la linfa nei solchi della corteccia, né un’ala accanto a un artiglio.
È piuttosto un giardino sempre fiorito, e una moltitudine d’angeli eternamente in volo.Popolo d’Orphalese, la bellezza è la vita quando la vita toglie il velo dal proprio volto santo.
Ma voi siete la vita e siete il velo.
La bellezza è l’eternità che si contempla in uno specchio.
Ma voi siete l’eternità e siete lo specchio.
Che cos’è la bellezza per Khalil Gibran
Sulla bellezza è una poesia in prosa di Khalil Gibran che riesce a trasferire un concetto del bello che va oltre i bisogni e i desideri individuali. Una cosa è bella, seguendo ciò che afferma Almustafa, il profeta, al popolo di Orphalese, quando riesce a superare i bisogni, i desideri individuali e riesce a svelare tutta se stessa nella sua essenza.
Kahlil Gibran sviluppa una definizione di bellezza che va oltre le credenze ristrette sull’argomento, creando al contempo una qualità mistica e onirica attraverso la descrizione dei vari concetti errati del popolo orfalino.
Il poeta attraverso l’uso di immagini nei suoi versi rafforza l’importanza di abbracciare la bellezza come intrinseca al presente, al vivere piuttosto che al desiderio personale.In tutto il poema, la bellezza è indicata con pronomi femminili quando viene personificata per facilitare un’immagine più atipica della bellezza, utilizzando la familiarità della bellezza come concetto femminile.
La creazione e la successiva sovversione dell’archetipo femminile da parte di Gibran è evidente nella presentazione iniziale della bellezza come “gentile e delicata” e poi come “una cosa potente e temibile”.
Khalil Gibran ci offre la definizione che ciascun membro della comunità darebbe alla bellezza, proprio per sottolineare che la bellezza è in ogni cosa, in ogni parte della nostra vita. È qualcosa che va oltre le singole situazioni e percezioni, ma le comprende nella sua totalità.
La bellezza per il Profeta è qualcosa che non dipende dall’esterno, ma viene percepita dall’anima. È qualcosa di molto intimo, “un’immagine da vedere a occhi chiusi e un canto da udire con le orecchie tappate.” Per Gibran la bellezza è “un’estasi”, non un bisogno.
È qualcosa che arricchisce l’anima offrendo un’immagine interiore che guarda al divino, “un giardino sempre fiorito, e una moltitudine d’angeli eternamente in volo.”
La bellezza è quando si è veri con sé stessi e con gli altri, afferma il poeta, e cosa più importante è che ciascuno umano è la bellezza, facendone parte e contenendola allo0 stesso tempo.
Proprio per questo ogni persona merita amore e ognuno deve amarsi, perché tutti nessuno escluso formano il concetto più alto di bellezza.