I versi di Jorge Luis Borges sulla gentilezza che salva il mondo

13 Novembre 2024

Leggiamo questi versi di Jorge Luis Borges tratti dalla poesia "I giusti" che ricordano a tutti noi quanto un semplice gesto possa migliorare il mondo.

I versi di Jorge Luis Borges sulla gentilezza che salva il mondo

La poesia I giusti di Jorge Luis Borges è un omaggio agli eroi anonimi, a quelle persone comuni che, con gesti semplici e apparentemente insignificanti, contribuiscono al benessere dell’umanità. Nei versi che iniziano con “Chi è contento che sulla terra ci sia Stevenson” e si concludono con “Tali persone, che si ignorano, stanno salvando il mondo”, Borges ci invita a riflettere sul valore della bontà disinteressata e sul potere delle piccole azioni quotidiane.

Attraverso questa poesia, Borges offre una visione idealista e, allo stesso tempo, profondamente umana della salvezza del mondo, non come il risultato di grandi eroi o gesta epiche, ma grazie a individui semplici e umili che operano nel silenzio. E quale giorno migliore della Giornata mondiale della gentilezza, per rileggerli:

Chi è contento che sulla terra ci sia Stevenson.
Chi preferisce che abbiano ragione gli altri.
Tali persone, che si ignorano, stanno salvando il mondo.

La gentilezza come forma della divinità, per Jorge Luis Borges

Il primo verso citato, “Chi è contento che sulla terra ci sia Stevenson”, può sembrare insolito, ma è una celebrazione della gratitudine e dell’apprezzamento per la cultura, per la letteratura e per la bellezza che si trova nei libri. Robert Louis Stevenson, autore di classici come L’isola del tesoro e Lo strano caso del dottor Jekyll e del signor Hyde, rappresenta la creatività e l’immaginazione. Essere “contenti” della sua esistenza significa avere la capacità di apprezzare ciò che di bello esiste nel mondo e di trovare ispirazione e conforto nelle opere altrui. Borges ci mostra, così, che anche il semplice fatto di provare gratitudine per qualcosa di bello e importante come la letteratura contribuisce alla bellezza del mondo.

Il verso “Chi preferisce che abbiano ragione gli altri” è un’espressione di tolleranza e umiltà. Qui, Borges elogia coloro che sono disposti a mettere da parte il proprio ego per lasciar spazio agli altri. Non si tratta di debolezza o sottomissione, ma di una forma di saggezza e rispetto verso le opinioni altrui. Questo atteggiamento è raro e prezioso: in un mondo in cui la competitività e la necessità di affermarsi spesso prevalgono, chi è capace di riconoscere il valore della verità negli altri compie un gesto di pace. Questo tipo di persone non solo evitano conflitti, ma contribuiscono a creare un ambiente di armonia e comprensione reciproca, un piccolo ma essenziale passo verso un mondo migliore.

I giusti: gli eroi silenziosi

Borges conclude i versi con la riflessione che “Tali persone, che si ignorano, stanno salvando il mondo”. La scelta delle parole “si ignorano” non è casuale: indica che queste persone non si conoscono, non agiscono per farsi notare o per ricevere riconoscimenti, ma per una sorta di impulso naturale verso il bene. Sono uomini e donne comuni, il cui valore risiede nel non avere la consapevolezza di essere “giusti” o “buoni”. Loro non si ritengono speciali, e questo li rende ancora più preziosi: operano nell’ombra, senza vanità, e proprio in questo si realizza la purezza delle loro azioni.

L’idea di “salvare il mondo” non è quindi legata a imprese grandiose, ma ai piccoli gesti che, cumulativamente, contribuiscono a un ambiente più umano e accogliente. Borges, con questi versi, sottolinea una verità essenziale: non è necessario essere dei leader o dei personaggi di spicco per fare la differenza. Anche i gesti più semplici, come rispettare l’opinione altrui o essere grati per l’arte e la bellezza, sono atti rivoluzionari che, nel loro insieme, migliorano il mondo.

In I giusti, Borges riflette una visione etica e morale che si distanzia dalla grandiosità delle tradizionali figure eroiche. Piuttosto che elogiare personaggi famosi o potenti, Borges esalta coloro che compiono piccoli gesti di bontà, onestà e umiltà. Questa filosofia di vita, che si ritrova in varie sue opere, è radicata nella sua profonda riflessione sulla natura umana e sul significato dell’esistenza. Per Borges, essere “giusti” significa vivere secondo un’etica personale, che non necessita di approvazione esterna ma si nutre di un senso di responsabilità verso il prossimo.

Borges crede che la vera salvezza del mondo risieda non nei grandi cambiamenti politici o nelle rivoluzioni, ma nella somma di tanti piccoli atti di gentilezza e comprensione. Il messaggio dell’autore è quindi un invito a non sottovalutare l’importanza delle azioni quotidiane. Se ciascuno di noi adottasse una parte di questa filosofia e la praticasse ogni giorno, forse il mondo sarebbe davvero un luogo migliore.

La poesia I giusti di Borges è un omaggio ai piccoli eroi del quotidiano, a coloro che, senza saperlo, rendono il mondo un posto più giusto e più umano. Questi versi ci ricordano che ognuno di noi ha la capacità di fare la differenza con gesti semplici, e che la vera grandezza risiede nella capacità di vivere con umiltà, gentilezza e rispetto per gli altri. Borges ci lascia con una riflessione profonda sul valore delle piccole cose e sull’importanza di coltivare un’etica del bene, anche in un mondo spesso distratto e frenetico.

In definitiva, I giusti è una celebrazione della bontà silenziosa, quella che non cerca applausi ma che, nel suo piccolo, ha il potere di cambiare il mondo. Borges ci invita a riconoscere il valore di queste persone e, forse, a cercare di essere un po’ più come loro, consapevoli che anche il gesto più semplice può contribuire alla bellezza e alla salvezza del nostro mondo.

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