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Roselina Salemi, ”Le case editrici devono analizzare l’evoluzione del mercato e le esigenze dei nuovi lettori”

Cambia il modo di leggere i libri e si sta sviluppando un nuovo tipo di lettore, meno generalista e piรน rivolto a specifici interessi, ma le case editrici rimangono ancorate alla tradizione e ai fenomeni commerciali del momento per assicurarsi il fatturato annuale. E' questo, in sintesi, l'autorevole pensiero di Roselina Salemi, giornalista e scrittrice siciliana nonchรฉ grande appassionata di letteratura...

La giornalista e scrittrice siciliana parla della sua passione della lettura e commenta le ultime tendenze in campo editoriale

MILANO – Cambia il modo di leggere i libri e si sviluppa un nuovo tipo di lettore, meno generalista e più rivolto a specifici interessi, ma le case editrici rimangono ancorate alla tradizione e ai fenomeni commerciali del momento per assicurarsi il fatturato annuale. E’ questo, in sintesi, l’autorevole pensiero di Roselina Salemi, giornalista, collaboratrice di punta de La Stampa, scrittrice siciliana nonché grande appassionata di letteratura e, come confessato lei stessa, divoratrice di libri sin dalla tenera età. La giornalista illustra quali sono le sue letture preferite e analizza come si sta evolvendo il mercato editoriale.

Come è nata la sua passione per la lettura?
Da quando ho imparato a leggere, la passione per la lettura non mi ha mai abbandonata. Quando ero piccola mi facevo comprare i formaggini, che detestavo, soltanto perché raccogliendo i punti si potevano avere i libri dei fratelli Grimm. La passione per la lettura è qualcosa con cui sono nata. Leggere rappresenta per me un modo per uscire dal mio mondo ed entrare in un altro.

 

A quali libri è particolarmente legata?
Sono una lettrice molto “onnivora”, quindi sono legata a molti libri, la maggior parte dei quali corrispondono a fasi diverse della mia vita. Sono sistematica: quando scopro un filone poi lo leggo tutto. Per esempio, durante il liceo c’è stata la fase degli scrittori sudamericani (su tutti Gabriel García Márquez e Lezama Lima). Tra le mie letture preferite “Il gabbiano Jonathan Livingston”,  “Una scrittura femminile azzurro pallido” di Franz Werfel,  “Cent’anni di solitudine” di Gabriel García Márquez, poi “Poesie e canzoni” di Bertold Brecht, che appartiene al mio periodo ribelle, “Il mercante di coralli” e “La cripta dei cappuccini” di Joseph Roth. Poi ci sono libri che ritornano nei miei anni di università, come “Il Tamburo di latta” di Günter Grass, un libro molto importante, anche per il suo contenuto politico e la capacità di ricreare la situazione reale in maniera fantastica. Poi ci sono libri che continuo a rileggere che non fanno parte di un momento specifico della mia vita, come quelli Jorge Luis Borges, scoperto l’ultimo anno del liceo e che ho continuato a rileggere trovandoci sempre delle cose nuove. Il mio racconto preferito di Borges è “La lotteria di Babilonia”. 

 

Oltre ad essere una grande lettrice, lei è una scrittrice. A quale suo libro è più affezionata?
Più che ai racconti, al lavoro teatrale e ai saggi, sono legata ai miei due romanzi: "La fontana invisibile" e "Il nome di Marina". Entrambi nascono da spunti di cronaca che ho poi scelto di raccontare in modo alieno rispetto al giornalismo, sia per il tipo di scrittura sia per le soluzioni narrative. Sono molto legata a questi due libri perché corrispondono all’idea dell’assurdo della realtà e a degli aspetti del mondo che stanno davanti ai nostri occhi e che non riusciamo a vedere. Il dono di chi scrive, sia esso giornalista o scrittore, è quello di vedere cose che molti non vedono.

Lei è una giornalista molto attenta al costume e alle tendenze, sia italiane che internazionali. Che ne pensa del fenomeno letterario degli ultimi mesi, ovvero della trilogia “50 sfumature” di E.L. James?
Credo che se questo libro fosse arrivato ad un editore italiano, difficilmente sarebbe stato pubblicato. E’ un libro il cui successo si spiega in parte con il marketing, perché arriva dagli Stati Uniti ed è stato pompato in maniera straordinaria. Non ho niente contro i fenomeni di massa e la narrativa popolare, ma ho trovato la scrittura dei tre libri assolutamente povera e ripetitiva, sia negli aggettivi sia nelle descrizioni, che va man mano esaurendosi dal primo all’ultimo libro, il più noioso dei tre. Non c’è una grande forza narrativa, ma un’idea vincente: quella di mescolare il porno-soft immaginato dalle donne ad una storia romantica tipica della narrativa rosa. Sono due cose in collisione che nella finzione narrativa l’autrice E.L. James è riuscita a mettere insieme. Come avvenuto con altri fenomeni editoriali tipo Twilight, è una forma di consumo che ti lascia poco in mano ma alla quale l’editoria di oggi, abituata al fenomeno del libro “usa e getta”, è molto legata.

In Italia si legge poco. Cosa si può fare per promuovere la lettura?
Si legge poco, ma è anche vero che il consumo della lettura è molto cambiato. Ci sono iniziative da parte di piccole case editrici la cui distribuzione delle proprie opere è difficile da misurare, anche se la diffusione di queste nuove “forme” è destinata ad aumentare. Forse diminuirà il lettore tradizionale, ma si svilupperà una nuova forma di lettore, quello che cerca cose specifiche, anche piccole, legate ai suoi interessi. Un po’ quello che è successo con la televisione ed i canali on demand, che han portato la tv generalista a perdere pubblico ed audience. Ciò non significa che la gente vede meno televisione, ma solo che ne fruisce in un modo nuovo. L’acquisto di libri digitali sia dalle piccole case editrici sia dai grandi distributori tipo Amazon non è ancora esattamente misurabile. Quindi occorrerebbe misurale i dati di vendita in questo campo e sommarli a quello dei libri di carta, allora si vedrebbe che in realtà non è così “drammatica” la situazione, constatando che è solo cambiato il lettore ed i gusti si fanno più precisi.
La narrativa oggi si concentra sui best-seller in assoluto, grazie ai quali le case editrici fanno il fatturato di un anno. Ciò è una cosa positiva per l’editore, ma penalizza lo scouting degli autori e la ricerca di buone cose. L’editore non deve solo pensare in funzione di un pubblico ipotetico, ma anche in funzione di un mondo che sta cambiando, in cui si possono trovare spazi inesplorati, con nuovi segmenti di lettori e nuovi tipi di letture. Un difetto delle case editrici è proprio quello di essere monolitiche, ovvero di arrivare troppo tardi a comprendere questi cambiamenti.

 

28 agosto 2012

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