I versi che andremo a leggere, tratti dalla poesia Febbraio di Valerio Magrelli, contenuta in Cavie, condensano in poche parole una riflessione profonda sul tempo, sulla sua percezione e sulla possibilità di un dono inaspettato. Il poeta si sofferma su un fenomeno apparentemente tecnico e impersonale – l’anno bisestile e il giorno aggiuntivo del 29 febbraio – per trasformarlo in una metafora esistenziale. L’idea che “non tutto è perduto” diventa così un messaggio di speranza, che ci invita a guardare oltre le regole imposte dal tempo e a cogliere le occasioni che esso, a volte, sa ancora offrirci.
“Non tutto è perduto
se un anno ogni quattro
perfino il calendario gregoriano
prepara un’offerta residua.”
Valerio Magrelli e la sua poesia dedicata a Febbraio, il mese “mignolo”
Il punto di partenza della riflessione di Magrelli è il calendario gregoriano, il sistema che regola il nostro tempo e che, ogni quattro anni, concede un giorno in più: il 29 febbraio. Questo meccanismo, nato per correggere il disallineamento tra il calendario e il ciclo solare, diventa per il poeta un simbolo di qualcosa che resiste alla perdita.
Nel fluire inesorabile dei giorni e degli anni, la consapevolezza del tempo che passa è spesso fonte di malinconia. Tuttavia, l’anno bisestile rappresenta un’eccezione a questa ineluttabilità: sebbene tutto sembri scorrere senza possibilità di recupero, esiste un piccolo margine di respiro, un giorno in più che il tempo stesso ci restituisce.
Questo “offerta residua”, come la definisce Magrelli, può essere letta in molti modi: può rappresentare una seconda possibilità, un’opportunità inattesa, una pausa dal consueto scorrere del tempo. È un regalo che arriva raramente, ma che proprio per questo assume un valore speciale.
Il riferimento al calendario gregoriano porta con sé un tema ricorrente nella poesia e nella filosofia: il contrasto tra il tempo misurato (quello scandito dagli orologi e dai calendari) e il tempo vissuto (quello percepito soggettivamente dagli individui).
Se il tempo cronologico è rigido e inarrestabile, il tempo esistenziale è fatto di attese, di sospensioni, di momenti che si dilatano o si restringono a seconda delle emozioni. Il giorno bisestile è un’anomalia nel tempo cronologico, ma può essere visto anche come un varco simbolico nel tempo vissuto, un momento che si apre tra la regolarità quotidiana per suggerire che, forse, l’esistenza non è così rigidamente determinata come sembra.
Il tema della speranza: non tutto è perduto
L’espressione che apre la poesia – “Non tutto è perduto” – racchiude il cuore del messaggio di Magrelli. In un mondo che spesso sembra dominato dalla perdita e dalla precarietà, l’idea che possa esistere un dono inaspettato è un’affermazione di speranza.
Questa speranza non è necessariamente legata a un evento straordinario, ma si manifesta proprio nella consapevolezza che anche il tempo, con la sua apparente rigidità, può riservare delle sorprese. È un invito a non arrendersi, a non considerare nulla come definitivamente perso, perché la vita, come il calendario, può sempre offrire un giorno in più, un’occasione imprevista per cambiare, riflettere o semplicemente esistere.
Valerio Magrelli è un poeta che ha spesso indagato il tema del tempo, della memoria e della percezione soggettiva della realtà. Nelle sue opere, il tempo non è solo un’entità astratta, ma un elemento che influenza concretamente la nostra esperienza quotidiana.
Nei versi di Febbraio, il poeta non si limita a osservare il fenomeno dell’anno bisestile, ma lo trasforma in una metafora dell’esistenza umana. La consapevolezza che il tempo possa restituire qualcosa, anche se in minima parte, diventa un modo per riflettere sulla possibilità di trovare significato anche nelle piccole eccezioni della vita.
La poesia di Magrelli ci insegna a guardare il tempo con occhi diversi. Se il calendario può concederci un giorno in più, forse anche la vita può sorprenderci con opportunità inaspettate.
L’anno bisestile diventa così un simbolo di ciò che può ancora accadere, un promemoria del fatto che non tutto è già scritto. E se un anno ogni quattro il tempo stesso si concede il lusso di un piccolo dono, forse possiamo farlo anche noi, concedendoci il beneficio del dubbio, della speranza e dell’attesa di qualcosa di nuovo.
Perché, in fondo, come ci suggerisce Magrelli, “non tutto è perduto”.
Ed ecco qua, a fine articolo, per riscaldarci ancora un po’, la poesia completa dedicata al freddo mese di inizio anno:
Febbraio
se un anno ogni quattro
perfino il calendario gregoriano
prepara un’offerta residua.La premurosa eccedenza del tempo
va intesa come norma di natura
cenno della cautela che promette
ad ogni cosa un dono bisestile.