Sei qui: Home » Poesie » “Nel cuore umano” di Giovanni Pascoli, poesia sul valore umano del bene e del male

“Nel cuore umano” di Giovanni Pascoli, poesia sul valore umano del bene e del male

Scopri la vera natura dell'animo umano grazie a "Nel cuore umano" la poesia di Giovanni Pascoli che ci fa riflettere sul giudizio che diamo agli altri.

Nel cuore umano di Giovanni Pascoli è una poesia che offre la rappresentazione esatta della vera natura umana, non esistono perfette categorie di uomini buoni e cattivi. L’animo umano può presentare il bene e il male, la stessa persona può avere lati belli e brutti.

Un pensiero quello di Giovanni Pascoli che purtroppo ancora oggi non è colto dalla maggior parte degli esseri umani troppo presi a distinguere le persone in categorie ben distinte. Il poeta di San Mauro di Romagna ci offre un saggio di profonda intelligenza che in tanti dovremmo seguire, proprio perché solo così è possibile unire culture diversi, ideologie diverse, modi di pensare diversi.

Nel cuore umano è la X e conclusiva poesia in strofa della sezione Pensieri della raccolta di poesie Miricae di Giovanni Pascoli che fu pubblicata per la prima nel 1891 e poi in successive edizioni fino al 1911, che costituisce l’edizione definitiva aggiornata con nuovi componimenti dell’autore.

Leggiamo questa splendida poesia di Giovanni Pascoli per apprezzarne il significato.

Nel cuore umano di Giovanni Pascoli

Non ammirare, se in un cuor non basso,
cui tu rivolga a prova, un pungiglione
senti improvviso: c’è sott’ogni sasso
lo scorpïone.

Non ammirare, se in un cuor concesso
al male, senti a quando a quando un grido
buono, un palpito santo: ogni cipresso
porta il suo nido.

La natura umana può essere buona e cattiva allo stesso tempo

Nel cuore umano è una poesia di Giovanni Pascoli che nella sua brevità ci dona un importante messaggio, esplorando la complessità dell’animo umano ed evidenziandone le profonde contraddizioni. Il poeta romagnolo utilizza due geniali metafore per rendere evidente che ogni persona può presentare due facce, il bene e il male.

Una poesia che possimao considerare universale, perché il suo significato non ha tempo, ne spazio. Sembra essere sempre attuale e interpretabile allo stesso modo in ogni parte del Pianeta. Il senso della poesia rivela una profondità filosofica che neppure grandi menti del presente e del passato sono riuscite a trasferire.

Sembra una poesia mistica, in cui il bene e il male si comprendono e si completano entrambi, l’uno sono una conseguenza dell’altro, anche senza una sequenza logica.

Molte volte in modo approssimativo si finisce per dividere le persone in due categorie, i buoni e i cattivi, e si fa parte di una delle due non per qualità morali, valoriali, etiche, ma per definizioni legate al colore della pelle, all’origine geografica, al credo religioso, all’ideologia di appartenenza, al genere sessuale e così via.

Giovanni Pascoli ci illumina con le sue strofe offrendoci il paradigma che il bene ed il male non sono separabili nella persona umana. Proprio per questo qualsiasi giudizio sulle persone va sempre misurato e bilanciato. Una persona buona può mostrare, senza che lo si aspetti, un lato nascosto, malvagio che non conoscevamo. All’inverso una persona che pensiamo sia cattiva, può mostrare bontà, generosità, partecipazione inaspettata.

Basta interpretare i versi della poesia di Pascoli per capire che il poeta ci dice nella prima strofa che bisogna stare attenti alla purezza assoluta anche dei cuori che riteniamo elevati. È pratico il poeta romagnolo, guarda alla vita concreta e alle gesta delle persone che stanno attorno e che molte finiscono per uscire fuori un lato nascosto della propria personalità, della propria anima.

L’immagine del “pungiglione improvviso dello scorpione sotto il sasso” è la metafora di come, anche nelle persone più nobili, possano annidarsi aspetti oscuri, istinti violenti o reazioni inaspettate.

Nella seconda strofa, Pascoli rovescia la medaglia suggerendo che anche nei cuori corrotti o malvagi (un cuore “concesso al male”) possono nascere momenti di bontà e purezza, rappresentati dal grido buono e dal palpito santo. L’immagine che “ogni cipresso porta il suo nido” sottolinea la possibilità di vita, calore e speranza anche in ciò che può apparire freddo o triste.

Il messaggio della poesia è chiaro. Il cuore umano è complesso e ambivalente, capace tanto di male quanto di bene. Giovanni Pascoli, fedele alla sua poetica del “fanciullino”, invita a guardare più in profondità ogni essere umano, non fermandosi alla mera superficie.

© Riproduzione Riservata