“Altrove”. Chissà dove, chissà quando… In un mondo pieno di possibilità, la poetessa polacca Wislawa Szymborska sceglie l’ambientazione della stazione per raccontare la forza del destino e le immense possibilità offerte dalla vita. Scopriamo insieme “La stazione”.
“La stazione” di Wislawa Szymborska
Il mio non arrivo nella città di N.
è avvenuto puntualmente.Sei stato avvertito
con una lettera non spedita.
Hai fatto in tempo a non venire
all’ora prevista.Il treno è arrivato sul terzo binario.
È scesa molta gente.La mia persona, assente,
si è avviata all’uscita tra la folla.Alcune donne mi hanno sostituito
frettolosamente
in quella fretta.A una è corso incontro
qualcuno che non conoscevo,
ma lei lo ha riconosciuto
immediatamente.Si sono scambiati
un bacio non nostro,
intanto si è perduta
una valigia non mia.La stazione della città di N.
ha superato bene la prova
di esistenza oggettiva.L’insieme restava al suo posto.
I particolari si muovevano
su binari designati.È avvenuto perfino
l’incontro fissato.Fuori dalla portata
della nostra presenza.Nel paradiso perduto
della probabilità.Altrove.
Altrove.
Come risuona questa parolina.
Il significato di questa poesia
Dove leggere “La stazione”
Wislawa Szymborska, una delle voci più amate della poesia polacca del Novecento, pubblicò la raccolta “Uno spasso” nel 1967, un volume in cui convivono ironia e riflessione, leggerezza e profondità.
Una delle poesie più incisive di questa raccolta è “La stazione”, un testo che colpisce per la sua apparente semplicità, dietro cui si celano significati complessi e universali.
Questa poesia è oggi facilmente reperibile in italiano all’interno della raccolta La gioia di scrivere (Adelphi), che riunisce l’opera omnia della poetessa nella traduzione di Pietro Marchesani.
Lo stile della poesia
Lo stile di Szymborska in “La stazione” è asciutto e diretto, contraddistinto da una sottile vena ironica.
Le immagini si susseguono con una precisione cinematografica: un treno che arriva, una folla che si disperde, incontri che si svolgono senza che la protagonista – un’assenza tangibile – sia davvero presente.
La stazione diventa un luogo liminale, sospeso tra realtà e possibilità. È il palcoscenico di incontri mancati, di attese disilluse e di destini che si sfiorano senza mai toccarsi.
La semplicità delle descrizioni, con le loro azioni quotidiane, nasconde una riflessione più profonda sul tempo, sulla scelta e sul caso.
La forza del destino
Il significato di questa poesia si sviluppa nel contrasto tra ciò che accade e ciò che non accade.
La protagonista non arriva nella città di N., eppure tutto si svolge come se fosse lì: gli altri vivono, si incontrano, si riconoscono, si perdono.
L’esistenza si muove sui “binari designati” della probabilità, lasciando spazio all’amarezza di un’esistenza vissuta altrove, in un mondo di possibilità perdute.
Quell’ “altrove” che chiude il testo diventa una sorta di eco infinita, un richiamo al destino e alla consapevolezza di tutto ciò che non è stato.
Wislawa Szymborska, l’ordinario che diventa straordinario
Wislawa Szymborska, premio Nobel per la letteratura nel 1996, è una poetessa che ha saputo trasformare la semplicità in una forma d’arte.
La sua poesia si nutre di una leggerezza apparente, fatta di ironia sottile e di osservazioni penetranti sulla vita e sull’esistenza. Nei suoi versi, il quotidiano diventa straordinario, mentre il dettaglio minimo si carica di significato universale.
Szymborska osserva il mondo con uno sguardo disincantato ma mai cinico, capace di rivelare la complessità delle emozioni umane con poche parole essenziali.
L’umorismo, che emerge spesso nei suoi testi, non è mai fine a se stesso, ma si intreccia con una riflessione profonda, mettendo a nudo la fragilità e la meraviglia dell’essere vivi.
La sua poesia è un invito a guardare oltre l’evidenza, a cercare nelle pieghe dell’ordinario quelle verità nascoste che illuminano l’animo umano.