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“Cammino per sapere” (2014) di Chadra Candiani, la commovente poesia per “stare nel presente”

Accade, a volte, che sentiamo i nostri passi vacillare. In “Cammino per sapere”, Chandra Candiani esamina questo senso di smarrimento e ci insegna a renderlo la nostra forza.

La poesia non canta solo di amore e di felicità. Spesso, invece, essa è conforto, àncora che salva. Accade questo in “Cammino per sapere”, la malinconica e commovente poesia in cui Chandra Livia Candiani esplora il senso di smarrimento e la paura di ciò che sarà. Scopriamola insieme.

“Cammino per sapere” di Chandra Livia Candiani

Cammino per sapere
dove andare.
C’è un orlo
e c’è un grande
nero. Non so dove
imparare
a piangere
a dormire
ad accogliere miracoli.
A chiederli.

Cammino per non cadere.
Sto con la luce spenta,
sto accesa,
se dietro a nostro nero
ci fosse squarcio,
crepa.

Andare nella crepa.
Dove?
È la domanda della morte.

Il significato di questa poesia

Dove leggere “Cammino per sapere”

Questa poesia così ossimorica, così potente e al tempo stesso delicata, è tratta da “La bambina pugile, ovvero La precisione dell’amore”, edita da Einaudi nel 2014.

I componimenti inclusi in questa raccolta coprono un arco temporale piuttosto esteso: i versi, infatti, sono stati composti fra l’aprile 2008 e il settembre 2013, e ricorrono pagina dopo pagina senza indicazione temporale. Il componimento che abbiamo appena letto fa parte dell’ultima sezione del libriccino, intitolata La precisione dell’amore.

Le poesie di quest’opera sono molto diverse fra loro per tematiche, forma e contenuto, ma hanno in comune la delicatezza, la ricerca di un’intesa fra il pensiero e la parola e la destinazione universale, che suggerisce un’idea di armonia e fratellanza fra gli esseri umani e la natura.

Sentirsi smarriti

Sono due le sensazioni che sembrano pervadere questi versi. Se da un lato “Cammino per sapere” ci suggerisce un senso di smarrimento, precarietà e impotenza, dall’altro pare che di questa incertezza si nutra la luce dell’io lirico, che si muove “per sapere”, “per non cadere”.

I termini relativi al campo lessicale dell’incertezza si rincorrono lungo tutto il componimento: l’orlo, il grande nero, il grande squarcio, la crepa, il non sapere… Un climax che conduce sino alla parola finale, la morte.

Stare nel presente

Poi, però, a una lettura più attenta, notiamo come l’incertezza e lo smarrimento vengano trattati come se fossero un alimento per l’anima: da essi si impara – il verbo è posto in posizione isolata, importantissimo -, dal buio si apprende ad accendere una luce dentro di sé, il grande nero dell’inizio diventa il nostro.

Persino la crepa, per quanto spaventosa, può insegnarci qualcosa. Quell’orlo di cui conosciamo l’esistenza, che temiamo tanto, non deve essere soltanto foriero di paura: sapere che esiste ci aiuta a vivere nel presente, a camminare, passo dopo passo, a stare qui, ora, vivendo con coscienza ogni azione, dalle più ordinarie e quelle che sanno di inattesi e incredibili miracoli.

Chandra Livia Candiani

L’autrice di “Cammino per sapere” ha origini russe. La nonna, infatti, è nata a San Pietroburgo, città che ha lasciato per trasferirsi con la famiglia prima a Minsk e Parigi, poi a Milano, dove si è stabilizzata. Chandra Livia Candiani, infatti, è nata a Milano nel 1952.

All’anagrafe, risponde al nome di Livia Candiani: è con un importante viaggio in India che la poetessa e traduttrice scopre il buddhismo e si avvicina alla meditazione, decidendo di fare propri i dettami dello stile di vita orientale.

Per ricordare questo momento cruciale della sua vita, da allora adotta come nome il termine sanscrito che indica la luna, affibbiatole dal suo primo maestro: Chandra.

Chandra Livia Candiani scriveva poesie già prima del viaggio “spartiacque” in India. Una delle raccolte più famose del primo periodo della sua produzione è “Poesie mestruali”, racchiuse nell’antologia Poesia femminista italiana (1978) curata da Laura Di Nola.

Oggi, l’autrice di “Tu tienimi” si dedica alla scrittura poetica, all’insegnamento della meditazione, ma anche alla traduzione di testi buddhisti e alla diffusione dell’arte poetica nella fascia d’età infantile. In parallelo alla sua attività di poetessa, si occupa talvolta anche di scrivere fiabe e saggi.

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