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A Imola le cabine elettriche diventano opere d’arte

Imola si rinnova culturalmente e artisticamente con le 8 cabine elettriche trasformate in vere opere di street art che colorano e rivalutano la città

MILANO – Tra colore, creatività, innovazione si conclude il progetto Tag – Torre arte graffiti, che ha rinnovato in ambito artistico e culturale il territorio imolese, colorando con sgargianti graffiti 8 anonime cabine elettriche della città.

Il territorio imolese si colora

Sono 8 in totale le cabine elettriche che a Imola sono state trasformate in vere e proprie opere d’arte, completando così il progetto di Tag – Torre arte graffiti. Un progetto nuovo e innovativo quello di Tag promosso dallo stesso ente che gestisce la distribuzione di gas ed energia elettrica in Emilia-Romagna, Inrete, società del Gruppo Hera. Questa attività ha visto partecipe in primo piano la collaborazione con l’associazione culturale imolese Noi Giovani, in accordo con Con.Ami, proprietario delle strutture. In questo contesto prende vita il progetto, con un obbiettivo ben specifico: valorizzare il territorio imolese attraverso l’innovazione, l’arte e la cultura. Queste otto strutture trasformate in opere d’arte testimoniano la volontà del territorio imolese di rinnovarsi anche in contesto urbanistico, tessendo un intreccio tra cultura del luogo e cultura artistica contemporanea: difatti gli otto murales eseguiti sulle cabine hanno ognuno una trama bene precisa che racconta una particolarità del territorio in cui sono collocate, il rapporto con l’ambiente, il contesto socioculturale e le caratteristiche dei quartieri in cui sono inserite.

Storia, cultura, radici, colore

Ma insieme agli street artists nazionali e internazionali (Ale Senso, Antonello Macs, Argonaut, Aris, Claudio Sale, Dado e Fabio Petani) che a colpi di bombolette di vernice hanno dato vita a disegni incredibili, nel progetto ha trovato spazio un’analisi critica e storica che ha individuato le tematiche rappresentate poi dalle cabine: si passa dalla storia del fiume Santerno, a quella dell’antica basilica di Villa Clelia, all’importanza del rapporto campagna-città, alla passione per i motori. “Ci è piaciuta la possibilità di un connubio tra arte e tecnologia che il progetto Tag rende possibile – commenta Alessandro Baroncini, amministratore delegato di Inrete -. Come giovani artisti lavorano all’esterno delle cabine per renderle più integrate rispetto al contesto esterno, giovani tecnici di Inrete operano all’interno delle strutture per renderle sempre più all’avanguardia”. Secondo il presidente dell’associazione Noi Giovani, Vincenzo Rossi, “il progetto Tag è entrato nel cuore della città, entusiasmando e coinvolgendo i cittadini che fin da subito si sono imbattuti nelle insolite opere. Tag ha provocato domande, discussioni sulle tematiche trattate, ammirazione e curiosità da parte di centinaia di persone, che si sono avvicinate ai luoghi scelti della loro città, riscoprendoli – continua Rossi-. Tag è un progetto artistico, ma anche socioculturale: le 8 opere ‘a cielo aperto’ vogliono far emergere la storia, le radici e le verità dei luoghi e dare la possibilità alle persone di interpretarle e conoscerle”. Radici, arte, cultura e mantenimento della bellezza del territorio, queste le colonne portanti del progetto Tag.
E poi: chi dice che la street-art rovina le città?

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