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Primavera 2023, perché l’equinozio è il 20 marzo e non il 21

Quest'anno l'equinozio di primavera arriva il 20 marzo. Scopriamo insieme il perché di questa primavera anticipata

La primavera 2023 inizia ufficialmente il 20 marzo con l’equinozio di primavera. Più precisamente, l’inizio della primavera astronomica “scatta” il 22:24 ora italiana di lunedì 20 marzo 2023. Solitamente, come tutti sappiamo, le stagioni iniziano solitamente il giorno 21 di marzo, giugno, settembre e dicembre, ma in realtà le date esatte di equinozi e solstizi non corrispondono a queste date. Scopriamo perché.

La primavera 2023

Il cambiamento di data di questa Primavera 2023 è dovuto alla  discrepanza che c’è tra il calendario gregoriano che dura 365 giorni e l’anno solare, che dura 365 giorni e 6 ore circa. Ciò dipende quindi dalla discrepanza di tempo tra i giorni e le ore del calendario ed il movimento di rivoluzione della terra intorno al proprio asse. Per recuperare questa differenza e lo sfasamento delle stagioni, è stato introdotto ogni quattro anni l’anno bisestile.

Il Calendario Gregoriano

Nel 1582 papa Gregorio XIII, secondo un piano elaborato da Luigi Lilio e sottoposto all’approvazione di matematici di tutto il mondo, promulgò la correzione del c. giuliano per ricondurre l’equinozio di primavera al 21 marzo fissato dal Concilio di Nicea, dando luogo al c. gregoriano, che si diffuse rapidamente in tutti i Paesi cattolici e solo più tardi in area protestante, mentre i Paesi dell’Oriente facenti capo alla Chiesa greca rimasero fedeli al c. giuliano.

Dopo la Rivoluzione russa (1917), uno dei primi atti del governo sovietico fu quello di adottare – a tutti gli effetti civili – il c. gregoriano, in ciò imitato in seguito da altri Stati dell’Oriente europeo. Lo stesso c. si è andato generalizzando tra le varie città dell’India durante la dominazione inglese e ha sostituito in Cina il c. gesuita a partire dal 1930.

L’equinozio di primavera

L’equinozio è il momento preciso in cui il Sole si trova allo zenit dell’equatore della Terra, cioè esattamente sopra la testa di un ipotetico osservatore che si trovi in un qualsiasi punto sulla linea dell’equatore. Durante i giorni in cui cade l’equinozio (d’autunno o di primavera) il giorno ha la stessa durata della notte. La parola stessa è esplicativa di ciò che sta a significare: deriva dal latino “aequinoctium”, composto da “aequus”, cioè “uguale” e “nox”, “notte”. Dopo l’equinozio di primavera il dì continua ad allungarsi ogni giorno nell’emisfero boreale fino al solstizio d’estate.

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