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Simone de Beauvoir e Jean Paul Sartre: un amore rivoluzionario

Quello tra Jean-Paul Sartre e Simone de Beauvoir fu un amore libero e profondo, fatto di una complessità viscerale e anche di amanti segreti.

Il padre dell’esistenzialismo Jean-Paul Sartre e Simone de Beauvoir, paladina del femminismo contemporaneo e dei diritti delle donne, ebbero un amore rivoluzionario.

La loro relazione fu un complesso e profondo scambio di emozioni e intellettualismo, tanto da diventare un simbolo nella società moderna. In questo articolo vogliano raccontarvi la loro storia.

La relazione d’amore tra Simone Beauvoir e Jean Paul Sartre

L’inizio di un amore

Jean-Paul Sartre e Simone de Beauvoir si incontrano per la prima volta durante un seminario all’Università Sorbona di Parigi nel 1929.

Entrambi frequentano la facoltà di filosofia. Entrambi figli della borghesia perbenista che volevano sdoganare, si innamorano della reciproca sete intellettuale.

Lei ha ventuno anni, è bellissima, lui 24 ma non particolarmente avvenente. Tra i due giovani però nasce un interesse he va ben oltre l’aspetto fisico.

Il loro desiderio di conoscenza, l’interesse politico e l’amore per la scrittura li avvicinerà fino a far evolvere gli interessi comuni in un sentimento molto più potente.

Una relazione contro il sistema

Il loro credo è la libertà e l’espressione massima che riescono a dimostrare è proprio il loro amore. Jean-Paul e Simone rifiutano il matrimonio proprio per non adeguarsi alla tanto disprezzata borghesia che cercavano di combattere, qualcosa di inammissibile per l’epoca.

Rifiutano anche tutto ciò che il giuramento davanti ad un altare comporta: i doveri coniugali, i figli e l’inevitabile rinuncia alla carriera da parte di lei. Ciò che invece concordano è un vero e proprio contratto.

Un accordo biennale che stabiliva un rapporto privo di vincoli ma pur sempre con alla base una determinata fedeltà reciproca, liberi comunque di vivere altre esperienze. I due si ameranno in completa libertà, unica clausola la sincerità. Per cinquantuno anni.

Un amore senza nido

Jean-Paul e Simone non vissero mai sotto lo stesso tetto, il loro amore prima che essere carnale era intellettuale, il pensiero dell’una stregava la mente dell’altro.

Si ritrovavano nei caffè letterari per scrivere, discutere e lavorare dove poi nascevano le loro opere. C’era anche la relazione sessuale, ovviamente, regolare e piena di sentimento.

Simone de Beauvoir

Scrittrice, filosofa, figura chiave del femminismo della seconda ondata: l’intellettuale Simone de Beauvoir è uno dei fiori all’occhiello della cultura francese, per la quale è ormai diventata un’icona.

Nata a Parigi nel 1908, si appassiona alla scrittura da piccola per poi trasformarla nel suo principale strumento di liberazione. De Beauvoir insegnò fino al 1943, poi, dopo il successo del suo primo romanzo L’invitée, si dedicò interamente all’arte di scrivere.

Nel 1945 fondò, insieme a Sartre e altri, la rivista Tempi moderni, che si prefiggeva di dare spazio alla letteratura impegnata. Quando Simone de Beauvoir morì, nel 1986, centinaia di donne parteciparono al suo funerale, e la scrittrice Elisabeth Badinter gridò: “Donne, a lei dovete tutto!”.

Jean-Paul Sartre

Jean-Paul Sartre nacque a Parigi nel 1905 da una famiglia borghese, durante l’infanzia il nonno materno lo avvicinò allo studio e alla letteratura.

Sartre insegnò filosofia in diversi licei fino al 1945. Al termine della Seconda guerra mondiale, si dedicò esclusivamente alle sue opere filosofiche e letterarie.

Viene arruolato e dopo la capitolazione francese del 1940, venne fatto prigioniero dai tedeschi e internato in un campo di concentramento per soldati nemici a Treviri.

Nel 1962 riuscì a salvarsi nel suo appartamento da un attentato dall’ OAS e nel 1964 rifiutò il Premio Nobel per la letteratura. Morirà nel 1980.   

“Non posso lasciare Sartre”, l’emozionante lettera di Simone de Beauvoir a Nelson Algren

Nonostante, il legame forte e intenso tra Simone de Beauvoir e Jean Paul Sartre, la scrittrice francese  ebbe diversi amanti.

Tra questi l’autore americano Nelson Algren che la scrittrice conobbe proprio negli Stati Uniti. Ma, in una lettera Simone de Beauvoir si appella al”amante dicendo che non può lasciare Sartre.

Scopriamo il contenuto della lettera.

“Nelson, mio caro amore…È mezzanotte e io non sono a pezzi, ho appena bevuto un gin col succo di pompelmo e voglio mandarti un bacio prima di dormire […] Se ti dico questo è perché mi hai chiesto di dirti cosa sta succedendo nella mia testa matta e perché io voglio che tu sappia tutto di me. Per te, potrei rinunciare a molto più di un affascinante giovane uomo, lo sai, potrei rinunciare a molte cose; tuttavia non sarei la Simone che ti piace. Se potessi rinunciare alla mia vita con Sartre, sarei una creatura sporca, una traditrice, una egoista.

Questo, io voglio che tu lo sappia, qualunque cosa tu decida in futuro: non è per mancanza di amore che non posso stare e vivere con te. E anche io stessa sono sicura che lasciarti è più difficile per me che per te, mi manchi più dolorosamente di quanto io possa mai mancare a te… Forse lo sai. Ma questo devi sapere altrettanto bene. Per quanto possa sembrare assurdamente pretenzioso da parte mia, c’è un fatto. E il fatto è che Sartre ha bisogno di me. Esternamente è molto isolato, molto tormentato interiormente, molto turbato, e io sono la sua unica vera amica, l’unica che veramente lo capisce, che gli è realmente utile e lavora con lui, e gli porta pace e equilibrio. Per quasi vent’anni ha fatto tutto per me, mi ha aiutato a vivere, a trovare me stessa, lui ha sacrificato molte cose nel mio interesse.

Adesso e per quattro, cinque anni, è venuto il momento in cui sono in grado di restituirgli quello che ha fatto per me. Ora è giunto il mio turno: posso aiutare colui che mi ha aiutato tanto. Non potrei mai abbandonarlo… Odio parlarne. So che sono in pericolo, in pericolo di perderti, e so cosa significhi per me perderti. È necessario che tu capisca, Nelson, devo essere sicura che tu capisca la verità: sarei felice di trascorrere giorni e notti con te fino alla morte..[…].”

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