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Hemingway e Marlene Dietrich, il carteggio segreto di un amore platonico

Il 27 dicembre del 1901 nasceva la celebre attrice e cantante Marlene Dietrich. Non tutti sanno del suo legame con Ernest Hemingway. I due si incontrarono per la prima volta nel 1934 a bordo di un piroscafo che attraversava l'oceano Atlantico. Fu amore a prima vista.

Marlene Dietrich ha lasciato 16.500 foto e almeno 45 mila lettere, un archivio personale sterminato di cui custodisce la chiave la figlia, Maria Riva. Nel 2003 è venuto alla luce il carteggio tenero e passionale, finora segreto, tra la diva del cinema e lo scrittore Ernest Hemingway. Trenta di queste lettere sono state donate alla John F. Kennedy Library di Boston.

“Mia carissima Marlene”

“Mia carissima Marlene, ti scrivo così presto stamattina, nell’ora in cui la povera gente, i soldati e i marinai si svegliano di abitudine, per mandarti una letterina nel caso tu ti sentissi sola”. E se James Roth, curatore dell’ archivio Hemingway, ha sottolineato che dalle parole emerge un senso di frustrazione, il nipote Peter Riva, ha commentato: “Per il sesso non ci fu mai il momento giusto, così si accontentarono di una intimità cerebrale”.

L’incontro

Marlene Dietrich ed Ernest Hemingway si conobbero nel 1934 sul piroscafo Ile-de-France. A raccontare l’incontro fu lo stesso Hemingway. “Una sera, mentre eravamo a cena nel salone, apparve in cima alle scale questo incredibile spettacolo in bianco. Fece una Pausa Drammatica, poi prese a scendere lentamente. Tutti avevano smesso di mangiare. Arrivò al tavolo dov’era stata invitata, gli uomini scattarono in piedi, ma lei si mise a contare: dodici. Si scusò, ma disse che era davvero superstiziosa e che non avrebbe di certo fatto la tredicesima. Si voltò per andarsene quando io colsi al volo la mia grande occasione, la raggiunsi e mi offrii di fare il quattordicesimo”.

Un amore platonico

Lei lo chiamava “papà”, anche se era più piccola soltanto di un paio d’ anni, lui ricambiava con “figlia” o “kraut”. Le scriveva dalle sue case in giro per il mondo e durante i suoi viaggi. Una storia d’amore platonica, come quelle che piacevano alla diva e che assomiglia ad un’altra love story, quella con Erich Maria Remarque , incontrato al Lido di Venezia nel 1937. Finora sono state ritrovate una trentina di lettere scritte tra il 1949 e il 1959, ma si presume che i due si scrivessero fin dal primo incontro, ovvero dal 1934.

Nella sua autobiografia Marlene scrisse di lui. “L’ho amato immediatamente e non ho mai smesso. L’ ho amato platonicamente. Dico questo perché l’amore che sentivamo l’uno per l’altro è stato un amore eccezionale nel mondo in cui viviamo: un amore puro, assoluto. Un amore non attraversato da dubbi, un amore oltre l’orizzonte, oltre la tomba anche se so per certo che ciò non esiste”.

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