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Giornata Internazionale del Gatto, le 10 poesie più belle dedicate ai mici

In occasione della Giornata Internazionale del Gatto, ecco le dieci poesie più belle dedicate dai più grandi poeti della letteratura a questo enigmatico animale

Il gatto ha da sempre avuto influenze equivoche sull’animo umano. Il gatto è un animale affettuoso, indipendente, capace di infondere a amore e compagnia, ma spesso distaccato e opportunista.

Questa sua enigmatica ambivalenza lo ha reso protagonista delle poesie di molti dei più grandi poeti della letteratura mondiale, a evidenziare l’universalità di questo particolare tema letterario.

Gattoterapia, ecco perché i gatti ci aiutano a stare bene

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Oggi è la festa Nazionale del gatto ed è giusto ricordare come questi animali siano una vera salvezza in generale per il nostro benessere

Giornata Internazionale del Gatto, le 10 poesie più belle

In occasione della Giornata Internazionale del Gatto, ecco le dieci poesie più belle dedicate ai mici.

Il gatto, Charles Baudelaire
Vieni bel gatto, vieni sul mio cuore amoroso;
trattieni i tuoi artigli
ch’io mi sprofondi dentro i tuoi begli occhi d’agata e metallo.
Quando a bell’agio le mie dita a lungo
ti carezzan la testa e il dorso elastico,
e gode la mia mano ebbra al toccare il tuo corpo elettrico,
vedo in spirito la mia donna:
profondo e freddo come il tuo, il suo sguardo, bestia amabile,
penetra tagliente come fosse una freccia,
e dai piedi alla testa
una sottile aria, rischioso effluvio,
tutt’intorno gira al suo corpo bruno.

La gatta, Umberto Saba
La tua gattina è diventata magra.
Altro male non è il suo che d’amore:
male che alle tue cure la consacra.
Non provi un’accorata tenerezza?
Non la senti vibrare come un cuore
sotto alla tua carezza?
Ai miei occhi è perfetta
come te questa tua selvaggia gatta,
ma come te ragazza
e innamorata, che sempre cercavi,
che senza pace qua e là t’aggiravi,
che tutti dicevano :’È pazza’.
È come te ragazza.

Ecco perché i gatti sono i migliorEcco perché i gatti sono i migliori amici di uno scrittorei amici di uno scrittore

Ecco perché i gatti sono i migliori amici di uno scrittore

Le storie raccontate all’interno del libro “Writers and Their Cats” di Alison Nastasi, dimostrano quanto i gatti siano davvero i migliori amici di uno scrittore

Donne e gatti, Paul Verlaine
Lei giocava con la sua gatta
E che meraviglia era vedere
La bianca mano e la bianca zampa
Trastullarsi nell’ombra della sera!
Lei nascondeva – la scellerata –
Sotto i guanti di filo nero
Le micidiali unghie d’agata
Taglienti e chiare come un rasoio.
Anche l’altra faceva la smorfiosa
E ritraeva i suoi artigli d’acciaio,
Ma il diavolo non ci perdeva nulla
E nel boudoir, in cui tintinnava, aereo,
Il suo riso, scintillavano quattro punti fosforescenti.

Al gatto di donna Reynolds, John Keats
Gatto, che la tua età matura hai superato,
quanti sorcetti e ratti hai sterminato nei tuoi bei giorni?
E quanti, con guardo fisso di accesi e verdi anelli
pungenti e morbidi, ed unghie che germoglian dal velluto,
celati artigli che ti pregano me di non ferire,
n’hai carpiti, bocconcini d’uccello?
Ora, rinforza il miagolar grazioso, e narra
le tue zuffe con pesci, sorci e teneri pulcini, di cui,
dalle tue fusa, dal guardar basso e leccarti le zampe,
oggi non vedo traccia; e per quanto la serva
a pugna e mazza assai ti percotè, lucida è la pelliccia
come quando, in giovinezza, nella lizza tu entrasti,
sopra un muro di vetri di bottiglia.

Il gatto, Guillaume Apollinaire
Io mi auguro di avere in casa mia:
una donna provvista di prudenza,
un gatto a passeggio fra i libri,
e in tutte le stagioni amici
di cui non posso far senza.

Gatto che giochi per via, Fernando Pessoa
Gatto che giochi per via
come se fosse il tuo letto,
invidio la sorte che è tua,
ché neppur sorte si chiama.
Buon servo di leggi fatali
che reggono i sassi e le genti,
hai istinti generali,
senti solo quel che senti;
sei felice perché sei come sei,
il tuo nulla è tutto tuo.
Io mi vedo e non mi ho,
mi conosco, e non sono io.

Il nome dei gatti, Thomas Stearns Eliot
Mettere un nome ai gatti è un’impresa difficile,
Non un gioco dei tanti che fate nei giorni di festa;
Potreste dapprima anche pensare che io sia matto da legare
Quando vi dico che un gatto deve avere TRE NOMI DIVERSI.

Prima di tutto, c’è il nome che la famiglia usa ogni giorno,
Come Pietro, Augusto, Alonzo o Giacomo,
Come Vittorio o Gionata, Giorgio o Bill Baley –
Tutti nomi sensati da usare ogni giorno.
Ma se pensate che vi suonino meglio ci sono nomi più fantasiosi,
Alcuni per i signori, altri per le dame:
Come Platone, Admeto, Elettra o Demetrio –
Sempre nomi sensati da usare ogni giorno.

Ma io vi dico che un gatto ha bisogno di un nome che sia particolare,
Caratteristico, insomma, e molto più dignitoso,
Come potrebbe altrimenti tenere la coda diritta,
O mettere in mostra i baffi, o sentirsi orgoglioso?
Nomi di questo tipo posso inventarne mille,
Come Munkustrap, Quaxo o Coricopat,
Come Bombalurina o Jellylorum –

Nomi che non appartengono mai a più di un gatto alla volta.
Ma oltre a questi c’è ancora un nome che manca,
Nome che non potrete mai indovinare;
Nome che nessuna ricerca umana potrà mai scovare –

Ma il GATTO LO SA, anche se mai vorrà confidarlo.
Quando vedete un gatto in profonda meditazione,
La ragione, io vi dico, è sempre la stessa:
La sua mente è perduta in estatica contemplazione
Del pensiero, del pensiero, del pensiero del suo nome:
Del suo ineffabile effabile
Effineffabile
Profondo e inscrutabile unico Nome.

Beppo, Jorge Luis Borges
Il gatto bianco e celibe si guarda
Nella lucida lastra dello specchio
E sapere non può che quel candore
E le pupille d’oro non vedute
Mai nella casa sono la sua immagine.
Chi gli dirà che l’altro che l’osserva
E’ solamente un sogno dello specchio?
Penso che questi armoniosi gatti
Quello di vetro e quello a sangue caldo
Sono fantasmi che regala al tempo
Un archetipo eterno…

Un gatto, Pablo Neruda
Come dorme bene un gatto
dorme con zampe e di peso,
dorme con unghie crudeli,
dorme con sangue sanguinario,
dorme con tutti gli anelli
che come circoli incendiati
costruirono la geologia
d’una corda color di sabbia.

Vorrei dormire come un gatto
con tutti i peli del tempo,
con la lingua di pietra focaia,
con il sesso secco del fuoco
e, non parlando con nessuno,
stendermi sopra tutto il mondo,
sopra le tegole e la terra,
intensamente consacrato
a cacciare i topi del sogno.

Ho veduto come vibrava
il gatto nel sonno:
correva la notte in lui come acqua oscura,
e a volte pareva cadere
o magari precipitare
nei desolati ghiacciai,
forse crebbe tanto nel sonno
come un antenato di tigre
e avrebbe saltato nel buio
tetti, nuvole e vulcani.

Dormi, dormi, gatto notturno
con i tuoi riti di vescovo,
e i tuoi baffi di pietra:
ordina tutti i nostri sogni,
guida le tenebre delle nostre
addormentate prodezze
con il tuo cuore sanguinario
e il lungo collo della tua coda.

Il giornale dei gatti, Gianni Rodari
I gatti hanno un giornale
con tutte le novità
e sull’ultima pagina
la ‘Piccola Pubblicità’.

‘Cercasi casa comoda
con poltrone fuori moda:
non si accettano bambini
perchè tirano la coda’.

‘Cerco vecchia signora
a scopo compagnia.
Precisare referenze
e conto in macelleria’.

‘Premiato cacciatore
cerca impiego in granaio.’
‘Vegetariano, scapolo,
cerca ricco lattaio’.
I gatti senza casa
la domenica dopo pranzo
leggono questi avvisi
più belli di un romanzo:
per un’oretta o due
sognano ad occhi aperti,
poi vanno a prepararsi
per i loro concerti.

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