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L’amore batte l’odio, la lezione di Gandhi sulla tolleranza

Gandhi è l'esempio a cui tutti dovremmo aspirare: con i suoi insegnamenti ci mostra come la non violenza e l'amore possano davvero sconfiggere l'odio

Il 2 ottobre 1869 in India nasceva Mahatma Gandhi, il modello di vita e l’esempio di non violenza e di amore più grande che conosciamo: con la sua battaglia della non violenza per l’indipendenza dell’India ha dato dimostrazione di come l’amore contro l’ingiustizia possa davvero sconfiggere l’odio.

Tante lezioni possiamo apprendere da Gandhi, soprattutto in un periodo storico come questo, in cui la rabbia e la violenza sono all’ordine del giorno. Oggi Giornata mondiale dei diritti umani rileggiamo le parole di uno dei più strenui difensori dei diritti dell’uomo.

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“Sii il cambiamento che vuoi vedere nel mondo” di Gandhi

La frase del giorno è “Sii il cambiamento che vuoi vedere nel mondo” del Mahatma Gandhi

L’odio non si combatte con l’odio ma con l’amore

Oggi l’aggressività è componente della nostra società: per far valere la nostra opinione, le nostre idee e i nostri valori non facciamo altro che aggredire e usare la rabbia violenta. Lo notiamo ogni giorno nei programmi televisivi in cui i politici e i giornalisti per sostenere il proprio punto di vista gridano e insultano.

Lo vediamo nei social network in cui si è diffuso quello che viene definito come il fenomeno degli haters, ossia coloro che esternano e diffondo odio nei commenti, lo vediamo nelle nostre strade dove la gentilezza e i buoni sentimenti sono considerati banali e per deboli.

Eppure non siamo malvagi e anche se il concetto di non violenza sembra essere passato di moda, sappiamo in fondo al cuore che l’amore verso l’altro (e non l’odio) ci rende esseri umani.

Il "Discorso della marcia del sale" di Gandhi, un inno alla lotta non violenta

Il “Discorso della marcia del sale” di Gandhi, un inno a combattere l’odio

Il discorso pronunciato da Gandhi il 20 marzo 1930, all’inizio della marcia del sale, è invito a lottare per i propri ideali senza prevaricare l’altro con gesti violenti e parole di odio

Impariamo da Gandhi

Gandhi ci insegna a coltivare l’amore tra gli uomini e ci dice che solo l’amore può contrastare l’odio: rispondere con l’odio all’odio non fa altro che ingigantire il male. Oltre al fatto che nuoce a noi stessi e ci invade di pensieri negativi, peggiorando il livello e lo stato della nostra vita. Certo Gandhi non era uno che le mandava a dire: la sua lotta non armata aveva comunque a che fare con la disobbedienza ai potenti, si trattava di una ribellione.

Ma cos’è che la battaglia di Gandhi aveva di diverso rispetto alle altre lotte? L’unione e l’amore. L’amore infatti contribuisce a unire e non a dividere, rendendo le persone più forti. La condivisione e la solidarietà non fanno altro che contribuire alla forza e al valore dell’essere umano, nobilitandolo.

Il genere umano può liberarsi della violenza soltanto ricorrendo alla non-violenza. L’odio può essere sconfitto soltanto con l’amore. Rispondendo all’odio con l’odio non si fa altro che accrescere la grandezza e la profondità dell’odio stesso.” dice Gandhi stesso.

Il padre della non violenza

Alla fine del XIX secolo la Gran Bretagna consolidava il suo impero coloniale in India, la più vasta e importante delle colonie europee in Asia. In quegli stessi anni si faceva strada il pensiero rivoluzionario di Gandhi, il Mahatma, come fu soprannominato dai suoi seguaci in tutto il mondo. Attraverso nuove forme di lotta, Gandhi seppe guidare il popolo indiano al raggiungimento dell’indipendenza nel 1947. Nella lotta all’Imperialismo, il Mahatma riuscì a raccogliere le mille anime che componevano la società indiana sotto un unico cielo, nel nome delle antiche radici comuni della spiritualità indiana.

Gandhi sostiene che è inutile rispondere alla violenza con altra violenza e così comincia a predicare la teoria della Satyagraha cioè della resistenza passiva e della disobbedienza civile. Questo diventa un metodo rivoluzionario di lotta politica, che consiste nel rifiuto di ogni atto che possa ledere fisicamente un’altra persona. Gandhi assume in India il ruolo di capo politico per l’indipendenza dalla Gran Bretagna. Per questo verrà ricordato con molti titoli come appunto “il venerabile” o “la grande anima” , o “il santo”.

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