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Gabriele Basilico, la mostra dedicata ad architetture e città

I capolavori del celebre fotografo all'IIC Madrid

MILANO – La mostra, curata da Margherita Guccione con Simona Antonacci,  propone un percorso in diverse città italiane e internazionali attraverso lo sguardo di uno dei maggiori interpreti della fotografia contemporanea, Gabriele Basilico. Le opere provengono dal Museo nazionale delle Arti del XXI secolo di Roma che accoglie nelle sue Collezioni numerose fotografie dell’autore milanese: quelle del MAXXI Architettura, acquisite attraverso progetti di committenza e testimonianza della lunga collaborazione con Basilico a partire dal 2002, e quella del MAXXI Arte, che presenta un nucleo storico dei suoi “ritratti” urbani. Fotografie dalle collezioni del MAXXI, disponibili fino al 6 settembre presso l’IIC Madrid.

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LE MOSTRE – Il percorso di mostra inizia da Roma, di cui è documentata la stratificazione architettonica millenaria: dalle persistenze monumentali di epoca romana che convivono con il tessuto urbano attuale, passando per i progetti che hanno ridisegnato la capitale tra gli anni Trenta e Sessanta, in particolare quelli di Luigi Moretti, tra Foro Italico, Villaggio Olimpico e nuove periferie, per arrivare fino ad oggi, con gli edifici firmati dai più apprezzati autori contemporanei. La serie realizzata nel 2009 in occasione della costruzione del Museo MAXXI di Zaha Hadid, nell’ambito del progetto Cantiere d’autore, è l’espressione più recente dell’identità assunta dalla città nel nuovo Millennio.

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LE TAPPE – Genova, Napoli, Palermo e la “città ponte” costituita dallo Stretto di Messina sono luoghi legati alla mutevole identità del mare, che Basilico osserva con uno sguardo lento e centrato. Una sezione è dedicata a Milano, luogo di nascita e di formazione del fotografo: le sue immagini rivelano qui un’adesione affettiva ed empatica, offrendo visioni della città nella quale «architettura “colta” e architettura “ordinaria”» convivono in uno stesso piano. Infine la città di Beirut, visitata nel 1991 a ridosso della fine di una guerra durata quindici anni, offre all’autore la possibilità di riflettere ancora più profondamente sul compito civile della fotografia: un ruolo etico che consiste nel dar forma alla memoria storica di una città.

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LO STILE – Per Basilico fotografare lo spazio urbano vuol dire entrare in relazione con il suo corpo fisico, con la sua vivida organicità: lo stato di sospensione che accompagna le sue immagini riflette il tentativo di cogliere la struttura più profonda della città. La fotografia, con il suo tempo di osservazione lento, di attesa, di ascolto, è lo strumento attraverso cui vedere ciò che è davanti ai nostri occhi ma risulta invisibile: un mezzo per rieducare alla visione sensibile e meditata dei luoghi.

 

 

Credit copertina: ©-unicreditpavilion

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