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Tutto pronto per la quattordicesima edizione del Festival della Mente

Il primo festival in Europa dedicato alla creatività si svolge a Sarzana dal 1 al 3 settembre con la direzione di Benedetta Marietti e la consulenza scientifica di Gustavo Pietropolli Charmet

MILANO – Il primo festival in Europa dedicato alla creatività e alla nascita delle idee. La quattordicesima edizione del Festival della Mente si svolge a Sarzana dal 1 al 3 settembre con la direzione di Benedetta Marietti e la consulenza scientifica di Gustavo Pietropolli Charmet. Il festival è promosso dalla Fondazione Carispezia e dal Comune di Sarzana.

LA RETE – Tre giornate con 65 relatori italiani e internazionali e 41 appuntamenti tra incontri, workshop, spettacoli e momenti di approfondimento culturale, che trasformano la cittadina ligure in un palcoscenico della creatività. Filo conduttore di questa edizione, sul quale si confronteranno scienziati, filosofi, scrittori, storici, artisti, psicoanalisti, designer, antropologi, è la rete. Il tema sarà analizzato da diversi punti di vista e attraverso ambiti e discipline differenti, per consentire al pubblico di approfondire i temi più attuali della contemporaneità, sempre con un linguaggio chiaro e accessibile a tutti. «Come è stato lo scorso anno per la parola “spazio”, anche “rete” è un concetto che racchiude molteplici significati e può essere declinato in molti modi» dichiara Benedetta Marietti «Attraverso l’indagine di un tema è così possibile affrontare argomenti e campi diversi del sapere, dalle più recenti scoperte scientifiche agli ambiti di pensiero artistico e umanistico, in linea con la vocazione multidisciplinare e divulgativa del Festival della Mente».

I PROTAGONISTI – Apre il festival la lezione inaugurale di Elena Cattaneo: “Le reti che fanno bene alla scienza”. La scienziata, esperta di cellule staminali, è a capo di un team che studia la malattia di Huntington. La rete può essere considerata un sistema di relazioni pregresse che creano impedimenti, coazioni e nevrosi, automatismi e pregiudizi, rituali e ossessioni; lo scrittore Michele Mari ne fornisce un vasto campionario: precetti, tabù, schiavitù del feticismo e del collezionismo, pesanti eredità letterali e metaforiche, tare ataviche. Il compito più difficile di un insegnante è quello di fare di una classe una piccola comunità solidale e capace di ascolto reciproco: per ottenere ciò gli educatori non devono mai dimenticare l’importanza dell’ascolto. Il maestro elementare Franco Lorenzoni porta al festival l’esperienza della sua Casa-laboratorio di Cenci ad Amelia, in Umbria, un luogo di ricerca educativa e artistica molto speciale. La parola data è il vincolo più forte che ci lega a una persona, a una comunità e soprattutto a noi stessi. Perché allora non sempre la rispettiamo? Partendo da esistenze reali o romanzesche, lo scrittore Edoardo Albinati passa in rassegna le figure del traditore, del rinnegato, dell’amante infedele e i loro opposti positivi, come se fossero i poli dello stesso animo umano.

I TABU’ DELLA RETE – “Nella rete: narrare le famiglie” è un dialogo tra due scrittori: l’indiano Aravind Adiga, vincitore nel 2008 del Booker Prize, e l’italiano Marcello Fois, che fanno delle relazioni familiari un cardine della loro produzione letteraria. La rete dei legami sociali ha, secondo Freud, come sua mitica condizione di fondo, l’uccisione del padre e la nascita del tabù; il nostro tempo sembra invece sbarazzarsi di ogni forma di divieto. Lo psicoanalista Massimo Recalcati indaga cosa ci insegnano i tabù e quanti ne esistono ancora al mondo. La forza di attrazione dei social network sugli adolescenti è sotto gli occhi di tutti. Ma quale impatto hanno sulla complessità del mondo affettivo l’ossessiva familiarità con le nuove tecnologie e la modalità comunicativa digitale? La terapeuta Anna Salvo e la pedagogista Tiziana Iaquinta suggeriscono interventi possibili in ambito educativo.

 

 

 

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