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“Tra le infinite cose”, l’esordio letterario del fenomeno letterario Julia Pierpont

Julia Pierpont, ospite del Festivaletteratura di Mantova, ci racconta le tappe con cui ha iniziato a scrivere, fino ad arrivare al clamoroso successo

MANTOVA – Kay ha undici anni quando rientra a casa e il portiere del palazzo le consegna un pacco per la madre. Ma la curiosità di una undicenne è troppo forte e Kay apre il pacco: non è il regalo che si era immaginato, ma una lettera che manderà in frantumi la rassicurante vita della ricca famiglia Shanley. Così comincia Tra le infinite cose, il romanzo d’esordio che la giovane Julia Pierpont ha scritto mentre frequentava il master di Scrittura creativa della New York University, e che la stampa americana ha annunciato nel luglio del 2015 come il fenomeno letterario del momento: venduto all’asta prima ancora che l’allieva terminasse il suo corso per una cifra importante  e accompagnato da un giudizio alquanto generoso del relatore di laurea Jonathan Safran Foer.

 

SCRITTURA A TAPPE – Julia Pierpont, ospite del Festivaletteratura di Mantova, ci racconta le tappe con cui è arrivata alla scrittura: “Mia madre è scrittrice – ci dice – ma io non mai davvero pensato che  avrei scelto la stessa strada. Poi al college ho iniziato a scrivere short stories e a venderle. Infine il Master in scrittura creativa e l’opera d’esordio”. Due anni di scrittura , poi un anno e mezzo di editing ed infine il clamoroso successo. Inatteso e inaspettato, ma non ha cambiato le prospettive della giovane scrittrice, che con il proverbiale pragmatismo americano gestisce con calma l’improvvisa notorietà. Anche in Italia, dove il clima che si crea attorno agli scrittori, almeno a una prima impressione, è diverso, accogliente, caldo, partecipato.

 

RITRATTO DOLOROSO DI UNA FAMIGLAI CONTEMPORANEA – Romanzo d’esordio con un incipit vertiginoso , Tra le infinite cose  fornisce il ritratto di una famiglia colta nel cuore del suo cambiamento. Dal punto di vista della struttura  a metà romanzo, in un capitolo brevi paragrafi annunciano i fatti degli anni a venire. Come mai questa scelta?

“ Volevo – dice Julia Pierpont- che ci fosse uno scollamento tra quanto sanno i lettori e quanto sanno i personaggi: il lettore non può che sentirsi empaticamente  più vicino a Jack e a Deb, i protagonisti, sapendo che lottano invano, senza avere coscienza del fallimento.” Mi sono sentita più vicino a Jack, autore di scritture e installazione legate all’11 settembre, vanitoso ed egoista, perché è un personaggio scomodo e irrisolto, ma ha anche un carattere forte: deve assumersi la responsabilità di quello che ha fatto e non sa come fare. Diversa è Deb, la moglie che si è lasciata alle spalle una carriera di ballerina per dedicarsi ai figli e al matrimonio, un personaggio- confessa la scrittrice- che mi è costato più fatica descrivere, con le sue incertezze e con i suoi compromessi, il suo tentativo di tenere tutto sotto controllo. E poi ci sono i figli, Kay e Simon, testimoni inopportuni di una verità più grande di loro, che spezza la loro crescita, anche se questo siamo solo noi lettori a saperlo.


NEW YORK QUASI PERSONAGGIO – Tutta la vicenda è ambientata a New York, che compare ben più di uno sfondo. “ E’ la città in cui vivo e in cui sono nata – dice la Pierpont – ma è anche una sorta di culla ovattata in cui si svolge la vicenda, non a casa per cercare un cambiamento i due protagonisti fuggono come se solo attraverso il viaggio fosse possibile cambiare qualcosa”.

Quali le suggestioni per questo romanzo?  “Leggo molto e spazio tra autori diversi da Denis Johnson a Elizabeth Taylor ( un ‘omonima, avverte, difficile da trovare in Google)”, ma anche Virginia Woolf, a cui la Pierpont ha voluto rendere omaggio, nella parentesi del romanzo che si svolge a Rhode Island, che riecheggia le atmosfere di Gita al faro. Per quanto riguarda invece l’osmosi tra fiction e cinema o serie Tv, sempre più evidente nella letteratura, la Pierpont si smarca e sottolinea che, pur essendo la sua scritta “ visiva “, sintetica e a tratti inattesa, non è direttamente pensata per il grande schermo. Ora la scrittrice americana è al lavoro per un nuovo romanzo, per cui non si dà tempi, ma un personaggio che conosce già c’è ed è New York.

 

Alessandra Pavan

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