MILANO – Riaprono le scuole nei centri colpiti dal terremoto nel Centro Italia, precisamene a Norcia, Arquata del Tronto, Montegallo ed Acquasanta. Alla felicitร degli alunni, i quali possono rivedere i propri compagni e tornare a ciรฒ che per loro รจ nortmalitร , ovvero andare a scuola, corrisponde il coraggio e la tranquillitร apparente di docenti ed insegnanti, logorati dalle continue scosse che ogni giorno si succedono. A raccontarci le loro storie Patrizia Palanca, responsabile dellโistituto comprensivo di Acquasanta Terme.
“Speriamo che sia un ritorno in aula allโinsegna della tranquillitร , anche se la terra continua a tremare la notte – sottolinea la dirigente scolastica – La destabilizzazione psicologica rischia di diventare anche fisica: รจ difficile sostenere questo stress continuo”. Patrizia Palanca ci racconta il primo giorno di scuola visto dagli occhi dei ragazzi. “Gli alunni si sono ritrovati insieme: per loro รจ sempre un momento di gioia e di festa, garanzia del fatto che tutto stia tornando nellโordinario per loro. La situazione precaria ed inattesa viene in parte affievolita da questo ritorno allโordinario attraverso le riaperture delle scuole. Ritrovarsi insieme pe i ragazzi รจ sempre un momento di gioia, di tranquillitร ”.
IL CORAGGIO DEGLI INSEGNANTI – Il focus cambia leggermentequando la Palanca analizza il punto di vista degli insegnanti. “Da parte mia e dei docenti, ci vuole tanto coraggio: quando uno fa il missionario in zone di guerra รจ una scelta di vita, mentre a noi ci viene โimpostoโ di avere questo ruolo di responsabilitร e del dover dare sostegno e conforto agli alunni. Noi docenti ci imponiamo la tranquillitร , ma nessuno di noi lo รจ, soprattutto dopo il susseguirsi negli ultimi mesi di questi sismi catastrofici”. Il ricordo delle scosse di terremoto che ha colpito il Centro Italia lo scorso 24 agosto dopo le oltre 150 scosse del 26 ottobre . “In realtร , il ricordo non si รจ mai affievolito, ma rivive dopo ogni piccola o media scossa. Ci troviamo sempre in uno stato di allerta ed emergenza. Ciรฒ si puรฒ fare in un determinato periodo per una scelta di vita, ma quando รจ imposto da un senso lavoro o da un senso dโappartenenza ad un territorio, a lungo andare diventa logorante”.
LAVORARE PER RIPARTIRE – Infine, Patrizia Palanca sottolinea come per gli insegnanti tornare al lavoro sia un modo per non pensare ai problemi ed ai duri giorni passati. “Per qualche docente, lavorare potrebbe diventare una sorta di โbagno di energiaโ. La situazione sta peggiorando: mentre prima cโera qualche energia in piรน per mantenere la tranquillitร emotiva di ogni singola persona, adesso questa energia iniziale si sta esaurendo a lungo andare. Lo stato di depressione e destabilizzazione รจ sempre piรน forte man mano che passa il tempo. Ecco che questa “impsota tranquillitร ” puรฒ trovare nuova linfa attraverso il lavoro di insegnante.