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Pierre Lamaitre, “La letteratura deve andare verso i giovani, non il contrario”

Il celebre scrittore francese torna in libreria con "I colori dell'incendio", opera con protagonista Madeleine, donna messa alla prova da mille avversità e che dovrà ricostruire la propria vita

MILANO – La letteratura è una disciplina il cui scopo è decrittare il mondo, comprendere il mondo. Parola di Pierre Lamaitre, celebre scrittore francese tornato in libreria con “I colori dell’incendio“, opera con protagonista Madeleine, donna messa alla prova da mille avversità e che dovrà ricostruire la propria vita, in un parallelo letterario che vede la sua rivalsa accostabile a quella del conte di Montecristo di Dumas. Un libro che vuole aprire una riflessione, che ogni lettore può fare, sul senso morale della rivalsa.

 

Quali sono i suoi riferimenti letterari?

Sicuramente i grandi romanzieri del ventesimo secolo, da Hugo a Tolstoj passando per Dickens, Flaubert, Maupassant e ovviamente Dumas. Oltre ai romanzieri mi ha influenzato molto anche la struttura del romanzo feuilleton, del romanzo a puntate.

 

Per la scrittura dei suoi romanzi, si basa su eventi  storici o è tutto frutto della sua immaginazione?

E’ difficile rispondere a questa domanda. Non ci sono eventi specifici che facciano scattare l’idea di un romanzo. Ci sono tante cose che succedono e sono successe a cui ci si ispira, che si ricorda, che tornano in mente mentre si scrive. E per la parte storica si studia e ci si documenta. Io ho letto per esempio moltissimi giornali degli anni trenta, lavorando a questo romanzo.

 

Nel libro la protagonista deve ripartire da zero dopo una serie di avversità spinta dalla vendetta. Per ricominciare è giusto essere mossi solo dal senso di rivalsa?

Il progetto del libro era simile a quello de Il conte di Montecristo, di partire da una caduta e raccontare la storia di una rivalsa. La questione morale della vendetta la posso riprendere da Dumas: il suo protagonista, come la mia Madeleine, più va avanti a realizzare la sua vendetta, più vede indebolirsene il senso e il fondamento. Alla fine diventa veramente dubbioso, sul senso morale della vendetta. E il libro vuole proprio aprire una riflessione, che ogni lettore può fare, sul senso morale della rivalsa.

 

Lei è un insegnante. Come si possono invogliare gli studenti e i giovani in generale a leggere di più?

Io non ho mai insegnato ai ragazzi ma sempre agli adulti. Tuttavia ho l’impressione che quando si propongono i libri ai giovani gli si propongano dei libri poco adatti a loro, con l’idea che siano loro che devono andare verso la letteratura e non il contrario. E c’è un’altra cosa: un giorno sono stato chiamato a fare un incontro nella scuola di mia figlia: tutti quei tredicenni erano stupiti di trovarsi di fronte uno scrittore vivente. Per loro gli scrittori erano tutti morti. Che cosa gli avranno insegnato, perché abbiano pensato che uno scrittore è per definizione morto?

 

Come può incidere la lettura sull’analisi critica di ciò che avviene nel mondo reale ?

E’ a questo che serve, la lettura. Se non servisse a questo, non so a cos’altro potrebbe servire. La letteratura è una disciplina il cui scopo è decrittare il mondo, comprendere il mondo. Se voglio capire la gelosia, da dove arriva, perché rende infelici, posso leggere un trattato di psicoanalisi oppure Un amore di Swann di Marcel Proust. E sicuramente capisco meglio la gelosia attraverso Proust che non attraverso un trattato di psicoanalisi!

 

Foto: Roberto Frankenberg

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