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Modigliani e la sua musa Achmatova, una strana “amicizia amorosa”

In una tenera primavera di Parigi si conobbero due anime inquiete. Quella tra Amedeo Modigliani e Anna Gorenko alias Achmatova, fu molto più di una semplice amicizia

MILANO – Una tenera primavera di Parigi, due anime inquiete, molto più di un’amicizia fra Amedeo Modigliani e Anna Gorenko alias Achmatova.

L’incontro

I due si conobbero a Parigi, mentre lei era in luna di miele con il poeta Nikolaj Gumilëv. Il marito anni più tardi ricordò il livornese come un “mostro ubriaco”. Fra Modì e la “strega russa” appena ventenne scattò un’attrazione innegabile. Il loro rapporto conobbe la sua massima intensità nel 1911, quando lei tornò in estate a Parigi. La poetessa acmeista posò per l’artista emergente per almeno sedici disegni – che lui poi le regalò. Modì si sfogava con lei: «Lo colpiva in me, più di ogni altra cosa, la capacità di indovinare i pensieri, di vedere i sogni altrui, e le altrui piccolezze».

 

akhmatova modigliani 1911 1

 

Le testimonianze

I disegni, i quadri, i bozzetti, i diari, le poesie testimoniano quell’affinità fra i due. Come si pensa accada in “In una notte bianca” e liriche simili:

 

Strinsi le mani sotto la scura veletta…

” Perché sei pallida quest’oggi? “

– Perché di acerba tristezza

l’ho ubriacato sino a stordirlo.

Come dimenticare? Eglì usci barcollando,

con le labbra contratte dalla pena.

Io corsi giù senza sfiorare la ringhiera,

corsi dietro a lui sino al portone.

Ansimando gridai : “Tutto è stato

uno scherzo. Se te ne andrai morirò.”

Sorrise con aria tranquilla e sinistra

e mi disse : “Non restare al vento.”

.

Le rose di Modì

Un aneddoto testimonia la loro relazione ambigua: “Una volta non fummo chiari nel fissare un appuntamento e io, passando da lui, non lo trovai a casa. Decisi allora di aspettarlo. Tenevo tra le braccia un mazzo di rose rosse. Una finestra sopra le porte chiuse del laboratorio era aperta, e da lì iniziai a gettare rose nell’atelier. Poi, senza attendere il suo ritorno, me ne andai. Quando ci incontrammo, egli mi manifestò il suo stupore: come avevo potuto penetrare nella stanza chiusa, senza la chiave? Gli spiegai quello che avevo fatto, “Non è possibile: erano sparse per terra così bene!”. Anni più tardi la poetessa tornò su quella strana “amicizia amorosa” ne Le rose di Modigliani: “Probabilmente io e lui non si capiva una cosa fondamentale: tutto quello che avveniva, era per noi la preistoria della nostra vita: la sua molto breve, la mia molto lunga. Il respiro dell’arte non aveva ancora bruciato, trasformato queste due esistenze: e quella doveva essere l’ora lieve e luminosa che precede l’aurora” .

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