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Michela Marzano, “Essere anti-fascisti significa non dimenticarsi mai la libertà di espressione”

La scrittrice Michela Marzano spiega perché andrà al Salone del Libro di Torino, nonostante le polemiche su Altaforte Edizioni e fascismo

MILANO – Le polemiche sul Salone del Libro di Torino non accennano a diminuire. Dopo la defezione di Carlo Ginzburg, Wu Ming, ZeroCalcare e altri, sembra che il mondo della cultura sia diviso tra chi crede che sia giusto boicottare il Salone del Libro, e chi invece ritiene che sia ancora più necessario andarci. Abbiamo chiesto a Michela Marzano, autrice di Idda per Einaudi, qual è la sua posizione a riguardo.

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«Parteciperò al Salone del libro di Torino perché, come tante scrittrici e tanti scrittori che hanno ribadito la propria presenza al Salone, credo sia necessario esserci, utilizzare gli spazi che il Salone rende disponibili per la presentazione dei propri libri e delle proprie idee, e non lasciare che case editrici (o autori) di chiara matrice fascista occupino anche i nostri spazi. Militare per la libertà significa essere presenti. Testimoniare la necessità di un pensiero critico significa essere capaci di argomentare e smontare gli slogan altrui. Essere anti-fascisti significa non dimenticarsi mai che la libertà di espressione – cancellata durante il fascismo – è un bene prezioso, ma anche un lavoro costante di ascolto, dialogo e riflessione. Non si combatte lo squadrismo con metodi squadristi. Lo si combatte mostrando la potenza della parola e la forza immensa dell’argomentazione. Ecco perché invito tutti a venire ai miei incontri su Idda (giovedì 9 lo presenterò prima alle 14.00, allo stand di Robinson, poi alle 16.00, in sala azzurra) durante i quali si parlerà dell’importanza della memoria e della necessità, per ognuno di noi, di fare i conti col proprio passato».

Militare per la libertà significa essere presenti. Testimoniare la necessità di un pensiero critico significa essere capaci di argomentare e smontare gli slogan altrui.

Proprio in questo momento storico, in cui in tutta Europa si assiste a un avanzamento delle destre estreme e a un ritorno in auge di nazionalismi e sovranismi, è importante che il mondo della cultura non si tiri indietro e non abbandoni un luogo di dialogo importante come il Salone del Libro di Torino. Un Salone, peraltro, ricco di eventi che ricordano proprio quelle tragedie che Casapound vorrebbe negare: ci sarà Tatiana Bucci, ci sarà Halina Birenbaum, ci sarà il figlio di Primo Levi.

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Anche Michela Murgia, in un post su Facebook ha dichiarato la propria partecipazione al Salone, invitando tutti ad andare al suo incontro sabato 11 alle 18.30 portando un libro che incarni i valori della democrazia. «Alla fine del reading vorrei vedere quei libri sollevati come uno scudo silenzioso, come un argine di storie potenti da contrapporre a chi la storia la vorrebbe negare e riscrivere. L’unica difesa contro un presente senza coscienza è ricominciare a proteggere la memoria insieme».

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