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Mia Martini, una vita per la musica

Stasera su Rai 1 andrà in onda la fiction "Io sono Mia", la biopic sulla vita di Mia Martini. Ripercorriamo insieme la storia della grande cantautrice

MILANO – Stasera su Rai 1 andrà in onda Io sono Mia, la serie dedicata alla grande Mia Martini, autrice di capolavori come Almeno tu nell’universoMinuetto. È stata una delle voci migliori della canzone italiana, un’interprete che solo in qualche occasione ha avuto la possibilità di esprimere al meglio il suo talento, alla quale il mondo della musica non ha dato il successo che meritava. Ripercorriamo insieme la vita di Mia Martini.

 

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La vita e la carriera

Nata a Bagnara Calabra da genitori insegnanti, Mimì Bertè era cresciuta con la madre e le tre sorelle: Loredana, che diventerà anche lei cantante di successo, Leda e Olivia. La musica è stata la compagna di sempre nella vita della Martini, quella che non l’ha mai abbandonata. La sua carriera è cominciata presto. La prima apparizione è del 1963 a ‘TV7’.

Nel 1965 è ospite nello show televisivo di Lelio Luttazzi ‘Studio 1’, l’ultima apparizione televisiva con il nome d’arte di Mimì Bertè. ‘Padre davvero’ segna comunque il primo successo con il nuovo nome di Mia Martini, scelto con il produttore Alberigo Crocetta, già fondatore del Piper e scopritore di talenti come Patty Pravo e Mal. A Roma, dove s’inserisce in uno stimolante ambiente musicale, c’è l’incontro con il giovanissimo Claudio Baglioni. Poi la collaborazione con Bruno Lauzi e lo straordinario successo con Piccolo uomo.

 

Il grande amore

Il grande amore, l’unico compagno della sua vita è stato proprio un grande musicista: Ivano Fossati. Nel 1982 partecipa per la prima volta al Festival di Sanremo e proprio in quell’anno si diffonde la diceria che portasse sfortuna. Diceria che la porterà a non lavorare per anni. Il grande ritorno della Martini fu nel 1989, proprio sul palco di Sanremo, con la canzone Almeno tu nell’universo. Torna al Festival nel ’92, con il brano ‘Gli uomini non cambiano’. Aveva 45 anni, gli ultimi anni di vita e di carriera.

Si trasferisce a Cardano al Campo, in provincia di Gallarate, nel paese dove viveva il padre. L’ultima apparizione televisiva è del 4 marzo del 1995 nella trasmissione “Papaveri e papere”. La morte risale al 12 maggio 1995, ma il corpo viene ritrovato solo 2 giorni dopo. La Procura di Busto Arsizio apre un’inchiesta e dispone l’autopsia. Il referto del medico legale è quello di morte per arresto cardiocircolatorio. Il 17 maggio il corpo della cantante, 47 anni, viene cremato e successivamente la Procura della Repubblica archivia il caso.

 

Le canzoni più belle

Tra le sue canzoni ce ne sono alcune che sono rimasti nel cuore delle persone più di altre, vediamole insieme: 

Minuetto incisa nel 1973, è il brano più venduto di Mia Martini, vincitrice anche del Festivalbar. Musica di Dario Baldan Bembo, testo di Franco Califano, è la storia di un amore a senso unico. La protagonista a disposizione di un uomo che la prende e la lascia, come in una danza senza fine. Appunto un minuetto.

 

 

La nevicata del ’56 è un brano scritto nel 1975 da una squadra di autori (testo di Carla Vistarini, musiche di Luigi Lopez e Fabio Massimo Cantini). Doveva inciderlo in un primo momento Gabriella Ferri, poi è rimasto quindici anni nei cassetti della Rca, finquando non ci ha rimesso le mani Franco Califano e, soprattutto, la voce Mia Martini che l’ha portato al Festival di Sanremo del 1990.

 

 

Almeno tu nell’universo viene composta dalla coppia Bruno Lauzi-Maurizio Fabrizio nel 1972, nello stesso periodo in cui viene incisa Piccolo uomo. A differenza dell’altro brano, questo non lascia intendere grandi potenzialità, rimane addirittura nel cassetto e viene depositato in Siae soltanto nel 1989 per farlo portare a Sanremo da Mia Martini, dove fa il suo grande ritorno sulle scene dopo un lungo periodo di ostracismo.

 

 

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Piccolo uomo composta nel 1972, è il brano che fa conoscere Mia Martini al grande pubblico. Vince il Festivalbar e diventa un successo internazionale.

 

 

Gli uomini non cambiano sfiora la vittoria al Festival di Sanremo del 1992 arrivando al secondo posto. Le giurie le preferiscono la canzone di Luca Barbarossa dedicata alla mamma. Testo di un paroliere storico della musica italiana, Giancarlo Bigazzi, musiche di Marco Falagiani e Beppe Dati.

 

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