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Le “lingue italiane” a rischio estinzione

Il walser, l’occitano, il tabarchino, l’arbëreshë, il grico sono alcune delle lingue diffuse lungo la penisola italiana che rischiano di estinguersi. Ecco le iniziative per salvaguardarle

MILANO – Nel mondo ci sono circa 2.500 lingue sull’orlo dell’estinzione, solo la metà di quelle esistenti 500 anni fa. Entro la fine del secolo ne andrà persa un’altra metà. L’Italia non fa eccezione. Da questi dati allarmanti è nata l’idea della redazione di CTRL, rivista di reportage italiana, di dedicare un libro ai luoghi d’Italia dove la lingua madre non è l’italiano: “Stiamo scomparendo – Viaggio nell’Italia in minoranza”. A sostegno del progetto anche Babbel, la app spacializzata nell’apprendimento delle lingue online.

Le lingue a rischio

Da questa collaborazione sono nati cinque video, il cui contenuto è stato raccolto da Emanuela Colombo, fotografa e videomaker, per conto di CTRL. Il viaggio l’ha condotta nelle terre d’Italia dove ancora oggi si parlano il walser, loccitano, il tabarchino, l’arbëreshë, il grico, dalle pendici del monte Rosa al Salento. E sulle orme della fotografa si sono mossi cinque scrittori, che in questi stessi territori hanno passato diversi giorni, facendosi raccontare le storie di vita quotidiana, andando ad ascoltare con le proprie orecchie i suoni di queste lingue antiche che ancora resistono, per quanto a fatica, spesso grazie all’eroismo di illustri sconosciuti.

“Non si tratta di folclore. Né di passatismo o di interesse linguistico-accademico. Questi racconti, queste testimonianze, ci fanno capire quanta diversità, quanta ricchezza, quanta umanità si perde quando una lingua scompare”, commenta Nicola Feninno, il direttore di CTRL magazine.

 

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