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L’amore materno celebrato in una mostra a Verona

L'amore materno da Previati a Boccioni, ai Musei Civici di Verona l'arte italiana tra Ottocento e Novecento racconta il mistero della maternità

MILANO – Il tema della maternità, declinato nell’arte italiana fra Otto e Novecento, è al centro della mostra L’amore materno alle origini della pittura moderna, da Previati a Boccioni proposta dai Musei Civici di Verona , dal 7 dicembre al 10 marzo 2019.

Il Divisionismo italiano

L’esposizione è la prima che la città di Verona dedica ad alcuni autori del Divisionismo italiano, con l’obiettivo di promuovere la conoscenza di uno dei periodi più creativi della storia dell’arte del nostro Paese e, allo stesso tempo, raccontare un tema variamente affrontato nell’arte italiana: quello della maternità.

La maternità di Previati

Il fulcro della nuova mostra è costituito dalla Maternità di Gaetano Previati, un capolavoro di grande formato e fortemente evocativo legato al tema “dell’amore materno” e proveniente dalle collezioni di Banco BPM.
Il dipinto esposto alla prima Triennale di Brera del 1891 suscitò un vivace dibattito oltre che sulla tecnica divisionista, e anche sui possibili esiti simbolici della rappresentazione. “La nuova tecnica divisionista elaborata da Previati nel monumentale dipinto, puntava – spiega Aurora Scotti – sulla separazione delle pennellate, ma anziché tendere alla piena tersità luminosa mirava ad agire sulla sensibilità dello spettatore, coinvolgendolo nella emozione psicologica dell’evento. A questo il maestro ferrarese si era preparato con un intenso esercizio su temi che sviluppavano la ‘pittura di affetti’ della Scapigliatura, al fine di evocare, attraverso il ductus stesso della pennellata, uno stato d’animo. Un cardine quindi della pittura di emozione e di sentimento, con un ampio spettro di riferimenti nella tradizione pittorica medioevale e moderna”.

Da Previati a Boccioni

Il percorso espositivo costruito attorno al grande dipinto propone celebri capolavori di Gaetano Previati, Medardo Rosso, Giovanni Segantini, Angelo Morbelli, Giuseppe Pellizza da Volpedo e Umberto Boccioni, capaci di restituire in maniera esemplare l’intensa stagione culturale che ha segnato il transito rivoluzionario della pittura italiana ottocentesca nella direzione europea dell’arte moderna d’avanguardia.  Da qui, la rigorosa selezione filologica di una quindicina di opere che mette in evidenza il confronto tra esiti e ricerche diverse contemporanee al maestro ferrarese, ma anche le ricadute e gli stimoli forniti da queste sperimentazioni alle avanguardie del primo Novecento.
Umberto Boccioni, in particolare, cercò un confronto diretto con Previati: la sua Maternità  rappresenta uno dei cardini del suo percorso critico come punto di riferimento in quel puntiglioso programma di studio nella storia dell’arte che, dopo molteplici ricerche, lo portarono al Futurismo. Alla definizione del tema legato all’amore materno hanno inoltre contribuito generosamente tutti i prestatori che hanno così reso possibile la realizzazione della mostra. Un riconoscimento particolare va ai Musei Civici di Milano, alle Raccolte Grafiche e Fotografiche del Castello Sforzesco, alla Galleria d’Arte Moderna di Milano e al Mart di Rovereto, nonché al Museo Segantini di Saint Moritz.

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