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Giornata internazionale dell’alfabetizzazione, ecco gli 8 errori grammaticali più frequenti degli italiani

Ci sono errori che tutti gli italiani (o quasi) commettono regolarmente quando scrivono un testo, un messaggio o una lettera. Sapete quali sono? Ecco i più comuni

MILANO – Oggi si celebra la Giornata internazionale dell’alfabetizzazione per sensibilizzare l’opinione pubblica sull’importanza dell’alfabetizzazione dei giovani e degli adulti in tutto il mondo. Nononaste il tasso di alfabetizzazione in Italia si attesti al 99,2%, secondo un recente studio dell’Ocse gli italiani, insieme agli spagnoli, sono i cittadini con le competenze alfabetiche più basse. Errori comuni, a cui spesso non prestiamo attenzione, ma molto frequenti quando si parla, si scrive un testo, un messaggio o una lettera. Ecco quali sono gli errori più comuni che gli italiani commettono con la grammatica.

 

L’apostrofo (71%) – In cima alla classifica, ovviamente, c’è l’apostrofo. Davvero uno degli amici più antipatici della lingua italiana. Quando si mette? Semplice, con tutte le parole femminili, quindi: un’amica sì, un amico no. E quindi apostrofo? Si tratta di elisione: non si può dire lo apostrofo, diventa quindi l’apostrofo. Infine c’è anche il troncamento: un po’ vuole l’apostrofo, perché si tratta del troncamento della parola ‘poco’.

 

L’uso del congiuntivo (69%) – E qui di sicuro si alzerà un boato. Il congiuntivo, il vero tallone d’Achille di moltissimi studenti e non. Quanti strafalcioni sentiamo ogni giorno anche, e soprattutto, in televisione? “L’importante è che hai superato l’esame”, seppur molto usata questa è una formula grammaticale  scorretta perché in questo caso bisogna usare il congiuntivo: “L’importante è che tu abbia superato l’esame”.

 

Qual è (65%) – Un altro degli errori più comuni commessi dagli italiani. Qui, l’apostrofo ci vuole oppure no? Assolutamente no. Qual è si scrive senza. Sempre.

 

Purtroppo è proprio così (52%) – Se state storcendo già il naso davanti a questi errori di grammatica, fateci l’abitudine perché “pultroppo è propio così”. Avete notato qualcosa di strano? Esatto, queste due paroline sono un altro grande scoglio degli italiani. Non sempre si scrivono in maniera corretta. Ma anche se la lettera ‘r’ nella pronuncia non si sente poi molto, bisogna però metterla per iscritto.

 

E o ed? A o ad? (48%) – Sicuramente, almeno una volta nella vita, anche voi avete avuto il dubbio su quale congiunzione usare nel vostro messaggio. Semplice l’aggiunta della ‘d’ eufonica deve essere fatta solo nel caso in cui la parola che segue cominci con una vocale. Quindi: vado ad Amburgo; Era felice ed entusiasta.

 

Entusiasto o entusiasta? (45%) – Anche se ci si riferisce a un soggetto maschile, la forma corretta di quest’aggettivo è entusiasta. Questo vale solo quando si parla al singolare perché invece quando ci si riferisce a più soggetti si distingue nuovamente tra maschile e femminile. Quindi si avrà entusiasti per il maschile e entusiaste per il femminile, mentre la forma entusiasto è assolutamente incorretta.

 

La punteggiatura (42%) – Non negatelo. Qui tutti sono caduti almeno una volta. Virgole, punti e virgola, due punti, non vanno mai usati a casaccio. Ogni segno di punteggiatura ha la propria regola. La funzione principale della virgola è quella di dare una cadenza precisa a periodi lunghi e complessi. I due punti invece si usano, per esempio, per introdurre un discorso diretto oppure per presentare una spiegazione o un elenco.

 

Gli e le (38%) – Sembra facile, ma non lo è. I pronomi sono un altro grande errore commesso dagli italiani. “Gli ho detto che era molto bella”. In questo caso, riferendoci ad una persona di sesso femminile, bisogna usare il pronome “le”: “Le ho detto che era molto bella”.

 

Ovviamente, in questa breve lista mancano ancora moltissimi errori grammaticali. Secondo voi, qual è il più comune dell’italiano?

 

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