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Gli errori più comuni legati all’uso della punteggiatura

Ce li illustra Leonardo Luccone, autore del libro "Questione di virgole", opera all'interno del quale si è proposto di studiare il segno più frequente, la virgola, e quello meno utilizzato, il punto e virgola

MILANO – “A scuola si lavora poco con la punteggiatura, come se fosse qualcosa di secondario. Per questo oggi se ne fa un cattivo uso.” E’ questa l’opinione di Leonardo Luccone, autore del libro “Questione di virgole“, opera all’interno del quale si è proposto di studiare il segno più frequente, la virgola, e quello meno utilizzato, il punto e virgola, affrontando le incertezze che accomunano molte persone legate al corretto uso della punteggiatura.  Abbiamo inoltre chiesto all’autore gli errori più comuni legati all’uso della punteggiatura: scopriamoli insieme.

 

Spesso nella segnalazione degli errori linguistici, si punta più sull’ortografia delle parole e meno sull’utilizzo della punteggiatura. Perché?

Perché è più facile. L’ortografia è piuttosto monolitica, c’è minore margine di speculazione. È un dato di fatto che a scuola si lavori poco con la punteggiatura, come se fosse qualcosa di secondario. Non ricordo di aver avuto lezioni specifiche sulla punteggiatura alle medie o al liceo. Ricordo invece una sfilza di regolette fesse che vibravano nell’aria, e prima o poi finivano per impregnarti. Un lavoro serio sulla punteggiatura implica parecchie ore di lavoro, un confronto serrato nella correzione degli elaborati. Ci vuole tempo, pazienza e passione. Faccio un esempio:

Le ragioni sul perché i professori non dedicano tanto tempo alla punteggiatura, non le voglio nemmeno indagare, perché rischio di perdermi.

È giusta quella virgola in grassetto? O è errata? Perché? Oppure:

L’essermi soffermato su Cavalcanti m’è servito a chiarire meglio (almeno a me stesso) cosa intendo per «leggerezza».

  1. Calvino, «Leggerezza»in Lezioni americane, Mondadori, Milano 2017, p. 19

Va messa una virgola dopo Cavalcanti? Sì o no? Perché? Perché Calvino non l’ha messa?

E questo punto e virgola e questi due punti?

In sogno poteva credere, Artemisia, di aver penetrato il carattere dell’uomo con cui le piaceva vivere: dinanzi a quest’uomo di oggi, fra ottuso e inquieto, evasivo, pedante, che tornava a casa troppo presto o troppo tardi; e una volta di notte fonda, ciondolante e malconcio: parve alla moglie che avesse bevuto.

Anna Banti, Artemisia, Mondadori, Milano 1965, p. 89

Vedi, le risposte sono complesse e non univoche, c’è bisogno di tempo per ragionare.

 

Perché la punteggiatura viene vista spesso come un semplice elemento decorativo, non centrale rispetto all’uso (corretto) della parole?

Perché non viene percepita come importante. Mi diverte la logica diffusa del «nel dubbio metto una virgola». I testi sono mediamente troppo segmentati. Negli ultimi tempi scrivere è diventato un gran tagliuzzare con punti e con virgole. Siamo circondati da testi singhiozzati, telegrafati (quando prevale un atteggiamento di scrittura semplicistico), oppure testi eccessivamente arzigogolati, dove è facile perdere il controllo della sintassi. Si prendano i testi della pubblica amministrazione o i testi giuridici: in alcuni ambiti c’è un certo compiacimento per l’impenetrabilità dei discorsi. La scrittura si fa incomprensibile perché deve proteggere un’élite. Trovo inaccettabile che un testo informativo rivolto al pubblico sia scritto così. Servono professionisti. Ci risparmieremmo un sacco di lungaggini.

 

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Secondo te nelle scuole si approfondisce a sufficienza l’importanza dell’uso corretto della punteggiatura?

Come dicevo prima si fa troppo poco e nel modo sbagliato. Subiamo ancora gli effetti di un atteggiamento command and control che soffoca la curiosità e ogni forma di creatività.

Voglio però dire che mi sono imbattuto in splendide eccezioni, professori che riescono a spiegare morfologia e sintassi in modo maturo e coinvolgente. La scuola deve trasmettere l’entusiasmo per la lingua italiana: il resto lo si fa da sé negli anni a venire, quando si è a tu per tu con i testi.

 

Esistono delle regole basi per l’uso della punteggiatura, oppure ogni contesto e registro linguistico ha i suoi riferimenti?

Ma sì, un gruzzoletto di regole non imperative bisogna darle (e accertarsi con esempi non scolastici che siano state capite); ma è l’atteggiamento giusto la cosa più delicata da trasferire.

 

Nel tuo libro, dedichi un ampio spazio al punto e virgola. Perché secondo te viene poco utilizzato? In quale situazione andrebbe usato maggiormente?

Con Questione di virgole mi sono proposto di studiare il segno più frequente, la virgola, e quello meno utilizzato, il punto e virgola. In termini di scandaglio non ho avuto grandi sorprese. Il punto e virgola è un alieno nella scrittura semplificata contemporanea: qualcuno ha sentenziato che non serve e per molti pace così; non serve perché le frasi sono sempre più simili a sms.

Poi c’è tutta una resistenza carbonara: integralisti e fan del punto e virgola che lo difendono con i denti che, come me, mostrano che ne abbiamo un gran bisogno; c’è chi perfino chi si vanta di utilizzarlo su WhatsApp.

Quando usare il punto e virgola? Osserviamo insieme questi esempi:

Valuteranno due ipotesi: una considera sia lui che Morana delle vittime; per l’altra il secondo scomparso è responsabile della morte del primo, o in qualche modo coinvolto.

  1. Vasta, Il tempo materiale, minimum fax, Roma 2008, p. 268

È un uso abbastanza tipico del punto e virgola. Provate a sostituirlo con una virgola: si crea un piccolo ingorgo; se mettete un punto, si dà più enfasi alla seconda ipotesi. Un altro esempio:

Questo sapore diretto di dolore e di morte che si sente nella poesia di Baudelaire; questa vacanza in essa dell’autorità metafisica; questa assenza in lei di alte protezioni; questo suo starsene isolata sulla terra, in mezzo agli uomini le cui speranze e illusioni impallidiscono alla luce del sole e si rivelano il povero trucco (?) che le fa giocare; questo suo starsene sotto il cielo spopolato di divinità – è questa la ragione perché la poesia di Baudelaire è chiamata decadente?

  1. Savinio, Nuova enciclopedia, Adelphi, Milano 1977, pag. 69

Abbiamo un elenco, stavolta senza una frase reggente. Gli elementi sono ben compartimentati da punti e virgola. La virgola e il punto non avrebbero fatto il lavoro altrettanto bene.

Ancora due esempi più propriamente stilistici. Nel primo caso il punto e virgola segna in modo inconfondibile un cambio di passo; nel secondo marca la secondaria esplicativa. Si potevano scrivere ricorrendo ad altri segni, certo, ma non sarebbe stata la stessa cosa.

Come sa farsi di cera il ricordo, come si imbellisce sospettosamente il cherubino man mano che il tempo scurisce la rivestitura di metallo dell’icona; cose strane, molto strane succedono con la memoria.

  1. Nabokov, Il dono, a cura di S. Vitale, Adelphi, Milano 1991, p. 31

Non per niente Polis era angelico; perciò non perse il suo atteggiamento non violento e didascalico, intonando, nel registro il cui incanto può essere percepito solo nei sogni, la sua nuova argomentazione […].

P.P. Pasolini, Petrolio, Mondadori, Milano 2015, p. 14

Chiudiamo con queste frasi perfette di Pavese e Vorpsi

Quando ripassavano, nell’odore dei tigli, Silvia e il suo uomo se ne stavano insieme, camminavano bisbigliando e ridendo; l’altra coppia veniva più adagio, staccata, e a volte chiamavano, parlavano forte coi primi.

  1. Pavese, La luna e i falò, Einaudi, Torino 2014, p. 101

Di polvere e fango è fatto questo paese; il sole brucia a tal punto che le foglie della vigna si arrugginiscono e la ragione comincia a liquefarsi.

  1. Vorpsi, Il paese dove non si muore mai, minimum fax, Roma 2018, p. 7

 

Quali sono gli errori più comuni che si commettono nell’utilizzo della punteggiatura?

Gli errori più comuni sono quelli più evidenti e quindi quelli più banali (e quindi anche i più facili da correggere alla radice). Che so: virgola tra soggetto e verbo; virgola tra predicato e complemento oggetto – di solito queste virgole sono errate; oppure un inciso che non viene chiuso con una seconda virgola o un trattino. Se andiamo su cose più sofisticate: quando l’uso della virgola si fa obbligatorio per disambiguare la frase.

C’è poi quel mucchio di casi che sono fonte infinita di incertezze e tafferugli: virgola prima di e congiunzione sì o no? virgola prima di ma congiunzione avversativa sì o no? Anche qui è un proliferare di regole per sentito dire. Nel libro cerco di mostrare che la risposta giusta è «dipende»; cerco di invitare al ragionamento.

 

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