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Il bandolo senza matassa, quando l’odio pervade la società

L'odio è dappertutto e non ha colore politico. Luca Pagliari riflette sull'abitudine all'attacco e alla denigrazione che pervade la nostra società

Tra campagne di prevenzione e continui spostamenti, in queste settimane ho incontrato numerosi politici. Senatori, assessori, sindaci e quanto altro. A volte non so neppure a quale partito appartengano, perché se parliamo di bullismo, droga o sicurezza stradale c’è poco da scegliere lo schieramento. O stai dalla parte della soluzione o da quella del problema.

Per curiosità ho rivolto a tutti la stessa domanda: Quanto tempo dedichi a difenderti dagli attacchi sferrati dalla parte avversa? Indistintamente dal colore politico, tutti hanno alzato gli occhi al cielo confessandomi di essere disperati, perché il 50% del loro tempo, anziché dedicarlo a progetti e ad una buona politica, lo trascorrono rispondendo ad accuse e veleni.

“Un dispendio di energie enorme” mi ha detto un assessore alla pubblica istruzione di una grande città del nord est. La mia potrebbe sembrare una riflessione troppo generalista ma in realtà il tema è centrale. Specchio fedele di una società incapace di accettare il confronto. Abbiamo eletto l’infamia a sistema. Che sia il web o Montecitorio poco cambia. Lo scontro ha vanificato la logica più complessa dell’incontro. L’opposizione mira a distruggere, mai a costruire.

La palata di fango, l’attacco alla persona, l’imposizione della propria idea a tutti i costi, oramai regnano sovrani ovunque. In un certo senso è più importante distruggere l’altrui pensiero che non argomentare la propria posizione. Tutti dentro un frullatore senza coperchio che spruzza veleno e mira a strumentalizzare qualsiasi situazione.

Esiste un bandolo ma non c’è più la matassa. Tutti vittime e tutti carnefici. O di qua o di là. Questa è la sola regola. La democrazia è sancita dalla costituzione, ma il singolo individuo sembra essersi allontanato da questo concetto. Applaudire un’idea altrui, anche se si è divisi politicamente, rappresenterebbe un qualcosa di fantascientifico.

La palata di fango, l’attacco alla persona, l’imposizione della propria idea a tutti i costi, oramai regnano sovrani ovunque. In un certo senso è più importante distruggere l’altrui pensiero che non argomentare la propria posizione.

La rivoluzione umana, come insegna il buddismo, è questione strettamente personale. La democrazia è un esercizio complesso, un cammino interiore, un salto oltre lo steccato dell’odio a prescindere e delle ideologie.

Luca Pagliari

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