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7 assurde curiosità su Edgar Allan Poe

Curiosità e aneddoti sulla vita di Edgar Allan Poe, il padre del genere "del terrore". Una vita stravagante accompagnata da un genio indiscutibile

Edgar Allan Poe è senza dubbio il padre del genere “del terrore”. Da Il pozzo e il pendolo a Il ritratto ovale, lo scrittore nato il 19 gennaio 1809 a Boston ha influenzato tantissimo la letteratura corrente e la cultura di massa.

Inventore del racconto poliziesco, della letteratura dell’orrore e del giallo psicologico, Edgar Allan Poe finisce per diventare anche uno dei rappresentanti maggiori del racconto gotico. Un genio che, come tanti altri, non ha avuto la fortuna di poter godere in vita del successo dei suoi capolavori, finito per morire di stenti e nella più amara desolazione.

Dopo la morte avvenuta nel 1846 per tubercolosi della bella e giovane moglie Virginia Clemm, lo scrittore sprofondò nella più cupa desolazione, fu travolto dal dolore e dal rimpianto che affogò nell’alcool – ancor più di quanto già abitualmente facesse. L’estrema povertà in cui viveva lo costrinse addirittura a usare le lenzuola del corredo matrimoniale (portate in dote dalla sposa) come sudario per la moglie stessa.

Storia atroce che ci colpisce e ci spinge a riflettere sul fatto che Poe, come tanti altri geni della storia dell’uomo, sia vissuto in povertà senza la fortuna di poter godere del successo delle proprie opere. Certo è, però, che il suo nome vivrà per sempre, dando linfa e ispirazione a numerosi autori, registi, cantanti e band musicali, che dalla sua ispirazione hanno tratto, invece, il massimo profitto.

7 curiosità su Edgar Allan Poe che non tutti conoscono

Stravagante e dal genio indiscutibile, la vita di Poe è segnata da aneddoti curiosi: vi solletichiamo l’orecchio con sette curiosità sulla vita di Poe.

Il nome Edgar deriva da Shakespeare

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I genitori di Edgar Allan Poe erano due attori girovaghi; scelsero il suo nome ispirandosi al principe Edgar, personaggio del Re Lear di Shakespeare, tragedia che stavano portando in scena nel periodo della nascita del futuro scrittore.

 

 

 

 

Si sposò con la cuginetta

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Lo scrittore si sposò con la cuginetta Virginia. Sul certificato di matrimonio fu scritto che lei avesse ventuno anni, ma in realtà ne aveva tredici.

 

 

 

Fu un vagabondo e soldato di ventura

Lo scrittore aveva un cattivo rapporto con il patrigno, che gli diede il suo nome Allan. Dopo un brutto litigio lasciò la casa e incominciò a vagabondare e finì perfino per essere un soldato di ventura.

 

I dettagli della morte di Edgar Allan Poe sono ancora sconosciuti

Il 3 ottobre del 1849 fu visto in pieno delirio mentre girovagava per le strade di Baltimora con addosso abiti non suoi. Dopo quattro giorni morì in ospedale, senza riuscire a spiegare cosa fosse successo. Negli anni si sono avanzate diverse ipotesi, tra cui epilessia, sifilide, rabbia, delirium tremens, meningite e colera. Si dice che la notte prima di morire abbia ripetuto il nome “Reynolds”, ma nessuno capì mai a chi fosse riferito.

 

Il certificato di morte non fu mai trovato

Tutti i referti medici relativi al ricovero, tra cui anche il certificato di morte, oggi risultano perduti. Questa circostanza non fa che alimentare il mistero che aleggia sulla morte di Poe, mai risolto in nessuno dei suoi tanti aspetti: la reale causa del decesso è ancora sconosciuta, come sconosciuti sono i motivi che avevano portato lo scrittore a Baltimora.

 

Il suo nemico personale e professionale scrisse il necrologio

Rufus Wilmot Griswold, nemico personale e professionale di Poe, scrisse il necrologio che si lesse su un giornale. Lo descrisse come un drogato di oppio, pazzo e ubriaco. Inoltre precisò che i suoi racconti traessero ispirazione dalle sue esperienze personali.

 

Il caso del Custode della sua tomba

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Dal 1978 al 2009, in occasione dell’anniversario della nascita, un uomo all’alba si presentava davanti alla tomba dello scrittore con una bottiglia di cognac e tre rose rosse.

Dopo essersi versato un bicchiere e aver brindato al ricordo del padre del terrore, disponeva le tre rose in un ordine ben preciso sulla tomba. In seguito si allontanava, in silenzio, nello stesso modo in cui era venuto.

In suo ricordo lasciava la bottiglia di cognac aperta, le rose e talvolta qualche breve annotazione rivolta direttamente al poeta scomparso: “Poe non ti dimenticherò mai” oppure la più criptica “La torcia verrà passata”.

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