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30 scrittori italiani si mobilitano contro la violenza sulle donne

Dacia Maraini, Diego de Silva e tanti altri. 30 scrittori hanno collaborato alla creazione del libro "La scia nera", per combattere la violenza sulle donne

MILANO – Quando la cultura si mobilita per le giuste cause è sempre una bella notizia. Il libro La scia nera è un’antologia di racconti inediti ad opera di 30 scrittori italiani, curata da Marco Vichi per TeaEditore, al fine di sostenere la lotta alla violenza sulle donne.

I proventi del libro andranno a sostenere il centro antiviolenza Artemisia, un centro attivo dal 1991 su tutto il territorio italiano per sostenere le vittime di violenza, sensibilizzare sul tema, e formare figure professionali nell’ambito della protezione dei diritti delle donne e dei minori. All’appello hanno risposto 30 autori, tra cui spiccano nomi illustri quali Dacia Maraini, Diego de Silva e Marcello Fois, e due illustratori. Abbiamo intervistato il curatore Marco Vichi per farci raccontare come è nata l’iniziativa.

Come è nata l’antologia “La scia nera”?

È nata dalla conoscenza delle ragazze del centro antiviolenza Artemisia, dal desiderio di fare qualcosa di concreto per loro. Siccome il mio lavoro è la scrittura, ho pensato a un’antologia. È stata una lunga avventura, ma il risultato premia la fatica e mi soddisfa in pieno, anche per merito dell’editore. I feroci disegni di Staino e la bellissima (e inquietante) copertina di Caligaris completano l’opera nel migliore dei modi.

Tra i trenta autori dei racconti spiccano i nomi più svariati, da Dacia Maraini a Diego de Silva, da Leonardo Gori a Gianmarco d’Agostino, da grandi autori affermati a esordienti. In base a quale criterio li hai selezionati?

Ho chiamato gli amici, e ho trovato una grande sensibilità su questo tragico argomento. Tutti gli autori hanno aderito con convinzione, ovviamente gratis. Fin dall’inizio sapevo che avrei cercato di mettere insieme nomi famosi e giovani esordienti, ma a tutti ho chiesto la stessa cosa: di impegnarsi per fare un buon lavoro.

I proventi del libro saranno devoluti al centro antiviolenza Artemisia di Firenze. Di che cosa si occupa il centro?

Artemisia si occupa di aiutare e sostenere e seguire le donne e i bambini che subiscono o hanno subito violenza. Ma si occupano anche di informare, di formare, di sensibilizzare tutti sull’argomento. Il loro sito è www.artemisiacentroantiviolenza.it

Come è nata la collaborazione con Tea Libri?

Stefano Res, direttore di Tea Libri, ha accettato subito la mia proposta. Il loro lavoro è stato eccezionale.

Per risolvere il dramma degli episodi di violenza contro le donne occorre un cambiamento culturale e sociale. La letteratura può essere d’aiuto?

In questa battaglia tutto può e deve essere d’aiuto, ogni piccolo passo nella giusta direzione è importante. Spero che anche la letteratura possa mettere il suo mattoncino nella grande muraglia che separa l’uomo civile dal barbaro.

Nella quarta di copertina scrivi “La speranza – volendo essere ottimisti – è che qualche lettore «a rischio» possa specchiarsi in una di queste storie, e vedendosi dall’esterno sappia capire cosa gli sta succedendo, riuscendo a fermarsi prima del baratro.” Credo non sia un caso che sia un’affermazione rivolta al maschile…

È vero che questa speranza è rivolta soprattutto verso il mondo maschile, ma in realtà riguarda anche le donne, anche se in senso contrario, se così si può dire: perché non sempre le donne sanno capire di essere in pericolo, non sempre sono consapevoli di cosa stanno vivendo, e magari interpretano il comportamento violento del loro marito o fidanzato, come una condizione quasi “normale” della coppia, o magari semplicemente giustificano certe cose e le minimizzano. E quando si accorgono di essere in pericolo, a volte è troppo tardi.

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