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10 soprendenti curiosità letterarie sul Natale

Dieci curiosità letterarie dal sapore natalizio, secondo la classifica stilata da huffingtonpost.com: da Dickens a Sartre, da Faulkner all'orso Paddington

MILANO – Per celebrare le festività natalizie con un tocco ”libresco”, il sito huffingtonpost.com ha realizzato una classifica in cui elenca le curiosità di argomento letterario che hanno a che fare con il Natale. Ecco quelle più strane e intriganti.

1. Michael Bond ha comprato l’’Orso Paddington‘ perché si sentiva triste per lui

Bond, il creatore del famoso orsacchiotto dei libri per bambini, ne acquistò uno nel 1956. L’autore infatti si lasciò commuovere dalla solitudine del pupazzo basato sul suo personaggio, l’unico rimasto sullo scaffale di un negozio di giocattoli la vigilia di Natale.

2. Il Grinch era già apparso

Secondo molti la prima apparizione della verde creatura avversa al Natale risale al libro del Dr. Seuss datato 1957. In realtà il Grinch – o perlomeno un grinch – aveva già fatto il suo debutto due anni prima, in una poesia di 32 versi intitolata “The Hoobub and the Grinch”, apparsa sulla rivista “Redbook” nel maggio del 1955.

3. Il primo racconto di Dickens dedicato al Natale

Fu in realtà un breve testo che l’autore pubblicò prima dei vent’anni, in cui si descriveva la perfetta cena natalizia: il racconto, risalente al 1935, offre un’idea di come una famiglia del diciannovesimo secolo trascorresse il periodo natalizio.

4. ‘Lo Hobbit’ prima di Peter Jackson

Il primo adattamento de “Lo Hobbit” fu realizzato per una produzione televisiva e andò in onda nel 1977.

5. Dickens e i suoi problemi economici

Nonostante avesse venduto 6000 copie ad appena cinque giorni dalla sua pubblicazione, “Canto di Natale” non riuscì a risolvere i problemi economici di Charles Dickens: questo perché l’autore s’impuntò perché il libro, pur venendo commercializzato a un prezzo accessibile per il pubblico, fosse confezionato con una molto copertina costosa da produrre.

6. La prima opera teatrale di Jean-Paul Sartre

Fu una natività: andata in scena nel Natale del 1940, era interpretata da un gruppo di prigionieri di guerra. L’opera, “Baronia, o il figlio del Tuono”, venne messa in scena nel campo di prigionia di Trier, in Germania, dove lo stesso Sartre fu prigioniero durante la Seconda guerra mondiale.

7. Un unico regalo per William Faulkner

Come riporta il figliastro di Faulkner, Malcolm Franklin, nella sua biografia, William Faulkner per Natale accettava dalla sua famiglia esclusivamente scovolini per pulire la pipa. L’autore ne possedeva un’ampia collezione. Qualunque altro regalo sarebbe stato portato nel suo studio e abbandonato a un’avvilente inoperosità. La ragione per cui Faulkner accettasse solo scovolini per pipe rimane tuttora un mistero.

8. ‘Bah, humbug!’

Esiste una specie di lumaca chiamata Ba humbugi. Prende il nome dalla famosa esclamazione (perlomeno nel mondo anglosassone) pronunciata (a dire il vero soltanto in due occasioni) da Ebenezer Scrooge in “Canto di Natale”.

9. Come noi

L’opera del poeta romano Marziale ci mostra come gli usi natalizi degli antichi romani non fossero molto diversi dai nostri. In occassione della festa di Sigillaria (che cadeva intorno al 20 di dicembre) i romani erano infatti soliti a scambiarsi dei doni.

10. Il prequel di “Canto di Natale”

il celebre racconto di Dickens non è stato il suo primo lavoro d’ambientazione “natalizia”… e nemmeno la sua prima storia di fantasmi “natalizia”. L’autore si era già cimentato in “The Story of the Goblins Who Stole a Sexton”, un racconto inserito nel suo primo romanzo, “Il circolo Pickwick”. Il testo presenta tutte le tematiche principali che sarebbero poi confluite nel ben più celebre racconto natalizio: un protagonista malvagio e solitario, la vigilia di Natale, la presenza del soprannaturale (in questo caso i Goblin) e, non ultima, la sua conversione finale in una persona migliore.

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