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Unikuore, un vero e proprio inno al cammino della conoscenza, di sé, del mondo e degli altri

La storia, liberamente tratta da un fatto realmente accaduto, narra di un gruppo di studenti che si trovano nella malinconica situazione di essere gli ultimi laureandi di scienze della comunicazione dell’Università Kore di Enna prima della definitiva chiusura del corso e, in particolare, di uno di loro affetto da disturbo schizoide della personalità...

Pubblichiamo la recensione di Emanuela Tobino per l’interessante racconto della trama del libro di Gaetano Amoruso

La storia, liberamente tratta da un fatto realmente accaduto, narra di un gruppo di studenti che si trovano nella malinconica situazione di essere gli ultimi laureandi di scienze della comunicazione dell’Università Kore di Enna prima della definitiva chiusura del corso e, in particolare, di uno di loro affetto da disturbo schizoide della personalità. Una vicenda che ha accomunato tutte le università d’Italia, quella di un corso ritenuto pleonastico e spesso bistrattato anche dai media ma che all’Unikuore si guadagnerà il rispetto della classe docente.

Un parallelismo originale e audace accompagna la trama di questo romanzo che è un vero e proprio inno al cammino della conoscenza, di se, del mondo e degli altri. Un contesto ambivalente dove l’autore configura in alcuni personaggi diverse sfaccettature della suo pensiero, dalla coscienza alla perseveranza, dalla forza al coraggio, dalla solitudine all’abnegazione.
Storie, sentimenti e modi di vedere la vita che nel romanzo avranno ruoli militari. Un finale denso di sorprese e colpi di scena dove tutto non andrà come sperato, gran parte delle cose accadute impossibile comprendere ma dove il verbo conoscere sarà considerato un bene necessario, importante, fondamentale per continuare la vita in questo mondo caotico e per darne ad ognuno degli interpreti il giusto equilibrio.

La chiave di lettura potrebbe rivelarsi anche un’altra: chi sono veramente i plotoni grigi? Chi o cosa rappresenta il dottor Indelicato? A volte basta cambiare prospettiva, chiudere gli occhi, congiungere le mani e tutto si trasforma. Basta solo avere fede.

 Il vissuto personale dell’autore si rispecchia quasi sempre leggendo tra le righe: la ricerca costante dell’amicizia, della giustizia, del sapere. Un chiaro tentativo di avvicinarsi ai lettori perché nessun altro elemento è segno di umanità come la vera amicizia incondizionata. Tale tentativo ovvero quello di dare a tale sentimento un segno tangibile di profondo rispetto si è risolto nella grande efficacia della costruzione discorsiva che ha provocato nei lettori una risposta di ogni tipo ma sempre e comunque altrettanto appassionata.  

12 gennaio 2014

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