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Per dieci minuti, quando la terapia dell’anima cura le ferite attraversando strade sconosciute

Un amico del cuore, un giorno, mi ha mandato un messaggio 'vieni alla presentazione della Gamberale alla Feltrinelli? Il libro si chiama 'Per dieci minuti', sembra scritto per te'...

Pubblichiamo la recensione di Francesca Nardi per la reale immedesimazione che riesce a trasmettere dell’opera di Chiara Gamberale

Un amico del cuore, un giorno, mi ha mandato un messaggio ‘vieni alla presentazione della Gamberale alla Feltrinelli? Il libro si chiama ‘Per dieci minuti’, sembra scritto per te’…

 

Ho iniziato a puntare questo libro, dalle vetrine, dagli scaffali, dicendomi che, si, lo volevo leggere. Poi un regalo, del cuore, ed ecco il libro tra le mie mani. Leggo la quarta e mi dico, si è scritto per me. Questo prezioso diario è ambientato esattamente nei giorni di preparazione al Natale, giorni in cui la vita sembra accentuare un po’ tutto il bello e tutto il brutto di quello che si prova.

Inizio a leggerlo, è il mio primo Gamberale, ed è una scoperta, lo attraverso pensando che quella vita poteva essere la mia, che la signora Chiara si era affacciata in una finestra del cuore, con una descrizione puntuale di alcuni dei momenti di questo lungo anno passato. Con un quasi gioco, la terapia dell’anima cura ferite attraversando le strade di un quartiere fino a quel momento sconosciuto, ma senza ragione tanto odiato, ricostruisce pezzi di cuore aprendo l’animo a persone care, vicine e lontane, che per troppo tempo sono rimaste offuscate nell’incapacità di guardare oltre se stessi, si apre al nuovo sperimentando percorsi di esperienze fino a quel momento tenuti a distanza di sicurezza dal guscio in cui si era.

Chiara in questo lungo e ricco mese prende coscienza di sè, di quello che vuole realmente, di quello che può potenzialmente e di quello che sceglie consapevolmente, forse per la prima volta. Chiara, allontanandosi dalla difficoltà che la vita solo è in grado di regalare, regala a se stessa l’opportunità di crescere. Porterò questo intimo racconto nel cuore, come un un’opportunità, come una possibilità di alternative solo ieri impossibili da immaginare.

19 gennaio 2014

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