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“Se la vita è un fiocco di neve”, la fragile bellezza dell’esistenza in una poesia di Marco Balzano

Il fiocco di neve: nessuno uguale all'altro, soffice, delicato ed estremamente fragile. Con quest'immagine, Marco Balzano descrive la straordinaria bellezza della vita di cui spesso nemmeno ci accorgiamo.

Se la vita è un fiocco di neve
che nessuno è uguale ad un altro
prova della natura mortale
perfetta nella sua inconsistenza.

Con questa meravigliosa poesia di Marco Balzano vogliamo augurare buon compleanno allo scrittore e poeta milanese, che il 6 giugno compie 45 anni, e riflettere sulla natura e il valore della vita, bella, delicata, perfetta nella sua fragilità proprio come il fiocco di neve.

“Se la vita è un fiocco di neve” di Marco Balzano

Se la vita è un fiocco di neve
che nessuno è uguale ad un altro
prova della natura mortale
perfetta nella sua inconsistenza.
Se la vita è un fiocco di neve
imparare si deve a restare senza
a capire che tempo vuol dire cadere
morire finire sopra altra neve.
Nessun segreto, nessuna congettura:
il fiocco, il mucchio, lo specchio di luce.

Suggestioni naturali

“Se la vita è un fiocco di neve” è la seconda poesia racchiusa nella raccolta Nature umaneuscita nel 2022 per Einaudi. 

Come spiega il titolo stesso, si tratta di una raccolta che mira a raccontare l’esperienza umana e la sua natura, composta da molteplici sfaccettature. In questi versi, che Marco Balzano ha composto nell’arco di più anni e poi raccolto in un unico volume, ciò che salta subito all’occhio è il legame fra la riflessione esistenziale e l’oggetto naturale da cui essa prende spunto.

Sono infatti le visioni di un attimo, quelle a cui spesso non facciamo nemmeno troppo caso, che danno origine alla suggestione poetica di Balzano, come avviene per “Se la vita è un fiocco di neve”, che prende spunto dall’osservazione del delicato candore niveo per raccontare la fragile bellezza della vita: è lo stesso autore a raccontarlo in un’intervista a L’Estroverso

“Guardavo la neve cadere e mi è parso che quel moto silenzioso rivelasse chiaramente, molto più di tante congetture filosofiche il percorso dell’esistenza umana. Ne è uscita una poesia quasi metafisica e, benché la cosa mi abbia sorpreso, mi sembrava compiuta così. Nella sua asciutta assenza di spiritualità”.

Marco Balzano

Nato a Milano il 6 giugno del 1978, Marco Balzano è uno scrittore, poeta ed italianista. Ha sempre amato la letteratura e la poesia, che costituiscono la sua più grande passione ma anche l’ambito in cui lavora.

Balzano, infatti, dopo aver conseguito il dottorato di ricerca con una tesi su Giacomo Leopardi, ha cominciato a scrivere e ad insegnare. Il suo esordio risale al 2007, con la raccolta di poesie Particolari in controsenso. Tre anni dopo esce invece il primo romanzo, Il figlio del figlio. Nel 2014, poi, pubblica con Sellerio “Pronti a tutte le partenze”, che viene tradotto anche in francese e ottiene il Premio Flaiano per la narrativa.

Nel 2018 ha inizio il sodalizio con Einaudisancito dal capolavoro Resto qui, grazie al quale l’autore di “Se la vita è un fiocco di neve” ottiene il secondo posto al Premio Strega e si aggiudica molti premi, fra cui il francese Prix Méditerranée.

“Nature umane”, la sinossi

Altre esistenze, note a margine, mezze verità, testimonianze, particolari in controsenso: queste, e altre ancora, le immagini con cui Marco Balzano prova a classificare le poesie che lo accompagnano da molti anni (non tutti i suoi lettori sapranno che ha esordito appunto come poeta nel 2007) e che trovano ora, con quelle più recenti e inedite, una definitiva sistemazione nelle Nature umane che le raccolgono.

Poesia che prova a scalfire la crosta dell’apparenza, come ha osservato Giampiero Neri; tensione gnomica che attraversa le parole, secondo il giudizio di Giancarlo Pontiggia; testi che indagano e custodiscono qualche scintilla di senso, di dubbio, di verità, e che si offrono al lettore come «le arance fasciate nella paglia», capaci di illuminare antichi e nuovi inverni.

La scrittura poetica nasce qui dal dettaglio concreto, materico: l’oggetto improvvisamente colto dallo sguardo è interrogato dalla mente e dalla coscienza, e manifestato nel «rosario più scheggiato», quello delle parole, trasformandosi in un breve dispositivo ritmico che ne potenzia e moltiplica i significati, spiazza le aspettative, turba.

La parola poetica, annotava Balzano in Le parole sono importanti (2019), «crea l’interpretazione»: si offre al lettore e lo impegna a non essere soltanto «animale senz’anima, nient’altro che vivente». Gli chiede di camminare «sotto il dirupo», ricordando (con profumo dantesco) che «in questa vigilia eterna la borraccia è la sola cosa che va tenuta stretta»

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