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Vincenzo Cardarelli e la romantica poesia “Sera di Liguria”

Vincenzo Cardarelli scrive la poesia “Sera di Liguria” nel 1928 e racconta la magia della sera che nasce dal mare

Le sere d’estate sono il regalo più bello di questa stagione. Vincenzo Cardarelli cattura questo momento nella poesia “Sera di Liguria”. Il momento perfetto in cui il clima si rinfresca e il cielo si tinge di colori strepitosi nel momento del tramonto. La possiamo trovare nella raccolta “Opere“.

“Sera di Liguria”

Lenta e rosata sale su dal mare

la sera di Liguria, perdizione

di cuori amanti e di cose lontane.

Indugiano le coppie nei giardini,

s’accendon le finestre ad una ad una

come tanti teatri.

Sepolto nella bruma il mare odora.

Le chiese sulla riva paion navi

che stanno per salpare. 

La meraviglia della sera

Cardarelli descrive il tramonto che sale dal mare prima di diventare sera. Il cielo che prende colori diversi e il cambiamento del panorama sotto la luce del sole che lascia il giorno. Cambia anche l’animo delle persone, la malinconia si fa strada nel cuore dei sognatori. La sera arriva lentamente sul paese, passando attraverso il tramonto con le sue sfumature rosate. La sera è il momento migliore delle giornate estive, il clima si rinfresca e scende la calma. Vincenzo Cardarelli utilizza la semplicità e l’oggettività in questa descrizione in modo da rendere la poesia il più possibile aderente alla realtà.

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“Estiva”, la poesia di Cardarelli sulla stagione più bella

Nella poesia “Estiva”, Vincenzo Cardarelli fa un elogio all’estate e alla sua forza di rendere più bello il mondo

 

Vincenzo Cardarelli

Vincenzo Cardarelli (il vero nome è Nazareno Cardarelli) nasce a Corneto Tarquinia, un borgo della maremma laziale, nel 1887. Consegue solo la licenza elementare ma poi continua gli studi come autodidatta. Si trasferisce non ancora ventenne a Roma dove per mantenersi intraprende vari mestieri per dedicarsi infine al giornalismo professionale. Collabora con varie testate, tra cui l’Avvenire, la Voce, la Ronda, di cui fu il fondatore insieme a Cecchi e Bacchelli. Ha un’esistenza inquieta, bohemienne e solitaria. Vive per tutta la vita in condizioni economiche precarie, in camere d’affitto. Muore nel 1959.

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