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“Sono una stella” di Hermann Hesse, una poesia sulla passione che arde

Non c'è miglior momento dell'estate per rivolgere lo sguardo verso il cielo e lasciarsi attraversare dalla bellezza di una notte stellata. Una sensazione che Hermann Hesse descrive nella poesia "Sono una stella"

Non c’è miglior momento dell’estate per rivolgere lo sguardo verso il cielo e lasciarsi incantare dalle notti stellate senza nubi. Magari da una spiaggia in mezzo al nulla, oppure dalle valli di montagna, senza le luci e i rumori della città. Ed è proprio al cielo e alle stelle che lo scrittore Hermann Hesse ha dedicato alcuni dei suoi versi più memorabili. Stiamo parlando della lirica “Sono una stella”, un omaggio all’universo e all’energia primordiale che sprigiona.

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Sono una stella 

Sono una stella del firmamento
che osserva il mondo, disprezza il mondo
e si consuma nella propria luce.

Sono il mare che di notte si infuria,
che mare che si lamenta, pesante di vittime
che ad antichi peccati, nuovi ne accumula.

Sono bandito dal vostro mondo
cresciuto nell’orgoglio e dall’orgoglio tradito,
sono il re senza terra.

Sono la passione muta
in casa senza camino, in guerra senza spada
e ammalato sono della propria forza.

Ich bin ein Stern

Ich bin ein Stern am Firmament,
Der die Welt betrachtet, die Welt verachtet,
Und in der eignen Glut verbrennt.

Ich bin das Meer, das nächtens stürmt,
Das klagende Meer, das opferschwer
Zu alten Sünden neue türmt.

Ich bin von Eurer Welt verbannt
Vom Stolz erzogen, vom Stolz belogen,
Ich bin ein König ohne Land.

Ich bin die stumme Leidenschaft,
Im Haus ohne Herd, im Krieg ohne Schwert,
Und krank an meiner eignen Kraft.

Musica e solitudine

“Musica e solitudine” propone una raccolta di poesie scritte dal premio Nobel Hermann Hesse e date alle stampe per la prima volta nel 1915. Si tratta di liriche intense, colme di nostalgia per un’infanzia e una giovinezza luminose, ricche di esperienze personali e affettive felici. In esse è facile ritrovare sentimenti e aspirazioni che sono di tutti. Questa nuova traduzione italiana è arricchita da alcuni acquerelli dell’autore che, pur nella distanza temporale e spaziale in cui sono stati realizzati, rendono immagine visibile, e non solo mentale, quanto le parole del poeta suggeriscono.

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