Emily Elizabeth Dickinson nota come Emily Dickinson è stata una poetessa statunitense, considerata tra i maggiori lirici moderni, vissuta negli ultimi decenni dell’800. In questa poesia, intitolata “portami il tramonto in una tazza”, la scrittrice racconta dei suoi dolci desideri d’amore. Ciò che scrive, in un periodo di debolezza e malattia, come la sua biografia racconta, ci tocca il cuore e ci fa immaginare quanto certi sentimenti… Non siano cambiati di una virgola, neanche nel 2021.
La fuga nell’amore e nella natura
Al momento della morta della Dickinson, la sorella scoprì nella camera di Emily diverse centinaia di poesie scritte su foglietti ripiegati e cuciti con ago e filo, tutti contenuti in un raccoglitore. Così nascono le poesie di questa poetessa incredibile, che in questa poesia racchiude la dolcezza di un grande desiderio d’amore. Emily inizia con una richiesta, apparentemente assurda: ” Portami il tramonto in una tazza, conta le anfore del mattino, le gocce di rugiada”, scrive. Perché ciò che lei vuole è il mondo, un mondo che solo colui che ama può portarle, anche in una semplice tazza.
La natura, i dettagli dell’universo vengono elencati in questa poesia d’amore come tesori (il pettirosso, la tartaruga, la rugiada, le conchiglie). Questa poesia denota un forte attaccamento all’ecosistema della nostra terra, che ella riesce a sublimare e far diventare “oggetto d’amore”. In una vita reclusa, fatta di sofferenze, nascosta, Emily cerca una fuga, una fuga nell’amore. Questo testimoniano i suoi ultimi versi interrogativi. E se oggi noi, soffriamo momenti di isolamento, di reclusione, subiamo la paura dell’ignoto, del mondo in estremo e repentino cambiamento, rileggiamo Emily Dickinson; aggrappiamoci a chi amiamo, affinché possa portarci in una tazza un grande tramonto.
Emily Dickinson, le sue poesie e la lezione sull’isolamento
La poetessa statunitense Emily Dickinson ha scelto per anni di vivere in isolamento volontario, trovando ispirazione per poesie e versi tra i più belli di sempre
Portami il tramonto in una tazza, la poesia d’amore
Portami il tramonto in una tazza
conta le anfore del mattino
le gocce di rugiada.
Dimmi fin dove arriva il mattino
quando dorme colui che tesse
d’azzurro gli spazi!
Scrivimi quante sono le note
nell’estasi del nuovo pettirosso
tra i rami stupefatti quanti passetti
fa la tartaruga
quante coppe di rugiada beve
l’ape viziosa!
E chi gettò i ponti dell’arcobaleno,
chi conduce le docili sfere
con intrecci di tenero azzurro?
Quali dita congiungono le stalattiti,
chi conta le conchiglie della notte
attento che non ne manchi una?
Chi costruì questa casetta bianca
e chiuse così bene le finestre
che non riesco a vedere fuori?
Chi mi farà uscire con quanto mi occorre
in un giorno di festa
per volare via in pompa magna?
Stella Grillo