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“Portami il tramonto in una tazza”, la poesia d’amore di Emily Dickinson per chi ha bisogno di conforto

"Portami il tramonto in una tazza" è una poesia in cui Emily Dickinson ci mostra l'incredibile forza dell'amore.

Portami il tramonto in una tazza“. Che immagine semplice e meravigliosa al tempo stesso.

Quella che rivolge Emily Dickinson al destinatario dei suoi splendidi versi è una richiesta che trabocca di amore: per la natura e per la sua anima gemella.

Sembra che questa poesia nasca da un momento estatico in cui tutti gli elementi del mondo si ritrovano fusi in un’armoniosa, profonda, delicata magia. Che è rimasta intatta fra i versi, intoccata dal tempo, dal dolore, dalla morte. 

Chi era Emily Dickinson

Emily Dickinson nasce il 10 dicembre del 1830 ad Amherst in una famiglia borghese di tradizioni puritane. Dopo studi irregolari continua a studiare come autodidatta e scopre il suo grande amore per la poesia.

La sua vita fu segnata dall’inquietudine sia per motivi religiosi sia a causa dei noti disturbi nervosi che le impedirono spesso di uscire di casa. Forse soffrì anche di una forma genetica di epilessia.

Muore di nefrite nel 1886, nella sua città natale.

Le sue poesie, trovate nella sua camera da letto dalla sorella, che si occuperà personalmente di pubblicarle con l’aiuto di un’amica, erano scritte su foglietti ripiegati e cuciti con ago e filo. Altre poesie sono state ricavate dalle sue corrispondenze private o dai biglietti di accompagnamento ad alcuni regali per parenti e amici.

La fuga nell’amore e nella natura

Quanto desiderio di amore c’è in “Portami il tramonto in una tazza”… Quasi come se Emily Dickinson chiedesse alla persona amata di unirsi a lei nella visione di una vita che, in due, appare meravigliosa.

La natura, insieme a tutti i dettagli che vengono elencati, appare come un miracoloso tesoro: il pettirosso, la tartaruga, la rugiada, le conchiglie. Tutto è parte di un mondo reso possibile e vivo dall’amore.

Una vita reclusa, fatta di sofferenze, nascosta: Emily cerca la via di fuga nell’amore. Questo testimoniano i suoi ultimi versi interrogativi. E se oggi noi, soffriamo momenti di isolamento, subiamo la paura dell’ignoto, del mondo in estremo e repentino cambiamento, rileggiamo Emily Dickinson e la sua “Portami il tramonto in una tazza”.

Aggrappiamoci a chi amiamo, affinché possa portarci in una tazza un grande tramonto e tutta la bellezza del mondo.

“Portami il tramonto in una tazza” di Emily Dickinson

Portami il tramonto in una tazza
conta le anfore del mattino
le gocce di rugiada.
Dimmi fin dove arriva il mattino
quando dorme colui che tesse
d’azzurro gli spazi!

Scrivimi quante sono le note
nell’estasi del nuovo pettirosso
tra i rami stupefatti quanti passetti
fa la tartaruga
quante coppe di rugiada beve
l’ape viziosa!

E chi gettò i ponti dell’arcobaleno,
chi conduce le docili sfere
con intrecci di tenero azzurro?
Quali dita congiungono le stalattiti,
chi conta le conchiglie della notte
attento che non ne manchi una?

Chi costruì questa casetta bianca
e chiuse così bene le finestre
che non riesco a vedere fuori?
Chi mi farà uscire con quanto mi occorre
in un giorno di festa
per volare via in pompa magna?

Un riconoscimento mancato in vita

Oggi Emily Dickinson viene considerata una delle maggiori poetesse moderne, eppure per tantissimo tempo rimase nell’ombra. Durante la sua vita “silenziosa” non ebbe alcun riconoscimento; il suo stille, infatti, venne giudicato dai contemporanei inusuale e stravagante. La sua scrittura, poco convenzionale per lo standard del tempo, non venne apprezzata; la sua sensibilità non venne compresa.

Sicuramente questa non è una storia nuova, difficile enumerare l’enorme quantità di artisti che in vita non ottenne alcun riconoscimento, raggiungendo grande fama solo post mortem…basti citare Dante Alighieri, esiliato dalla sua amata Firenze, o uno scrittore più contemporaneo come Kafka.

L’intensità e la profonda sensibilità degli scritti di Dickinson furono rivoluzionarie, divenne una guida brillante per poeti e poetesse successivi. L’amaro debito da pagare in vita, come spesso accade, fu il mancato riconoscimento dei contemporanei, accompagnato da una dolorosa delusione e dall’isolamento.

È noto che, durante la sua vita, furono pubblicati solo 7 componimenti rispetto all’enorme quantità dei suoi scritti. La prima completa edizione americana delle sue poesie arriverà nel 1955.

Oggi la fama dell’autrice di “Portami il tramonto in una tazza”, annoverata tra le più grandi e talentuose poetesse americane, illumina la strada di tutti quegli artisti che in vita sperimentano l’amarezza e la solitudine, spesso vittime di una società troppo impegnata per ascoltarli.

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