Sei qui: Home » Poesie » “Quanto è felice la piccola pietra” di Emily Dickinson, affidarsi al destino con serenità

“Quanto è felice la piccola pietra” di Emily Dickinson, affidarsi al destino con serenità

Essere sereni e accettare il flusso della vita che ci guida lungo il nostro percorso è un atto di grande fiducia nei confronti dell'universo. In "Quanto è felice la piccola pietra", Emily Dickinson si serve di una piccola pietra per raccontarci quanto sia gratificante affidarci al destino e alle sue vie misteriose.

Siamo abituati a leggere una Emily Dickinson che racconta la sofferenza, lo struggimento e il dolore. “Quanto è felice la piccola pietra”, invece, parla dell’ottimismo che invade le cose quando esse accettano il proprio destino.

Seguire “una volontà assoluta con spontanea semplicità”

È raro trovare poesie che vedono protagoniste le pietre. In quella che stiamo per leggere, Emily Dickinson si serve di questo apparentemente minuscolo ed insignificante oggetto inanimato per raccontare uno stato d’animo a cui tutti ambiamo nella vita: la serenità, il senso di accettazione che deriva dalla consapevolezza che qui ed ora siano il luogo ed il momento perfetto per noi.

“Quanto è felice la piccola pietra
che rotola sulla strada tutta sola
e non si preoccupa della carriera
e non teme le esigenze –”.

La “piccola pietra” cantata da Dickinson non si preoccupa di ciò che verrà, né di ciò che è stato. Rotola, si lascia guidare dal suo destino e vive il presente con quiete e placidità:

“e indipendente come il Sole
si accompagna o brilla sola,
seguendo una volontà assoluta
con spontanea semplicità”.

Non è affatto semplice, ma acquisire la consapevolezza della straordinarietà del momento che stiamo vivendo, bello o brutto che sia, riveste un ruolo fondamentale per la nostra pace interiore.

“Quanto è felice la piccola pietra” di Emily Dickinson

“Quanto è felice la piccola pietra
che rotola sulla strada tutta sola
e non si preoccupa della carriera
e non teme le esigenze –
il cui cappotto di bruno elementare

indossa un universo passeggero,
e indipendente come il Sole
si accompagna o brilla sola,
seguendo una volontà assoluta
con spontanea semplicità”.

“How happy is the little Stone”

“How happy is the little Stone
That rambles in the Road alone,
And doesn’t care about Careers
And Exigencies never fears —
Whose Coat of elemental Brown

A passing Universe put on,
And independent as the Sun
Associates or glows alone,
Fulfilling absolute Decree
In casual simplicity”.

Emily Dickinson

Emily Dickinson nasce il 10 dicembre del 1830 ad Amherst in una famiglia borghese di tradizioni puritane. Dopo studi irregolari continua a studiare come autodidatta e scopre il suo grande amore per la poesia.

La sua vita fu segnata dall’inquietudine sia per motivi religiosi sia a causa dei noti disturbi nervosi che le impedirono spesso di uscire di casa. Forse soffrì anche di una forma genetica di epilessia.

Muore di nefrite nel 1886, nella sua città natale. Le sue poesie, trovate nella sua camera da letto dalla sorella, che si occuperà personalmente di pubblicarle con l’aiuto di un’amica, erano scritte su foglietti ripiegati e cuciti con ago e filo. Altre poesie sono state ricavate dalle sue corrispondenze private o dai biglietti di accompagnamento ad alcuni regali per parenti e amici.

Un riconoscimento mancato in vita

Oggi Emily Dickinson viene considerata una delle maggiori poetesse moderne, eppure per tantissimo tempo rimase nell’ombra. Durante la sua vita “silenziosa” non ebbe alcun riconoscimento; il suo stille, infatti, venne giudicato dai contemporanei inusuale e stravagante. La sua scrittura, poco convenzionale per lo standard del tempo, non venne apprezzata; la sua sensibilità non venne compresa.

Sicuramente questa non è una storia nuova, difficile enumerare l’enorme quantità di artisti che in vita non ottenne alcun riconoscimento, raggiungendo grande fama solo post mortem…basti citare Dante Alighieri, esiliato dalla sua amata Firenze, o uno scrittore più contemporaneo come Kafka.

L’intensità e la profonda sensibilità degli scritti della Dickinson furono rivoluzionarie, divenne una guida brillante per poeti e poetesse successivi. L’amaro debito da pagare in vita, come spesso accade, fu il mancato riconoscimento dei contemporanei, accompagnato da una dolorosa delusione e dall’isolamento.

È noto che, durante la sua vita, furono pubblicati solo 7 componimenti rispetto all’enorme quantità dei suoi scritti. La prima completa edizione americana delle sue poesie arriverà nel 1955.

Oggi la fama Emily Dickinson, annoverata tra le più grandi e talentuose poetesse americane, illumina la strada di tutti quegli artisti che in vita sperimentano l’amarezza e la solitudine, spesso vittime di una società troppo impegnata per ascoltarli.

© Riproduzione Riservata